Assistere a una riunione del Comitato nazionale Anpi riserva sempre sorprese, buone sorprese. Nonostante, o meglio, soprattutto in un momento così critico della storia democratica del Paese. E così è stato anche lo scorso 27 ottobre nella sede nazionale dei partigiani, a Roma. Più volte abbiamo scritto della lungimiranza e della capacità reattiva e immediata dell’associazione pure nelle contingenze più delicate. Non siamo stati smentiti neppure in questa occasione.
Era il primo incontro del massimo organo dirigente nazionale dopo eventi dalla portata simbolica formidabile e dirompente sulla scena civile e politica: quell’infinito pomeriggio neroventennio con la devastazione neofascista alla Cgil (non accadeva dal 1922); il tentato assalto a Palazzo Chigi e Montecitorio (una sorta di Capitol Hill italiana); l’irruzione furente in un Pronto soccorso capitolino. E anche la prima occasione di confronto e analisi sulla risposta solidale e immediata arrivata dai territori e poi con la manifestazione nazionale in piazza San Giovanni. Ancora. Era necessario valutare il risultato elettorale delle ammnistrative; replicare agli attacchi di una parte del centrodestra alla libera ricerca storica e pure al riaffacciarsi del progetto di autonomia differenziata, verso cui il sodalizio resistente ha sempre espresso un ragionato e motivato dissenso. Argomenti di prima linea per l’attività di vigilanza democratica che l’Anpi esercita ogni giorno a livello locale e nazionale.
Rispetto al passato, la riunione ha registrato una larga partecipazione in presenza, resa possibile dai vaccini e dalla voglia di non mancare a un evento importante per i sentimenti di chi appartiene all’organizzazione antifascista: lo stupendo spettacolo promosso la sera precedente nella capitale in memoria di Carla Nespolo, scomparsa un anno fa.
Una kermesse artistica che ha riempito e animato il Teatro Argentina nonostante fosse trasmessa in diretta Facebook, come in precedenza la commemorazione in Senato e quella ad Alessandria, la città dove viveva la compianta presidente nazionale.
Nella sede partigiana, la riunione del Comitato nazionale, presieduta dal vicepresidente vicario nazionale Anpi Carlo Ghezzi, ha proceduto a tambur battente (pur avendo imparato come il tempo sia prezioso per gli eredi della Resistenza, vedere in atto concentrazione e dinamismo è sempre fonte di fiducia nella competenza operativa dell’associazione), avviata dalla relazione del presidente nazionale Anpi Gianfranco Pagliarulo. Una puntuale e lucida disamina della situazione attraversata dal Paese accompagnata da proposte capaci di trasformare i ragionamenti in azioni (frutto, va ribadito, di confronti e riflessioni al centro delle riunioni della Vicepresidenza e della Segreteria nazionali).
Il presidente nazionale Anpi ha però voluto cominciare a illustrare la sua relazione dall’ottimo risultato delle iniziative dedicate a Carla Nespolo, dunque non propriamente politiche. Perché ciò che conta nell’associazione, e ne fa un punto di riferimento della società civile, è proprio il senso “fortissimo di comunità”, avvalorato una volta di più nella manifestazione di affetto verso il ricordo di “una donna della Repubblica” oltre a essere “un potente strumento di relazione esterna e di unità sociale, politica e istituzionale”.
Le considerazioni di Pagliarulo si sono poi soffermate sulla recente tornata elettorale e, soprattutto, al di là dei risultati delle urne, su un elemento preoccupante per chi ascolta ogni campanello di allarme per la democrazia e chiede l’applicazione piena del dettato costituzionale: l’astensionismo. Dilagante nell’ultima consultazione e cartina di tornasole nella sfiducia nei partiti, “attualizza un costante e sempre più drammatico problema di sconnessione fra società e Stato, fra popolo e istituzioni”, ha rimarcato il presidente nazionale Anpi.
A riprova dell’ormai proverbiale capacità dell’associazione nel saper guardare all’oggi è stata la valutazione del movimento no vax e no green pass coacervo di realtà diverse e distanti ma dalla “natura prevalentemente reazionaria” e che sfrontatamente – ha detto Pagliarulo – si è appropriato di slogan e simboli appartenenti a ben altra storia: quella della lotta di Liberazione dal nazifascismo. E ha invitato i componenti il Comitato a raccontare la situazione nei loro territori per poter rispondere con la massima attenzione, esattezza e fermezza “ai pericoli insiti in un movimento a trazione irrazional-fascista”.
