Cosa ne pensa della legge sullo ius soli, da due anni ferma in aula al Senato per l’approvazione definitiva dopo il via libera della Camera?
Il riconoscimento della cittadinanza ai giovani figli di immigrati nati e cresciuti in Italia è un fatto di civiltà per il nostro Paese. Che senso ha un altro rinvio? Occorre un sussulto di responsabilità da parte di tutte le forze politiche per approvare la legge sullo ius soli temperato e ius culturae prima della fine della legislatura. Sono quasi ottocentomila i ragazzi che non hanno la cittadinanza italiana, ma frequentano le nostre scuole dall’infanzia fino alle superiori. È semplicemente assurdo disattendere l’appello accorato di questi giovani che non sono stranieri, ma sono nati e cresciuti in Italia insieme ai nostri figli.
Il Governo sembrerebbe stia valutando un voto di fiducia. Potrebbe essere una soluzione?
Lo abbiamo detto con chiarezza: la Cisl è a sostegno di chi vuole andare avanti in Parlamento sullo ius soli. Approvare questa legge, infatti, sarebbe un segnale di speranza e di rispetto per questi giovani che sono legati al nostro Paese in maniera ormai indissolubile.
Il contrasto alla legge sulla cittadinanza è divenuto cavallo di battaglia di movimenti che si richiamano a ideologie fasciste e xenofobe. Sembrerebbe che lo ius soli sia inviso a una parte consistente della popolazione italiana…
Tutta l’Europa è purtroppo attraversata da movimenti nazionalistici, spesso xenofobi e razzisti che vogliono riportare indietro le lancette della storia. Anche nel nostro Paese c’è chi vuole strumentalizzare in maniera populistica la vicenda dello ius soli per calcoli elettorali e facendo leva sui sentimenti di paura, di intolleranza e di rifiuto del dovere di accoglienza. L’Italia è stata un Paese di migranti e ha sempre dimostrato una grande apertura sul tema dell’integrazione e della solidarietà. Noi pensiamo che il popolo italiano sia consapevole della giustezza di questa legge, molto di più di quanti vogliono innalzare mura e staccati tra i popoli.
In Austria hanno vinto i popolari di Sebastian Kurz che sull’accoglienza hanno fatto proprie le politiche anti-migranti e anti-islam dell’estrema destra, balzata al 26%. Guardando al futuro dell’Europa e del nostro Paese, è un elemento di preoccupazione per il sindacato che rappresenta?
È evidente che siamo preoccupati. Si è fatta strada l’idea che il terrorismo si combatta rinchiudendosi nei propri confini nazionali e bloccando l’arrivo degli stranieri. È un’idea sbagliata, pericolosa, che nulla ha a che vedere con le basi etiche e culturali della civiltà europea costruita sui valori della libertà, della tolleranza, del ripudio del razzismo, della convivenza pacifica. Tutto il sindacato europeo ha espresso una posizione forte e chiara sulle politiche migratorie, chiedendo un impegno esplicito dell’Europa a sostenere gli sforzi di Paesi come l’Italia o la Grecia, lasciati da soli a fronteggiare l’emergenza dei profughi e di quanti fuggono dalle guerre, dalle persecuzioni, dalla fame. Occorre uno sforzo comune di cooperazione di tutti i governi europei per favorire le politiche di accoglienza e di integrazione.
In Italia per il diritto alla cittadinanza si sono mobilitati, digiunando, insegnanti e personalità della cultura. I sindacati potrebbero avviare altre forme di sensibilizzazione e lotta di altrettanto grande impatto mediatico coinvolgendo mondo dei lavoratori e intellettuali?
Siamo scesi in piazza nel “Cittadinanza day” insieme ad altre associazioni e accanto a tanti giovani “immigrati di seconda generazione”, alle loro famiglie e ai loro insegnanti. Sono tanti anni che la Cisl insieme all’Anolf, la nostra Associazione nazionale che si occupa dei lavoratori immigrati, si batte per il riconoscimento dei diritti civili per tanti giovani figli di immigrati nati nel nostro Paese. Tanti di loro sono diventati nostri attivisti sindacali. Faremo altre iniziative insieme agli altri sindacati e altre associazioni che, come noi, condividono l’idea di una società libera, democratica, tollerante. Non abbasseremo la guardia fino a quando tante bambine e tanti bambini oggi considerati stranieri a casa propria non avranno gli stessi diritti di tutti gli altri italiani.
Pubblicato giovedì 26 Ottobre 2017
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