“Abbiamo chiesto l’immediata modifica della lapide”, ha finalmente dichiarato il sindaco di Savona, Ilaria Caprioglio, dopo la reazione della società civile a una vicenda che ha scosso la città Medaglia d’Oro al Valor Militare per la Resistenza.

E già, perché a poche settimane di distanza dallo scempio della targa commemorativa in memoria dei sette Martiri della strage di Natale ’43, un altro episodio ha ferito la coscienza democratica del luogo natale di Sandro Pertini: la scopertura ufficiale di una stele dove, nella lista delle Forze Armate che hanno avuto caduti e dispersi nella Seconda guerra mondiale, compaiono anche le “Camice nere”.

Sabato scorso al Cimitero cittadino di Zinola, Campo “V” dei Valorosi, per iniziativa dell’Opera Nazionale Caduti Senza Croce, alla presenza del sindaco Ilaria Caprioglio e del prefetto Antonio Cananà, si è tenuta la cerimonia di inaugurazione della lapide, posta accanto al monumento in onore ai Caduti e dispersi del Secondo conflitto mondiale.

Ebbene nell’elenco, con alpini, artiglieri, autieri, bersaglieri, carabinieri, carristi, fanti, genieri, granatieri, marinai, aviatori, sanitari, cappellani, c’erano anche le “camicie nere”. Reazione della prima cittadina e del prefetto? Nessuna, mentre i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza avevano preferito allontanarsi.

(da http://www.ivg.it/photogallery_new/images/2018/10/lapide-camicie-nere-caprioglio-canan-495218.660×368.jpg)

Alla vicenda l’Anpi Savonese, con i partiti, i sindacati e le associazioni democratiche, è insorta e chiesto la cancellazione della scritta ignominiosa in onore agli sgherri di Mussolini.

«Savona non può subire ulteriori offese alla sua storia – dice il presidente dell’Anpi provinciale Samuele Rago – e chi la rappresenta nelle istituzioni dello Stato ha il dovere di impedire e sanzionare l’offesa». In un primo momento, alla richiesta di chiarimenti, le autorità cittadine avevano risposto di non essere state informati in anticipo della scritta.

A protestare anche la Cgil, i partiti democratici – il Pd regionale ha annunciato un’interpellanza –  e l’Arci.

Il presidente di Arcimedia, Giovanni Durante, si è recato alla lapide coprendo con un nastro adesivo la dicitura della vergogna. “In attesa che sia rimossa e che qualcuno dia le dimissioni andava fatto – ha spiegato – . È nastro da muratura: se lo tolgono ogni giorno ci impegniamoci a rimetterlo”. Anche l’Anpi Genova ha espresso grande indignazione.

L’oltraggiosa dicitura coperta con lo scotch (da https://www.ivg.it/photogallery_new/ images/2018/10/camicie-nere-lapide-495234.660×368.jpg)

Continua Rago: «Ricordare le “camicie nere” alla pari di alpini, carabinieri, e altri corpi militari impegnati nel conflitto è una fine alchimia per riabilitare chi fu l’artefice del disastro della seconda guerra mondiale e dell’alleanza col nazismo di Hitler responsabile dell’olocausto»”. Le camicie nere cioè la Mvsn (milizia volontaria per la sicurezza dello stato) erano strutturate su base volontaria e territoriale, formate da iscritti al Partito nazionale fascista e giuravano fedeltà a Mussolini che affidò loro il ruolo di braccio armato”. Spiega Rago: «La Mvsn pertanto è organica al fascismo in tutto e per tutto ed anche se verrà poi aggregata ai ranghi dell’esercito è ben lontana da quei valori che seppero esprimere le migliaia di caduti a Cefalonia, solo per citare il caso più conosciuto o i quarantacinquemila morti nei campi di concentramento per non asservirsi ai nazisti, o agli alpini caduti in Russia».  Per di più – spiega l’Anpi savonese – «la stessa lapide che genericamente viene dedicata a “tutti i Caduti” della seconda guerra mondiale è offensiva per chi, come i carabinieri pagarono un pesante tributo di sangue al regime fascista come i 12 uccisi alle fosse Ardeatine o i 3 martiri di Fiesole. Chi fu il braccio armato di un regime dittatoriale e violento non può avere lo stesso riconoscimento di chi pagò il prezzo del suo “dovere”».

Insomma dopo le pressioni della cittadinanza il sindaco farà cancellare l’offensiva iscrizione.

Così era stata ridotta la lapide in memoria dei sette Patrioti Martiri: Cristoforo Astengo, Aurelio Bolognesi, Francesco Calcagno, Arturo Giacosa, Carlo Rebagliati, Aniello Savarese, Renato Vuillermin

Intanto è stata restaurata e verrà ricollocata, al Forte della Madonna degli Angeli, la lapide in memoria dei sette Martiri della strage di Natale 1943 uccisi proprio dalla “omaggiata” Mvsn come rappresaglia per un’azione partigiana alla Trattoria della Stazione, ritrovo di nazisti e fascisti. Due le iniziative per il ripristino: una cerimonia sabato prossimo, 13 ottobre, al Forte, luogo dell’eccidio, e il 27 una manifestazione con corteo che attraverserà la città. Promotori il Comitato antifascista e il Coordinamento antifascista, di cui fa parte l’Anpi. Sabato 13 un gruppo farà il percorso a piedi seguendo un sentiero attrezzato che parte dalla ex centrale del latte e chi non conosce il posto, o avesse difficoltà a raggiungerlo, può prendere contatto con gli organizzatori via mail (anpisavona@gmail.com) oppure per telefono (349 5506184). Il 27 ottobre l’appuntamento per sfilare è alle ore 15 in piazza Martiri della Libertà. «Una grande partecipazione – conclude Rago – sarà la migliore risposta a vecchi e nuovi fascismi, a vecchi e nuovi razzismi».