Quel pomeriggio di ottobre da biennio nero con lo scempio della sede Cgil ha proseguito il presidente, ha mostrato anche quanto sia indifferibile “tenere alta la bandiera dello scioglimento delle organizzazioni neofasciste”, più volte invocato dall’associazione, e da rilanciare (su proposta della Segreteria) con una conferenza stampa da promuovere insieme al Forum delle associazioni resistenziali.
L’intento è di rinnovare al governo la richiesta di ricorso allo strumento del decreto legge, previsto alla legge Scelba in caso di urgenza e tuttavia finora mai utilizzato, abbinandolo a proposte concrete indirizzate al parlamento (la “modifica della legislazione sulla toponomastica affinché sia vietata l’attribuzione di nomi a personalità fasciste”; l’attribuzione “legislativa di una responsabilità amministrativa alle organizzazioni i cui membri abbiano compiuto dei reati”), e di operare con le istituzioni locali invitando i sindaci, in particolare i nuovi eletti, ad adottare delibere sulla concessione di spazi pubblici solo a chi sottoscrive l’impegno di rispettare la Costituzione.
Pagliarulo ha inoltre chiesto mandato al Comitato nazionale un mandato per la costituzione dell’Anpi come parte civile nel futuro il processo contro i responsabili dell’assalto alla Cgil e al Pronto soccorso. In un momento in cui vengono attaccati i lavoratori e si devastano le sedi sindacali, la replica è nell’azione e nella pratica antifascista. Ed ecco dunque l’annuncio della convocazione, in calendario due giorni dopo, del tavolo della “grande alleanza” (e così è stato, tra proposte avanzate dal presidente Pagliarulo in quel successivo contesto, e approvate, c’è la nascita di una ristretta struttura operativa che si riunirà a scadenze fisse).
In conclusione, il presidente Anpi ha sollecitato un confronto sul tema dell’autonomia differenziata (materia di uno dei tre odg poi approvati dal Comitato nazionale, potete leggerli qui). Il riconoscimento di maggiori forme di autonomia alle Regioni a statuto ordinario è prevista sì in Costituzione, ha specificato Pagliarulo, ma alla luce dei princìpi di solidarietà e prossimità. La chiave di lettura? Le prime parole dell’art. 5, la Repubblica è una e indivisibile, “per mettere a valore i princìpi di mutualismo solidale senza i quali prevarrebbe l’egoismo territoriale”, inasprendo un problema storicamente determinato: la questione meridionale.
La parola è quindi passata al vicepresidente vicario Ghezzi per ragguagliare su alcuni aspetti logistici del 17° Congresso. “Su mandato affidato nella precedente riunione del Comitato nazionale, la Segreteria nazionale”, ha detto il numero due dell’Anpi, ha scelto di tenerlo nella città Riccione, al Palacongressi, e confermato l’ipotesi di svolgerlo dal 24 al 27 febbraio. Quindi ha proposto uno schema dei lavori per rispettare l’obiettivo di realizzare un congresso partecipato e “aperto agli esponenti delle tante realtà con le quali opera l’associazione in Italia e all’estero”.
Perciò, nella previsione di numerosissimi interventi, ha proseguito il responsabile nazionale dell’organizzazione partigiana, si è ritenuto “utile garantire un intervento per ognuna delle strutture provinciali Anpi, e due per le strutture più significative”. Ed ecco l’indicazione di una scaletta, serrata naturalmente, cioè al passo veloce e incisivo dell’Anpi: aprire il Congresso nella mattinata del 24 febbraio e dedicare “tre serate ad altrettanti temi”, una sui diritti “con una specifica e qualificata con tavola rotonda”, una seconda al memoriale Noi partigiani, e una terza riservata ai lavori congressuali. Inoltre, nel rispetto di una collaudata e tradizionale prassi, il 23, febbraio pomeriggio, cioè il giorno precedente all’avvio dell’Assise, la convocazione del Comitato nazionale.
