In una giornata di primavera, si è svolta la commemorazione del 77° anniversario del rastrellamento del Quadraro, il più feroce subito da Roma dopo quello del Ghetto nell’ottobre del 1943. La manifestazione è stata organizzata dalla locale sezione Anpi “Nido di vespe” e dall’associazione “Enrico Berlinguer” e si è tenuta nel cuore del quartiere, all’aperto e nel rispetto delle norme anticovid. Diverse centinaia di persone hanno preso parte all’incontro pubblico, aperto dalle riflessioni degli organizzatori: Paola Oliva, dell’Anpi “Nido di vespe”, e Claudio De Feo, dell’associazione intitolata al leader politico.

La prima ha ripercorso le vicende del rastrellamento, sottolineando la necessità di tenere alta la guardia perché “quanto accaduto potrebbe ripresentarsi, perché in molte parti del mondo il dramma della sopraffazione e della deportazione si ripete e ripropone analoghe sofferenze”. Ha quindi ricordato il grande contributo dato dalle donne del Quadraro e, più in generale, dalle donne alla Resistenza e alla difesa della democrazia. Ha poi ricordato il contesto che portò al rastrellamento, rimarcando l’impegno delle istituzioni in collaborazione con l’Anpi nazionale che ha di fatto finanziato il progetto affinché il monumento che ricorda quel drammatico evento venga restaurato

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, alla commemorazione del rastrellamento del Quadraro. A sinistra dello scatto Vincenzo Calò, componente della Segreteria nazionale Anpi

Molto apprezzata è stata la partecipazione del ministro della Salute, Roberto Speranza. Nel suo breve saluto, ha ringraziato l’Anpi per il suo impegno sulla memoria e a difesa della Costituzione. Ha inoltre ricordato quanto i diritti siano fondativi della nostra società e, tra essi, quello alla salute, che deve essere garantito a ogni cittadino senza distinzioni di ceto, livello di istruzione o etnia.

È su questa linea di connessione tra gli ideali e i valori della Resistenza e le lotte per l’uguaglianza e la giustizia sociale che si sono soffermati gli interventi che si sono succeduti.

Tra le tante cose dette, scegliamo due immagini emblematiche di un filo conduttore comune. “La Resistenza non è l’ancora a cui ci aggrappiamo, ma la bussola che ci indica il cammino anche oggi.

Se, durante l’occupazione nazista, si diceva che mezza Roma nasconde l’altra metà, oggi, durante questa pandemia devastante, possiamo dire che, anche qui al Quadraro, la solidarietà è stata forte e che… mezzo quartiere ha aiutato l’altra metà che non ce la faceva”. E ancora, a rimarcare l’importanza di un forte spirito solidale: “Non è vero che, in questa pandemia, stiamo tutti sulla stessa barca. Siamo tutti dentro la stessa tempesta, solo che alcuni l’attraversano sullo yacht e altri su una zattera. La nostra lotta, che viene dalla lotta partigiana, è quella, invece, di mettere tutti nelle medesime condizioni e quindi di stare dalla parte di chi oggi non ce la fa”.

Uno scatto dalla cerimonia tenutasi la mattina del 17 aprile alla presenza dei rappresentati capitolini, della Regione Lazio e dell’Anpi

È proprio dalla connessione tra gli ideali e i valori della Liberazione e la lotta per l’uguaglianza e i diritti sociali deriva il grande insegnamento della Resistenza popolare e la sua eredità morale. In questo modo, si sottolinea l’attualità storica e politica del rastrellamento nazista del Quadraro, quartiere popolare e operaio, colpito con ferocia perché considerato un “nido di vespe”: un nome, questo, che la locale sezione Anpi ha voluto fare proprio per rappresentare la continuità di quella lotta.

Vincenzo Calò, componente della Segreteria nazionale Anpi

Nell’intervento conclusivo, Vincenzo Calò, della segreteria nazionale dell’Anpi, ha ripreso i vari spunti per ricondurli dentro la cornice dell’impegno quotidiano dell’associazione dei partigiani per la democrazia e contro ogni discriminazione. Calò ha ribadito con grande energia: “Ricordiamo che i nazisti non hanno fatto tutto da soli, erano aiutati dai fascisti. Ricordiamo che i rastrellati del Quadraro per oltre due mesi furono rinchiusi nel campo di concentramento di Fossoli, in Emilia Romagna, quindi sotto la responsabilità dei fascisti italiani. Noi non siamo due parti, gli antifascisti e i fascisti: noi siamo la parte, quella della democrazia, e loro sono la negazione della democrazia. Non esiste, quindi, un fascismo buono: esiste il fascismo, alleato e servo del nazismo e, ancora oggi, fautore del razzismo, della discriminazione e della sopraffazione. Noi ci siamo e ci saremo sempre ogni volta che c’è da combattere una discriminazione, ogni volta che c’è da difendere uno straniero che viene emarginato o che un ragazzo o una ragazza omosessuali vengono colpiti o dileggiati”.

Una bella giornata insomma nella periferia romana, con un vento dolce di primavera e di libertà.

Uno scatto dalla manifestazione della mattina, presenziata dalla sindaca Virginia Raggi insieme ad alcuni assessori capitolini e dal presidente del Comitato Anpi provinciale di Roma, Fabrizio De Sanctis, e componente della Segreteria dell’associazione dei partigiani

Al mattino ricordiamo la cerimonia ufficiale, con la deposizione di fiori al monumento evocativo del rastrellamento, alla presenza della sindaca Raggi, dei rappresentanti del Municipio e del presidente del Comitato provinciale Anpi di Roma, Fabrizio De Sanctis. Insieme in un gesto altamente simbolico per rimarcare l’impegno assunto dall’amministrazione comunale, grazie al finanziamento dell’Anpi nazionale, nella riqualificazione di un simbolo della Resistenza e del prezzo pagato dalla popolazione per conquistare la libertà.

Sezione Anpi “Nido di vespe” – Quadraro/Cinecittà