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Com’è ben noto, la Costituzione reca espressamente pochissimi requisiti di eleggibilità alla carica di Presidente della Repubblica: essere cittadino italiano, aver compiuto cinquant’anni d’età e godere dei diritti civili e politici (art. 84 della Costituzione). Pertanto, solo una persona interdetta o inabilitata (artt. 414 e seguenti del codice civile) o condannata con sentenza irrevocabile alla pena accessoria della interdizione dai pubblici uffici (artt. 28, 29 del codice penale) non è eleggibile in base a tali requisiti.
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Ai requisiti espliciti vanno però aggiunti quelli che potremmo intendere come requisiti impliciti, di “etica costituzionale”, si potrebbe dire. In estrema sintesi, chi della Costituzione è “il supremo tutore” (l’espressione volta a definire il ruolo del Presidente della Repubblica è del grande maestro del diritto pubblico, Costantino Mortati) deve amare autenticamente la Costituzione: i principi e i valori che essa contiene.
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La carica si addice quindi a chi più credibilmente incarna tali principi e valori (di seguito sintetizzati), facendone costante e assidua guida per la propria vita, “pubblica e privata”.
Il valore della coesione sociale, che implica uno stabile impegno teso alla riduzione di ingiuste differenze, la propensione verso l’altruismo piuttosto che verso l’egoismo, l’attenzione per il prossimo, la cura e lo sviluppo dei beni comuni.
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Il valore della rettitudine e della trasparenza personale, che non ammette di appellarsi alla tutela della riservatezza come scudo per coprire “opacità private” (la “doppia morale” non è in sintonia con l’ideale costituzionale).
Il valore dell’intervento pubblico costante, normale (non solo in momenti eccezionali) al fine di affermare uno sviluppo economico equilibrato, rispettoso della dignità delle persone e dell’ambiente (i principi costituzionali in materia economica sono chiari in questo senso, e quindi escludono in radice ogni eventuale “ricetta” puramente liberista).
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Il valore della adeguata rappresentatività del Parlamento in relazione alla autentica consistenza delle forze politiche nel Paese in termini di consenso: il Parlamento quale sede fondamentale di esercizio della sovranità popolare.
Il valore della indipendenza di giudizio degli organi giurisdizionali, non influenzabili o dominabili da organi di indirizzo politico o da potentati di vario genere.
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Il valore della cosa pubblica, nelle sue molteplici declinazioni, è ciò da sentire autenticamente come bene comune, di interesse prioritario: scuola, università, beni culturali, ospedali, trasporti, parchi, forze dell’ordine, insegnanti, funzionari, assistenza alle persone anziane e ai più fragili, protezione civile, promozione delle “imprese sostenibili” e del “lavoro gratificante”.
Il valore dell’unità del Paese, pure con il favore per ogni forma di autonomia delle istituzioni locali, come aspetti sociali naturali.
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Chi ammicca alla secessione mai potrebbe degnamente coprire la carica di Presidente della Repubblica. Anzi, l’unità andrebbe vissuta già come sentimento e come punto d’orgoglio personale, nella consapevolezza che fanno parte della propria, ricca identità culturale sia un verso di Salvatore Quasimodo che un brano di Cesare Pavese; sia il gotico lombardo che il barocco leccese.
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Quindi, la questione della legittimazione a essere eletto o eletta Presidente della Repubblica non si risolve con la mera verifica dei requisiti giuridici: essa comprende una verifica, profonda quanto necessaria, relativa alla dignità e alla “meritevolezza costituzionale” della persona rispetto alla più alta carica, valutando il complessivo percorso della sua vita secondo i principi e i valori costituzionali, al fine di eleggere chi potrà poi giurare con dignità (sua e del Paese): “Il Presidente della Repubblica, prima di assumere le sue funzioni, presta giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione dinanzi al Parlamento in seduta comune”, come scritto nell’articolo 91 della Costituzione.
Maurizio Malo, docente di diritto pubblico-costituzionale Università di Padova, presidente della associazione “Viva la Costituzione”
Pubblicato lunedì 24 Gennaio 2022
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