Non si considera affatto una personalità da attaccare su Facebook, il presidente dell’Anpi Lauria-Valle del Noce. Eppure Antonio Cosentino, che non ha nemmeno un profilo sul più popolare dei social, e Anpi sono vittime di odio ricorrente. Lui figlio di un internato militare italiano (Imi), cresciuto con i racconti del padre Nicola, deportato in Germania, trasferito in Polonia e in seguito in Russia finché l’esercito sovietico non lo liberò, sente forte la responsabilità dell’incarico nell’associazione. La mattina del 25 aprile scorso, Cosentino, bandiera italiana in mano e fazzoletto tricolore del sodalizio al collo, insieme al sindaco ha deposto una corona ai Caduti, nell’ambito delle iniziative promosse dall’Anpi nazionale con le istituzioni repubblicane per celebrare la Liberazione 2020 nel rispetto delle norme anti Covid. Tempo un’ora, ecco un post: “Ma guarda tu… Sindaco, vigili e poi….? Che mi rappresenta quel fazzoletto rosso? Sicuri che rappresenti tutti gli italiani? (…) Ma chi li vuole?” seguito da numerosi commenti a suon di improperi e false affermazioni sulla storia della lotta contro l’occupazione nazifascista, condite da simpatie per la Decima Mas e Junio Valerio Borghese. Successivamente, il passo è breve, nuovi messaggi, apprezzati con i like addirittura di un carabiniere (protetto però da nickname) e di un’agente della polizia carceraria, una donna, si sono presi di mira i partigiani e la Resistenza.
Ha avuto paura per il tono violento di quelle frasi?
Paura no, preoccupazione certamente. Qualche tempo fa sono stato fermato per strada per informarmi che una persona in particolare tra quante animano i social in modo così vile andava in giro chiedendo “Non è ancora morto, Cosentino?” Per fortuna, nella mia terra le teste calde sono poche e gli autori dei messaggi sono attivi soprattutto sui social media, non credo che vis à vis oserebbero mai ripetere quelle frasi. Va detto che alcuni giovani non iscritti all’Anpi hanno reagito e risposto che il rosso lo vedeva unicamente chi era in malafede, c’era solo il tricolore. La nostra è una piccola realtà, ci conosciamo tutti: Lauria è il centro più grande a sud di Potenza e non arriva a 13mila abitanti. Purtroppo però, si prova a trainare e aggregare chi non conosce né i fatti né la storia italiana. Si ignora che alla Resistenza parteciparono tutti i partiti democratici e che molti carabinieri combatterono contro l’occupazione nazifascista. Per i post che incitavano all’odio abbiamo minacciato di agire per le vie legali e forse li abbiamo fermati, almeno per un po’. Si tratta sempre dei medesimi individui. Seppure non hanno grande seguito, resta una vergogna. In Italia non esiste una destra liberale disposta al confronto. Pensi che in occasione di più edizioni della Giornata della memoria abbiamo messo in piedi bellissime iniziative, molto partecipate, invitando i rappresentanti di tutte le forze politiche: dello schieramento della destra non è mai venuto nessuno. Altre iniziative sono state realizzate grazie al protocollo Anpi-Miur e al grande sostegno dei professori. E spesso realizziamo spettacoli col contributo concreto dell’Amministrazione comunale. In aggiunta, l’assessore alle politiche sociali è un’iscritta all’Anpi e siamo chiamati a presenziare tutte le ricorrenze. La preoccupazione è per gli studenti più fragili, facili prede degli estremismi.
Alcuni post sono anche razzisti?
In passato è accaduto. Fino a un paio di anni fa, quando Salvini tuonava contro i migranti, sembrava che i suoi argomenti potessero avere presa. Eclissata la fama dell’ex ministro dell’Interno, la città è tornata al suo volto di sempre, accogliente: per esempio a Lauria vive una comunità rom da oltre 150 anni, perfettamente integrata nel tessuto umano e sociale; e nell’ex Sprar, gestito dall’Arci, in un clima di assoluta tranquillità risiedono ancora una cinquantina di richiedenti asilo provenienti dalla Siria e da Paesi africani. Credo dimostri che razzismo e qualsiasi sentimento discriminatorio emergano solo quando ci sono le condizioni politiche o economiche adatte. Per questo l’Anpi con Cgil, Cisl e Uil regionali, Libera, il sindaco Angelo Lamboglia, il 19 giugno scorso ha promosso una manifestazione di protesta contro il razzismo.
Per ricordare George Floyd?
