Un frame dal video realizzato da Antonio Beninati “Rotta Solidarietà – Una società senza umanità non ha futuro!” #ANPIsaleaBordo

“Rotta Solidarietà – Una Società senza Umanità non ha Futuro!” è il progetto nato dall’incontro tra Mediterranea Saving Humans e la sezione “Sette Martiri” dell’Anpi di Venezia che, con l’hashtag #ANPISaleABordo, accompagna sui social l’adesione dell’associazione dei partigiani alla raccolta fondi necessaria per la ripartenza dell’attività umanitaria. La nave, prima di essere sottoposta a sequestro illegittimo per un periodo di 8 mesi e mezzo, con la sua attività di soccorso e monitoraggio, ha permesso il salvataggio di centinaia di vite umane e ora è ormeggiata all’Isola della Certosa di Venezia per interventi e riparazioni.

L’iniziativa è un fundraising che coinvolge artisti, fotografi, grafici, illustratori, galleristi, artigiani, creativi e associazioni culturali che decideranno di contribuire alla raccolta. Le opere, donate attraverso una call rivolta a chi produce cultura e ai creativi locali, nazionali e internazionali, saranno poi esposte in una mostra virtuale che, fino al 24 aprile, vigilia della Festa di Liberazione, si arricchirà di nuovi contributi e delle donazioni di quanti vorranno acquistare i manufatti. Alcune adesioni sono già arrivate. A conferma del bisogno di condivisione, l’esposizione online avrà anche un vernissage nel rispetto delle norme anticovid e periodici incontri e collegamenti con esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo. Il circolo virtuoso che l’iniziativa intende creare consiste anche nella possibilità di coinvolgere le giovani generazioni per avvicinarle ai valori di un (sempre più necessario) “nuovo umanesimo”.

www.anpive.org

Tra il 3 e il 7 febbraio scorso – informa l’organizzazione no profit Mediterranea – quasi 3.000 persone sono fuggite dall’inferno libico dirette verso l’Europa ma ben 1956 sono state respinte, ricondotte nel luogo dal quale tentavano la fuga. Da inizio anno il numero di chi è stato rimandato indietro svetta a 2.274.

Un filmato racconta l’incontro tra gli eredi della Resistenza e il personale della Mare Jonio. Raccogliendo le testimonianze di chi, tanto sulla terra ferma, quanto in mare aperto, ha deciso di fare dell’umanità il valore da cui ripartire. Condivisione e altruismo sono un «antidoto all’egoismo della nostra società edonistica e consumistica, che ci vuole consumatori del futile e non cittadini titolari di diritti» afferma Gianluigi Placella, presidente della sezione Anpi “Sette Martiri” di Venezia. E sottolinea l’importanza del Mediterraneo, del mare “ponte di culture” di cui la gemellata organizzazione no profit porta il nome: «È impossibile che noi non ci affacciamo a vedere quanto accade in questo mare e quanto in questo mare si investa crudelmente per far spegnere il senso di solidarietà che c’è sempre stato».

Le vicende della nave Mare Jonio, salpata insieme alla nave Alex nella notte tra il 3 e il 4 ottobre 2018, si intrecciano con la cronaca e con le decisioni politiche di chi, all’epoca, riteneva «fosse possibile far diventare l’odio, la discriminazione, il disprezzo della vita umana regola di governo nel nostro Paese», sottolinea Beppe Caccia, capomissione di Mediterranea Saving Humans.

Contrastare la marea nera di razzismo e xenofobia è l’obiettivo principale dell’attività di Mediterranea Saving Humans, che trova in Anpi l’interlocutore ideale. L’«incontro di anime, storie e forze democratiche, antifasciste e antirazziste», come le definisce Caccia, ha dato vita a una condivisione dei principi costituzionali in nome di un impegno costante nel tempo.
E in un periodo che ha scosso in modo particolare la città di Venezia, aggiungendo alla crisi sanitaria il fenomeno dell’acqua alta, Anpi e Mediterranea confidano nella solidarietà. Un sentimento che lega i popoli e Paesi di qua e di là di un mare che così, oggi più che mai, non separa ma unisce.

Il filmato è realizzato da Antonio Beninati