Caro Gna…

Ma chi è Gna? Accomuno in un idealtipo con questo simpatico nomignolo tanti egregi giornalisti dei quotidiani sovranisti, alcuni ospiti permanentemente appoltronati sugli scranni – opportunamente distanziati causa Covid 19 – dei talk show, i le(n)oni da tastiera, che hanno offeso, vilipeso, minacciato la liberata Silvia Romano dopo le sue prime dichiarazioni. Fra tutti costoro, c’è anche un signor nessuno, consigliere comunale eletto in lista legofila in un qualche comune del Veneto che ha scritto, parlando della perfida fanciulla, queste parole: “Impiccate Silvia Romano. Un’altra troia che ci è costata 4 milioni”. Finalmente qualcuno dice pane al pane e vino al vino! Ma perché impiccarla? Essendosi convertita all’Islam, trattasi inequivocabilmente di traditrice, parola che non a kaso fa rima con meretrice; ne consegue l’opportunità della fucilazione alla skiena, perché la Patria è la Patria, seppur per il signor nessuno non sia chiaro cosa questa sia: forse l’Italia, forse la Padania, forse la Repubblica Veneta, forse il Granducato di Asolo. Ed ancora, fra i tanti, un deputato leghista, che ha testé definito la fanciulla “neoterrorista”, varcando con queste parole un immaginario Rubicone. Ma è giusto kosì: che ne so io se la Silvia, sotto il lungo abito islamico, non nasconda tre chili e trecentocinquanta grammi di tritolo, pronta magari a farsi esplodere nella piazza centrale di Pontida? Che ne so io se dietro il suo smagliante sorriso non si celi il perfido ghigno di un Satanasso in gonnella? E chi mi dice che il Covid 19 non sia stato diffuso nottetempo proprio da un kommando islamico sbarcato in Italia a gennaio, su ordine della suddetta neoterrorista?

Ecco, mi rivolgo a tutti costoro, noti o meno noti, incarnati nell’unica, immaginaria figura di Gna, che è inesorabilmente di sesso maschile, prevalentemente sovranqualunqpopulista, in alcuni casi simpatizzante del Kaiser, in altri di Adolf, in altri ancora di Benito.

Il signor Gna – va compreso – è sempre inkazzato come una biscia, e a ragione. Il signor Gna non si spiega come mai il Covid 19, per esempio, stia colpendo tutto il mondo e non, com’era più logico e senza dubbio giusto, i soli Paesi dell’Afrika subsahariana. Il signor Gna apprezza la solidarietà internazionale verso l’Italia in occasione della pandemia, stima i medici stranieri che sono giunti a darci una mano, seppure è certo che quelli di Cuba, della Cina e della Russia, in realtà, oltre ad essere agenti dei servizi segreti dei loro Paesi, siano anche untori, consapevoli portatori del batterio del Ginocchio della lavandaia, al fine di determinare una nuova, seppur inusitata, epidemia. Ma il signor Gna esclude la solidarietà dell’italiano (per non parlare dell’italiana) verso – mettiamo – il popolo keniota, per dire, o somalo, e comunque sia chiaro che quelli sono tutti negri.

Il signor Gna si commuove con tremula emozione quando il contractor italiano è preso prigioniero dai cattivi, alle volte rimettendoci la pelle, comprendendo (e spesso ammirando) la scelta mercenaria, perché a difesa dei valori dell’Occidente, per di più da parte dell’uomo bianco, ariano, con kapelli a sfumatura altissima e rayban di servizio. Il signor Gna stima perciò l’Eroe, ma disprezza l’Eroina (a meno che non sia ben raffinata, nel qual caso, ove possibile, ne fa volentieri uso in mancanza della coca).

Il signor Gna non è razzista e non discrimina nessuno, perché, a ben vedere, non è colpa sua se la donna è di sesso femminile, l’ebreo è di religione ebraica, l’islamico – e poi dicono che sei razzista; ma pensa te! – è di religione islamica, il cinese è giallo e il barese è meridionale. Il signor Gna, mediamente, è un cattolico praticante, di più, pio, ad abundantiam, devoto; per questo ama le Crociate, l’inquisizione spagnola, il Sillabo ed Antonio Socci, mentre disprezza l’eretico anticristo komunista incarnato – va da sé – nella persona di Papa Francesco. Il signor Gna nutre sinceri sentimenti di ammirazione per le personalità del nostro Paese che eccellono in campo scientifico, filosofico e morale, come per esempio Flavio Briatore.

Il signor Gna odia le Ong perché, con la scusa dell’azione umanitaria, sono palesemente al servizio del complotto demoplutomassogiudaico con evidente torsione bolscevica; odia i migranti poveri (per quelli ricchi c’est une toute autre histoire) perché ci rubano il lavoro che non facciamo e operano – trattasi ancora di complotto – per la sostituzione etnica degli europei con i bantù.

Il signor Gna su Facebook posta tutti i messaggi che terminano con la frase: “E’ una vergogna! Fai girare!”, indipendentemente dal contenuto, come per esempio “Laura Boldrini ha uno yacht ancorato nel porto di Torino”, “Con i vaccini ti inoculano il bacillo del verme solitario”.

Il signor Gna è molto astuto, perché non crede ai terrapiattisti, però la terra rotonda come una palla, a dire il vero, lui non l’ha mai vista.

Il signor Gna è portatore di una pulsione costante, duratura, irrefrenabile, ancorché giustificata dai fatti: l’odio. L’odio…

Il signor Gna odia Silvia Romano non solo perché si è permessa di tornare viva grazie al riskatto (come se fosse una novità), non solo perché si è konvertita all’islamismo (sono ammesse le conversioni, sia chiaro, ma solo quelle al kattolicesimo e solo in diretta televisiva durante “Non è la D’Urso” alla presenza della medesima e dell’altro, con contestuale pubblica recitazione di apposita preghierina), ma anche, specialmente ed inesorabilmente per una colpa originaria, ancestrale, biblica, la colpa – diciamocelo – di Myriam di Magdala, al secolo Maria Maddalena: perché Silvia Romano è una donna.

Torniamo a noi.

Caro Gna,

ho letto o ascoltato i tuoi commenti in merito alla liberazione e alle dichiarazioni di Silvia Romano. Di tutto, di più. Ci si potrebbe scrivere un trattato di sociologia o di antropologia. Più facilmente, di psicopatologia. Io, che non sono né sociologa, né antropologa, né psicopatologa, mi limito a ripeterti: caro Gna…