Gianna Radiconcini (foto Imagoeconomica)

Se ne è andata a 96 anni, Gianna Radiconcini. Staffetta, a Roma, durante l’occupazione nazifascista era entrata giovanissima nella Resistenza. La sua testimonianza è stata raccolta da Gad Lerner nel volume “Noi partigiani” (scritto a quattro mani con Laura Gnocchi), grazie al progetto di un memoriale realizzato con l’Anpi ed è andata in onda in una puntata della serie “La scelta”, proposta da Rai3 per la Festa della Liberazione.

Raccontò di quando girava per la capitale fingendo di essere la fidanzatina di un giovane Antonello Trombadori e nascondendo bombe nel paniere (“le portavo a casa – ricordò in un’altra occasione – ma non erano innescate, come spiegai a mia madre quando le trovò”). Arrivò a barattare una sua collanina d’oro con una partita di dinamite.

La celebe scena dal film “Roma città aperta” dove Teresa Gullace, interpretata da Anna Magnani, insegue una camionetta dei tedeschi

Nella trasmissione televisiva ha raccontato anche della morte di Teresa Gullace, la donna uccisa dai nazisti a raffiche di mitra e interpretata da Anna Magnani in “Roma, città aperta”. I fatti andarono diversamente da come narrato dal capolavoro di Rossellini: Teresa protestava con centinaia di altre donne davanti a una delle caserme di viale Giulio Cesare, dove erano rinchiusi mariti e figli rastrellati. Il comando partigiano mandò le giovani staffette a sostenere le loro richieste. E quando i tedeschi spararono, Gianna venne sfiorata da un proiettile.

Nel dopoguerra, Radiconcini conosce Parri, è amica di Altiero Spinelli, si attiva nel Partito d’Azione e nel movimento federalista per costruire il sogno europeo; giornalista, diviene la prima donna corrispondente in Rai (ma a lungo precaria) lavorando a Bruxelles e Strasburgo.

Aveva un carattere allegro nonostante una vita sofferta, che ha riportato nel romanzo “Semafori rossi”, in libreria lo scorso anno. Nel 2015 aveva pubblicato “Memorie di una militante azionista, storia della figlia di un onesto cappellaio”. Molto energica, a febbraio era alla Casa Internazionale delle donne per parlare di emancipazione, politica e femminicidio con altre eterne ragazze: Luciana Castellina, Cecilia Mangini, Elena Marinucci e Marisa Rodano.