Fulvio Poli, generale dell’esercito italiano al XVII congresso nazionale Anpi: “Vi voglio parlare di alcuni di quegli ‘altri’ che con una divisa addosso combatterono per la liberazione d’Italia. Esercito, carabinieri, marina e finanza, che presero le armi dopo l’8 settembre per cacciare quell’invasore. Furono 474 mila uomini e donne: perché si formò il corpo ausiliario femminile che molti non conoscono o hanno dimenticato. E invece vanno ricordate anche loro, che insieme alle partigiane combatterono. Furono 375 mila dell’esercito: circa 200 mila nello sforzo logistico degli Alleati, anche con una sorta di umiliazione nel nome, i battaglioni lavoratori. Poi svolsero incarichi pericolosi. combattendo e lavorando. Toglievano le mine, e poi logistica, trasporti, salmerie di combattimento: un errore degli Alleati fu quello della logistica, pensando a un’Italia fatta di spiagge, sole e mandolini e invece c’erano le montagne. Oltre 60mila nelle divisioni di sicurezza interna per garantire la sicurezza del territorio che via via veniva liberato. E poi ci furono le missioni di collegamento con la Resistenza, il colonnello Montezemolo che con altri organizzò i movimenti clandestini; i tanti che si arruolarono negli eserciti alleati. Una serie di giovani che misero la loro vita, anche perdendola, per la liberazione d’Italia. Ma non dobbiamo dimenticarci degli Internati Militari Italiani che non ebbero neanche la dignità di essere considerati prigionieri di guerra. L’anno prossimo sarà l’80° dell’8 settembre. Ricordo mio nonno e tanti nonni che citavano l’articolo 52 della Costituzione. Quel sacro dovere che ho sentito per la prima volta a 4 anni quando me lo disse mio nonno. Quindi chiedo ad Anpi di andare insieme dai giovani a ricordare cos’è stato. Ma quel giorno non morì la Patria: anzi la patria risorse. E questo è il messaggio che dobbiamo dare a questi giovani, insieme. E l’esercito e le Forze Armate sono a totale disposizione”.