Con la concretezza che lo contraddistingue, il vicepresidente nazionale vicario Anpi ha proseguito: “Il lavoro delle commissioni congressuali dovrà svolgersi prevalentemente, anche se non esclusivamente, di sera” e così “le eventuali riunioni delle delegazioni regionali”. Il suggerimento è che siano convocate dal coordinatore regionale (laddove la funzione esiste), coadiuvato durante i lavori “in questa specifica funzione” dal presidente provinciale del capoluogo di ogni singola regione. “Sappiamo – ha precisato – che i coordinamenti regionali decadono con la celebrazione del congresso nazionale”, per cui l’orientamento “è di rinviare a dopo la conclusione del congresso la formazione e la definizione di tali organismi”, per poter essere insediati “in stretto raccordo con nuovi organismi dirigenti eletti dal 17° Congresso”.
Ghezzi ha poi sottoposto alla valutazione del Comitato nazionale una richiesta sollevata da chi nelle assise generali precedenti ha fatto parte della commissione politica, che ha il compito di approvare gli emendamenti al documento congressuale presentati dai congressi provinciali e di portarli in plenaria. L’esperienza ha infatti insegnato come possa divenire estenuante, in un lasso di tempo ristretto, esaminare ed esprimere un motivato parere sull’accettabilità, la parziale riscrittura o ancora l’unificazione con altri testi simili sullo stesso argomento. Soluzione possibile è la nomina di una nuova commissione, puramente istruttoria – “senza sottrarre funzione alcuna” né “la piena e totale autonomia” alla commissione congressuale –, per raccogliere, ordinare e catalogare le variazioni avanzate nei territori e consegnarle alla Politica al momento dell’insediamento. L’Istruttoria comincerebbe a operare verso la fine del mese di gennaio, quando i verbali dei congressi provinciali, accompagnati dagli emendamenti approvati, inizieranno ad affluire all’Anpi nazionale.
Il vicepresidente vicario ha concluso informando sugli andamenti dei congressi di sezione già svolti e, con una punta di orgoglio, ha sottolineato l’alta partecipazione, con presenze del 40/50 % degli iscritti aventi diritto, il clima di “massima pacatezza e serenità”, e “l’espressione di un consenso larghissimo al documento congressuale in discussione”. Poi è stata la volta di Carla Argenton, responsabile amministrativo Anpi, per illustrare il bilancio associativo. Un rendiconto in pareggio per merito del sapiente utilizzo dei fondi disponibili. Così anche quelli riservati al Congresso, accantonati lo scorso anno, andranno spesi con parsimonia per evitare il rischio di non avere sufficiente copertura.
Il tema “economico”, ha puntualizzato il vicepresidente vicario Ghezzi, è intrinsecamente collegato a una questione “politica”, perché l’associazione è ripetutamente attaccata dalla destra con l’accusa di sopravvivere solo per le sovvenzioni statali (corrispondenti invece appena al 10 per cento delle entrate e ancorato ai progetti di ricerca realizzati). Da qui l’idea di rendere pubblico ben un anno prima di quando prevede la legge sul Terzo settore il bilancio preventivo per sconfessare le offensive ricorrenti di FdI-Lega-&co, rivelandone con i dati reali le mire strumentali.
Nell’Anpi non si approva nulla senza prima discuterne insieme e se parlavamo di “buone sorprese è proprio perché l’associazione dimostra sempre di saper “stare sul pezzo” e di rispondere attivamente nel segno dell’unità antifascista. Molto interessante per l’osservatore infatti è stato anche l’intero dibattitto sulle relazioni del presidente e del vicepresidente vicario. Nei sette minuti concordati (controllati dall’inflessibile e pragmatico Ghezzi, parafrasando il grande giornalista Luigi Pintor “non c’è nulla che non possa dire disponendo di quell’arco temporale”), gli interventi hanno spaziato e spesso arricchito tutti gli argomenti.
Dall’identikit dei no vax a Genova, dove i veri lavoratori del porto hanno preso le distanze dalla protesta, ritratto da Massimo Bisca, alla differenza con gli anti green pass milanesi descritta da Roberto Cenati. Filippo Giuffrida Repaci ha informato su un dibattito tenuto a Strasburgo in cui, sulla base di dati Europol, si è ignobilmente e falsamente affermato che la preoccupazione maggiore e derive violente in Italia è generata non dalla destra estrema ma da gruppi di sinistra.
