Dongo non sia macchiata di fascismo. È questo, in sintesi, l’appello forte, accorato lanciato dalla Sezione Anpi di Dongo e dal Comitato provinciale di Como – col sostegno della Segreteria nazionale Anpi – affinché il 2 maggio non si debba assistere al teatro illegale delle celebrazioni neofasciste di Benito Mussolini.

In realtà, ri-assistere, perché ogni anno tante camicie nere si danno appuntamento liberamente nella località sul lago di Como come se leggi vigenti e Costituzione fossero particolari trascurabili.

All’Anpi stanno rispondendo, per passione e dovere antifascisti, cittadine e cittadini, associazioni democratiche, sindacati e parlamentari. È di oggi la notizia di interrogazioni al ministro dell’Interno da parte dell’on. Andrea De Maria e dei sen. Sandro Ruotolo, Loredana De Petris e Vasco Errani per chiedere alla Guardiasigilli se intenda assumere provvedimenti e, aggiungono i senatori, “quali iniziative urgenti e incisive intenda assumere per contrastare efficacemente la diffusione di idee violente e razziste da parte dei gruppi neofascisti e neonazisti”.

Perché resta apertissimo il problema di come affrontare efficacemente, e dunque complessivamente, l’attivismo violento della galassia nera.

Non sappiamo cosa accadrà il 2 maggio, naturalmente tutti confidiamo in un normale sblocco positivo della vicenda, ossia il blocco della manifestazione, resta però la buona notizia di un’Italia che proprio ieri, ossia il 25 aprile, ha dato dimostrazione di una solida appartenenza alle radici antifasciste e partigiane, di una vitalità civile, dunque, che fa ben sperare in un futuro finalmente ripulito dalle scorie del periodo più disastroso, sanguinario e infamante che il Paese abbia sopportato: il ventennio di sua eccellenza la criminalità Benito Mussolini.