Quanto accaduto negli Stati Uniti ci ha scosso profondamente e volevamo mostrare indignazione come tanta opinione pubblica in tutto il mondo, e al contempo contrastare anche da noi ogni forma di razzismo. Non potevamo restare in silenzio quando abbiamo appreso dai giornali che alcuni caporali, italiani e stranieri, appartenenti a una rete ramificata nel metapontino, nel foggiano e nell’alto cosentino, si domandavano “domani le scimmie dove le mandiamo?”. Si riferivano alle centinaia di migranti agricoli costretti a lavorare dall’alba al tramonto per paghe da miseria, alloggiati senza condizioni igieniche. Le norme di sicurezza antiCovid non ci hanno consentito di far sentire la nostra voce in piazza ma abbiamo voluto dare un segnale con la mobilitazione sulla terrazza di palazzo Marangoni, prestigioso edificio storico di Lauria. Va rammentato inoltre che soltanto grazie a circa 700 persone straniere possiamo prenderci cura dei nostri anziani. Senza di loro… Nel Sud continua l’emorragia di persone, emigrano in cerca di lavoro. Negli ultimi dieci anni abbiamo perso oltre 1.500 residenti, che arrivano a 3.000 contando chi torna solo pochi giorni all’anno, d’estate. Fuggono giovani e lavoratori di ogni età. A Lauria l’agricoltura come settore produttivo non esiste quasi più, è solo stagionale con la raccolta dei pomodori, l’economia locale è basata soprattutto sull’artigianato, tuttavia operiamo anche i sindacati confederali e con le associazioni delle regioni limitrofe che si occupano di migranti. L’auspicio è che i decreti sicurezza vengano cancellati. Lo stesso Presidente della Repubblica ha mosso dei rilievi. Lauria è inclusiva per vocazione e tradizione, anche per merito della cultura.
Con la cultura non si mangia, diceva qualcuno un tempo.
La cultura è sempre stata un caposaldo dalle nostre parti, tante personalità di rilievo nazionale per la letteratura e dell’arte sono originarie della città. Una volta era davvero uno strumento di emancipazione sociale: per esempio, anni fa, molti operai sono stati eletti consiglieri comunali. La cultura democratica si è alimentata con le esperienze delle famiglie di Lauria che in massima parte sono antifasciste. Non poteva essere altrimenti: la seconda guerra mondiale, voluta dal regime mussoliniano, ha provocato tanti, troppi lutti, di militari sui fronti del conflitto e di civili, Lauria è stata bombardata duramente, con ben 39 morti. Prima del lockdown, l’Anpi Lauria–Valle del Noce aveva in progetto la realizzazione e l’istallazione in Municipio di una lapide in marmo con incisi i nomi di Caduti di Lauria nella seconda guerra. Un progetto avviato con il mio predecessore, Gabriele Nicodemo. L’avremmo scoperta il 10 giugno, per l’80° dell’entrata in guerra dell’Italia: attualmente l’unica targa commemorativa riporta i nomi dei Caduti della Prima guerra. L’intento è riparare a un doveroso debito di memoria. Non è stato facile recuperare i nominativi, finora sono ben 132, abbiamo dovuto cercare in decine e decine di fondi. Le ricerche proseguono. Per la targa, sappiamo già di poter contare sul contributo del Comune, e stiamo pensando ad una sottoscrizione. Immaginiamo una importante cerimonia. Lo scorso 7 settembre, per il 76° anniversario, ha partecipato l’attore Rocco Papaleo, nato proprio a Lauria. L’antifascismo è una tradizione in tante famiglie.
Come la sua?
Mio padre era del ’23, venne arruolato e inviato a Trento nella metà del 1943. L’8 settembre, non appena si diffuse la notizia della dichiarazione dell’armistizio i tedeschi circondarono la caserma e caricarono tutti i militari sui treni, destinazione Germania. Lì si recarono i repubblichini di Salò per provare a reclutarlo insieme ai suoi commilitoni, la maggior parte rifiutò. Ora sappiamo dalla ricerca storiografica che su 600.000 mila Imi solo in 60 mila accettarono. Allora era una scelta individuale, papà riviveva spesso la drammaticità del momento, spiegando che mai avrebbe potuto sparare su altri italiani, pur sapendo che l’attendevano prigionia, fame, freddo, paura quotidiana della morte. Guardi che l’antifascismo era già molto diffuso tra soldati e graduati. Mio padre ricordava quando il 25 luglio, un colonnello arrivò nella sala mensa e, salito su una sedia, tolse il ritratto di Mussolini che campeggiava nel locale. Lì per lì pensarono che l’ufficiale fosse impazzito, solo in seguito seppero dell’arresto del capo del fascismo.
Quindi la destra non avrebbe consensi?
Fratelli d’Italia ha aperto da poco una sezione a Lauria, ma non ho visto nessuna loro manifestazione pubblica, affollano solo i social.
Oggi come declinate l’antifascismo?
Anche sostenendo l’istruzione. L’Anpi ha proposto una delibera comunale per sollecitare la Regione ad aiutare gli studenti e dotarli di strumenti idonei alle lezioni a distanza. A causa del Covid, i ragazzi con meno possibilità si sono trovati indietro.
Un auspicio del presidente della sezione Anpi Lauria- Valle Del Noce?
Io sono subentrato a un bravo presidente, ora vorrei che il testimone passasse ai giovani, lo proporrò alla prossima assemblea.
Pubblicato giovedì 25 Giugno 2020
Stampato il 13/10/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/interviste/i-soliti-ignoti-dellodio-sui-social/