Il manifesto Anpi per l’8 marzo realizzato dal Coordinamento donne dell’Associazione

Un augurio speciale per un 8 marzo speciale. È l’8 marzo al tempo del coronavirus. Perciò l’augurio a tutte le donne è in primo luogo un augurio di buona umanità. Perché di umanità, oggi più che mai, c’è un bisogno disperato. Per l’epidemia che occupa da settimane buona parte dei quotidiani e dei notiziari. Ma anche per le sconvolgenti notizie dal confine greco-turco, dove migliaia di migranti, tantissime donne e tantissimi bambini, la carne da cannone del terzo millennio, premono sulla frontiera ellenica, di fatto cacciati dal nuovo imperatore ottomano Erdogan. O dalla città di Idlib, in Siria, dove altre migliaia, decine di migliaia, sono fra l’incudine degli invasori, i miliziani turchi, e il martello della controffensiva siriana per riconquistare il proprio territorio. C’è bisogno di umanità, per decidere di contrastare il riscaldamento globale che sta decomponendo l’Artico e l’Antartico, nel silenzioso cinismo di leader mondiali che non vedono oltre la punta del proprio ciuffo biondo di capelli.

C’è bisogno di umanità contro una delle poche cose che il coronavirus non è riuscito a fermare: i femminicidi. C’è bisogno di umanità contro la frantumazione di ogni passione solidale, caparbiamente perseguita da coloro che vedono nell’altro sempre e comunque un nemico. E umanità – vedi caso – fa rima con libertà. Libere sempre, è scritto nel manifesto del coordinamento nazionale donne Anpi che riproduciamo in copertina, citando il titolo di un bel libro di un’ancora più bella signora, l’indimenticata e indimenticabile Marisa Ombra, partigiana, scomparsa il 19 dicembre dello scorso anno. Sempre, perché se sei libero (libera) un giorno sì e uno no, se sei libero (libera) di fare una cosa ma non un’altra, non lo sei. La libertà decade da diritto a concessione, da conquista a mancia. Libere fuori e libere dentro, andrebbe di aggiungere, per indicare un percorso totale, una rinascita antropologica, dove liberarsi coincide col liberare, dove la libertà, necessariamente individuale, diviene necessariamente sociale. E germoglia in civiltà, ricerca, scoperte. È l’umanità alla conquista del mondo, cioè alla conquista della felicità.

Concetta Castilletti, Maria Rosaria Capobianchi e Francesca Cola (da https://gds.it/articoli/cronaca/2020/02/03/la-siciliana-castilletti-ora-piu-armi-contro-il-coronavirus-il-pd-piano-per-la-ricerca-fondi-e-assunzioni-f9dc28f3-2c75-44a5-9200-142d69c80ed5/)

Alla conquista del mondo e della felicità. Eccole. Le donne all’avanguardia. Non è una frase banale, magari di circostanza per l’8 marzo. È una presa d’atto. Facciamo i nomi: la scienziata a capo del laboratorio dello Spallanzani, la microbiologa specializzata in virus emergenti, la ricercatrice precaria che ha studiato Ebola in Sierra Leone. Sono Concetta Castilletti, Maria Rosaria Capobianchi e Francesca Colavita, che hanno isolato il virus all’inizio di febbraio. E ancora Alessia Lai, Arianna Gabrieli e Annalisa Bergna che, lavorando in una squadra dell’Università Statale e dell’ospedale Sacco di Milano, hanno isolato il ceppo italiano del virus.

Alessia Lai, Annalisa Bergna e Arianna Gabrieli (da https://primabergamo.it/personaggi/una-delle-ricercatrici-che-ha-isolato-il-virus-soddisfazione-dopo-anni-di-impegno-e-sacrifici/)

E con loro tutte le ricercatrici, le dottoresse (tra cui l’anestesista dell’ospedale di Codogno, Annalisa Malara, che ha capito l’esistenza di un focolaio italiano), le infermiere, le addette ai servizi che in queste settimane di fuoco e di dolore hanno dato e stanno dando l’anima “per buona umanità”.  Certo, con loro tanti uomini con altrettanti sforzi e sacrifici. A tutti questi portabandiera di civiltà un infinito ringraziamento. Ma a loro, alle donne, ed in particolare alle ragazze che hanno isolato il virus, davvero un augurio speciale, caldo, di affetto, di condivisione e di stima per questo 8 marzo. Perché dopo la notte viene sempre l’alba. Dopo la pioggia, il sereno. Dopo l’onda, la risacca. Anche questo passerà, e rimarrà l’esempio di chi si è prodigato per umanità. Buon 8 marzo.