A entrare nel merito della proposta della costituzione di parte civile dell’Anpi per l’assalto alla Cgil è stato l’avv. Emilio Ricci, spiegando che a norma di legge, quando le indagini sono ancora in corso, è possibile costituirsi solo come “parte offesa”; Vincenzo Calò ha ricordato come proprio l’associazione dei partigiani abbia denunciato con largo anticipo e a più riprese il pericolo neofascista; la necessità di insistere di concerto con il Forum per lo scioglimento delle organizzazioni dell’estremismo nero è stata caldeggiata da Mari Franceschini, Fabrizio De Sanctis (“alle amministrative capitoline a fare da traino ai candidati del centro-sinistra è stato anche l’antifascismo”), Ermete Fiaccadori e Mario Vallone.
C’è chi come Claudio Maderloni si è soffermato sull’avvedutezza dei partigiani quando nel 2006 hanno aperto alle nuove generazioni, percependo già la crisi profonda dei partiti. Anche sulla battaglia toponomastica sono arrivati spunti: Ada Filosa, per esempio, ha suggerito che nel caso di intitolazioni a partigiani, oltre al nome sia espresso anche il contributo alla lotta di Liberazione. Sulle modalità dei lavori congressuali sono stati Piero Cossu, Floriana Rizzetto e Tamara Ferretti a esprimere parere favorevole a una commissione istruttoria e quest’ultima ha inoltre chiesto, a nome del Coordinamento Donne Anpi di riservare nel Congresso uno spazio all’incontro delle delegate e al ricordo di Carla Nespolo.
Il tema sollevato da Dino Spanghero, coordinatore del Friuli-Venezia Giulia, è il primo risultato della famigerata mozione approvata nel 2019 dal Consiglio regionale (una simile è stata adottata anche in Veneto), che ha preso a bersaglio anche l’Anpi e la rete degli Istituti storici. Si tratta dell’esclusione dallo stand della Regione FVG, presente al Salone del libro di Torino, di una casa editrice rinomata dagli studiosi per l’esattezza scientifica con cui tratta le vicende del Confine orientale, della Resistenza, delle foibe e dei campi di concentramento fascisti. Sulla vicenda e l’atteggiamento censorio di una delle istituzioni della Repubblica, il Comitato nazionale ha preso una durissima posizione con il secondo degli odg approvato. E ancora la difesa della correttezza storica, sempre più spesso asservita a una retorica aggressiva e bellicista è stata l’argomento del terzo odg, con cui si è replicato ad alcune celebrazioni del Milite Ignoto, nel centenario della traslazione della salma all’Altare della patria.
La parola è infine così tornata al presidente nazionale Anpi che ha assunto le proposte emerse nel dibattito, in particolare segnaliamo: la costituzione dell’associazione come “parte offesa” dalle violenze neofasciste contro la Cgil, suggerendo, per quanto riguarda le proposte di legge sulle organizzazioni neofasciste, di coinvolgere il presidente emerito Anpi e avvocato, Carlo Smuraglia, oltre a Emilio Ricci; l’inserimento di maggiori indicazioni nelle intitolazioni toponomastiche, Gianfranco Pagliarulo ha poi preso atto delle opinioni favorevoli sulla conferenza stampa per lo scioglimento delle organizzazioni dell’estremismo di destra; sulla pubblicazione online del bilancio associativo; sull’esigenza di istituire una commissione istruttoria per gli emendamenti congressuali; e sui tre odg.
Dichiarata conclusa la riunione, dopo intense ore di lavoro, ci si sarebbe aspettato che i presenti sciogliessero le righe. Invece no. Perché l’associazione dei partigiani è comunità, molto esigente invero, ma quanto pretende in impegno e dedizione sa restituirlo in unione di intenti, visioni future e anche affetto. E abbiamo lasciato quelle donne e quegli uomini a scambiarsi esperienze e sorrisi, nella certezza che l’Anpi c’è.
Pubblicato mercoledì 10 Novembre 2021
Stampato il 11/12/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/primo-piano/anpi-dove-democrazia-e-partecipazione-vanno-veloci/