Si potrebbe dire che a Firenze per partigiani e antifascisti la Martinella non ha mai smesso di suonare. Da 75 anni. Simbolicamente i rintocchi della campana che l’11 agosto 1944 dettero il via all’insurrezione contro gli occupanti nazifascisti continuano a scandire l’impegno quotidiano degli eredi dei combattenti e di quanti hanno a cuore la democrazia. Dando applicazione ai valori della lotta di Resistenza.

Firenze, cimitero monumentale di Trespiano

Quest’anno le associazioni riunite nella giovane Rete democratica fiorentina celebreranno la ricorrenza chiamando a raccolta per la prima volta i cittadini al cimitero monumentale di Trespiano. Non è invece la prima mossa dell’alleanza costituita lo scorso aprile, tappa ulteriore di un percorso che già ha saputo incidere nel tempo presente.

«La forza della lotta partigiana è stata l’unità antifascista e la vicinanza ai cittadini – dice la presidente dell’Anpi provinciale, Vania Bagni –. Condividere le iniziative con le altre associazioni del territorio e soprattutto con le tantissime persone, donne, uomini, giovani, che vogliono operare per il bene comune dà sostanza a un corale bisogno di partecipazione nel segno della solidarietà, dell’accoglienza e della pace, valori propri della lotta di Liberazione».

Cimitero monumentale di Trespiano, le tombe dei fratelli Rosselli, di Piero Calamandrei e il monumento in omaggio alla Divisione Garibaldi

Perché la scelta di Trespiano?

Firenze, Medaglia d’Oro al Valor Militare per il contributo alla Resistenza, è ricca di templi della memoria. Forse questa è la ragione per cui alcuni di quei luoghi vengono meno frequentati. Il cimitero di Trespiano ha un patrimonio di monumenti e tombe importantissimo anche a livello e nazionale eppure è poco conosciuto: c’è il Quadrato dei Garibaldini dove è custodita l’opera dedicata nel 1946 alla Divisione italiana partigiana “Garibaldi” che combatté nei Balcani, c’è il cippo degli internati militari e quello dei deportati, c’è l’ultima dimora dei fratelli Rosselli posta al vertice del Quadrato del Non mollare, la parte del sepolcreto che prende il nome dal giornale clandestino antifascista fondato da Carlo e Nello nel 1925. Anche la loro tomba ha una storia. Assassinati nel ’37 da un’organizzazione fascista francese, su richiesta di Mussolini, mentre erano esuli Oltralpe, vennero seppelliti a Bagnoles de l’Orne, poi le salme furono traslate al cimitero parigino del Père-Lachaise e infine nel 1951 portate a Firenze. Fu Piero Calamandrei a far scrivere l’incisione della lapide: “Giustizia e Libertà, per questo morirono, per questo vivono”. Lo stesso Calamandrei è sepolto lì. E l’iniziativa dell’11 agosto è stata promossa congiuntamente dalla Rete democratica fiorentina proprio per il significato profondo e urgente che assume oggi la testimonianza antifascista.

Anche in una città come Firenze preoccupa il neofascismo?

CasaPound ha aperto una sede in pieno centro storico storico. Si tratta di un fatto nuovo che non sembra destare grande interesse soprattutto in chi è chiamato a garantire la tenuta democratica dei nostri territori. La Rete democratica fiorentina è nata alla vigilia del 25 aprile scorso, per dare corso nel territorio all’alleanza promossa dall’Anpi a livello nazionale. Cemento della Rete è appunto la condivisione del tentativo di arginare il neofascismo sempre più aggressivo che sta dilagando in città. Come associazione dei partigiani abbiamo potuto offrire la nostra competenza e conoscenza dei fenomeni, e con gli altri sodalizi abbiamo avviato corsi di formazione e informazione. È essenziale avere notizie corrette e dettagliate. L’Anpi si è messa a disposizione per dare strumenti utili a chi vive o opera in città: abbiamo pubblicato anche due libri, molto apprezzati, sulle nuove destre, sono ampliamenti e aggiornamenti di articoli pubblicati da Patria Indipendente, e uno dei volumi è dedicato al territorio.

Firenze, piazza della Repubblica (Imagoeconomica)

Quindi la Rete dà voce alla maggioranza dei cittadini, antifascisti.

Ha dato risposta a un bisogno corale di unità democratica e organizzazione. Con le associazioni che ora ne fanno parte avevamo già realizzato numerose iniziative, anche esperienze importanti che hanno mobilitato un numero incredibile di persone nel testimoniare solidarietà concreta. Per esempio quando due anni e mezzo fa, in pieno inverno, i decreti sicurezza Salvini avevano espulso dai centri di accoglienza decine di persone, costringendole a dormire all’addiaccio. Non potevamo rimanere alla finestra e così con Arci Firenze, l’associazione Anelli mancanti, Cgil, Libertà e Giustizia, la Rete degli studenti medi e l’Udu, Diaconia Valdese e altre associazioni, reagimmo. Istituimmo un fondo, il Buono notte, per pagare l’ospitalità ai migranti in ostelli. Ebbene, c’è stata una meravigliosa gara di solidarietà tra i cittadini, riuscendo a garantire un tetto per la notte a circa 60 persone per un totale più o meno di 1.200 notti. Questo progetto ha prodotto un meccanismo virtuoso per cui anche oggi, grazie all’allargamento di collaborazione tra associazioni del territorio, si impedisce che persone senza dimora siano costrette a dormire per strada. La Rete democratica fiorentina è formata da tutto quel gruppo di associazioni a cui se ne sono aggiunte altre che, pur diverse per missione e tradizioni politiche e storiche, si riconoscono nell’antifascismo: Aned, Azione Gay e Lesbica, la Cisl, il Comitato Difesa della Costituzione, i Giuristi Democratici, Libera e gli scout della Cngei, che hanno addirittura nello statuto la pregiudiziale antifascista. Ed è un gran bel risultato aver deciso insieme con la Rete di celebrare la Liberazione di Firenze a Trespiano.

Una delle Strade di Liberazione dello scorso 25 aprile. Seconda da sinistra, la presidente del provinciale Anpi Firenze, Vania Bagni

Come verrà declinata l’iniziativa dell’11 agosto?

La Rete non mancherà di essere presente alle commemorazioni istituzionali e dunque sarà una doppia festa. Al cimitero di Trespiano ci tratterremo l’intera mattinata e si terrà una deposizione di fiori. Tutta la cittadinanza è invitata: la Rete ha fatto sua l’iniziativa che l’Anpi nazionale ha lanciato per la ricorrenza nazionale della Liberazione perché a Firenze ha avuto una risposta straordinaria, spesso silenziosa e commuovente. In migliaia, nel più assoluto anonimato, hanno voluto lasciare un fiore bianco o rosso nelle strade intitolate a donne e uomini della Resistenza e ad antifascisti. Sulla collina di Trespiano renderemo omaggio ai nostri morti per la democrazia, saremo tra le tombe di giganti del pensiero libero che ancora tanto hanno da insegnare a tutti noi.