I resti della chiesa di Amatrice, foto di Alberto Orsini (da http://sb.ecobnb.net/app/uploads/sites/2/2016/08/Terremoto-Amatrice-010.jpg)
I resti della chiesa di Amatrice, foto di Alberto Orsini (da http://sb.ecobnb.net/app/uploads/sites/2/2016/08/Terremoto-Amatrice-010.jpg)

L’orologio di Amatrice fermo alle 3,36 dal 24 agosto, il campanile crollato di Accumoli resteranno il simbolo del terremoto di magnitudo 6 che ha devastato l’area fra Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, provocando 295 morti e centinaia di feriti, distrutto case e messo in ginocchio la popolazione dei territori coinvolti.

Nella rete di solidarietà messa in moto dalla società civile anche l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha scelto, come già in passato, di fare la sua parte. “L’ennesima catastrofe naturale per cui si attiveranno, ne siamo certi, tutte le sensibilità e competenze necessarie per risollevare materialmente e moralmente l’esistenza di questa sfortunata porzione d’Italia – spiegava a poche ore dal sisma un comunicato della Segreteria Nazionale ANPI –. Le locali Sezioni, cui va il nostro pieno sostegno, non faranno mancare la loro fattiva collaborazione”.

Così è stato. Ognuno dei Comitati provinciali si è organizzato con la Protezione civile in ogni regione del Paese per offrire il contributo degli iscritti. E sono molteplici le iniziative promosse in occasione delle Feste che durante l’estate organizzano le sezioni dell’Associazione. Obiettivo: raccogliere fondi da devolvere in sostegno della gente di Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto.

A Varese, per esempio, la Festa dell’ANPI provinciale tenutasi dal 2 al 4 settembre nelle strutture della Schiranna, ha proposto nel menù dei punti di ristoro della manifestazione una “Amatriciana solidale”.

A Marzabotto la memoria attiva e la solidarietà sono patrimonio comune, collaudato. La città martire del nazifascismo quattro anni fa fu colpita dal sisma che sconvolse numerose località dell’Emilia Romagna e della Lombardia.

«Nella Festa della Resistenza che si terrà dal 23 al 25 settembre al Parco Bottonelli – racconta Federico Sandrolini, giovane vigile del fuoco “discontinuo”, già segretario della sezione e ora nel direttivo – non solo proporremo una pasta all’Amatriciana per devolvere le somme raccolte alla Protezione civile per l’emergenza del terremoto. Abbiamo scelto di acquistare l’ingrediente essenziale, il guanciale, in una azienda agricola di Accumoli. È un aiuto concreto».

L’esperienza purtroppo insegna quali sono le modalità per ricominciare col piede giusto: «Abbiamo fatto ricorso all’organizzazione messa in piedi nel 2012 per la Terza Festa Nazionale ANPI tenutasi nei luoghi della strage di Monte Sole – continua Sandrolini –. Allora si organizzarono raccolte di fondi, incontri fattivi con sindaci delle aree colpite e si sperimentarono nuove modalità di contributo».

Soprattutto il sostegno offerto ai caseifici del parmigiano reggiano distrutti dalle scosse permise all’economia e alle Comunità dell’Emilia Romagna di ripartire subito nella ricostruzione. «Le forme del famoso formaggio erano in frantumi e non avrebbero potuto essere vendute – ricorda il dirigente dell’ANPI Marzabotto –. Scattò una gara di solidarietà e grazie agli acquisti consapevoli si poté ricominciare, offrendo comunque un prodotto di altissima qualità».

Il vigile del fuoco “discontinuo”, Sandrolini, sarà stabilizzato a breve dopo dieci anni di attività alle spalle (partecipò ai soccorsi per le alluvioni in Versilia, Alessandria, Sarno, tutte con decine di morti). In quest’ultimo drammatico evento, anche con altre associazioni del territorio, ha contribuito alla logistica dei soccorsi immediati e all’allestimento delle tende nei campi. «Le persone hanno difficoltà a lasciare i luoghi dove hanno vissuto, noi possiamo capire benissimo il loro stato d’animo – spiega –. Poi ci sono i traumi psicologici, si ha sempre paura di nuovi crolli. Le tende danno un senso di sicurezza».

Il futuro è la nuova sfida. «Vi aspettiamo alla Festa della Resistenza a Marzabotto – conclude Federico Sandrolini – per mangiare insieme l’Amatriciana con quel guanciale speciale, capace di dare il giusto e consapevole sapore alla solidarietà».