Il patrocinio del Comune al festival “Todi Città del Libro” c’è e rimane, però quelle sulla “fantomatica Costituzione fondata sull’antifascismo” sono «affermazioni assurde» che non si sente assolutamente di condividere, il sindaco del Comune umbro, Antonino Ruggiano. «Riconosco il valore antifascista della Costituzione del ’48» sottolinea. Lui, per quel che lo riguarda, ha le idee chiare: «Oggi mi sento antifascista allo stesso modo in cui mi sento anticomunista».
Ruggiano è un maestro di equilibrismo. E d’altronde non si spiegherebbe altrimenti la capacità dell’attuale primo cittadino di Todi – eletto nel 2017 sotto le insegne di Forza Italia, ma già una prima volta nel 2007 –, una esperienza nei compassati Lions Club – di andare a braccetto con i moderati nostalgici della vecchia Dc e con i fascisti del terzo millennio di CasaPound, con cui si trova a sedere nella giunta comunale.
Dello stare in mezzo, un po’ e un po’, Ruggiano ne ha fatto un’arte in questi giorni. La rogna con cui si cimenta è appunto il festival “Todi Città del Libro” che si terrà dal 17 al 20 giugno. Una kermesse pseudoletteraria saldamente gestita e controllata dall’estrema destra. Di destra sono gli editori. Di destra gli autori. Di destra gli organizzatori. Poi c’è il capitolo dei relatori: a parte l’onnipresente Mughini sono tutti ascrivibili alle posizioni neo cons e sovraniste.
Basti pensare a Costanza Miriano, giornalista che nel 2011 ha dato alle stampa “Sposati e sii sottomessa”, che non è come si potrebbe pensare d’acchito una bella provocazione ma proprio un programma politico-culturale che vorrebbe far fuori 50 anni di lotta per l’emancipazione femminile.
O ancora a Marco Gervasoni, autore mesi fa di un tweet in cui sosteneva che la nave Sea Watch doveva essere affondata una volta sbarcati tutti i migranti: “Ha ragione Giorgia Meloni la nave va affondata. Quindi Sea watch bum bum, a meno che non si trovi un mezzo meno rumoroso”.
Ad organizzare “Todi Citta del libro” è l’associazione “Castelli di carta”, legata a doppia mandata con gli ambienti vicini a CasaPound.
Referente dell’ufficio stampa, per dire, è Adolfo Spezzaferro, firma del Primato nazionale. Uno che dopo le sacrosante polemiche del centrosinistra cittadino e non solo che chiedeva (e chiede ancora) a viva voce al Comune e alla Regione Umbria di ritirare il patrocinio alla manifestazione ha vergato un comunicato stampa che bolla le proteste delle forze antifasciste «come improvvida provocazione», che, aggiunge sibillino potrebbe creare «problemi di ordine pubblico».
Ma il passaggio più grave dell’aspirante podestà è quello che segue: «Sì, lo sappiamo: già tante volte abbiamo letto di questa fantomatica “Costituzione fondata sull’antifascismo”, che esiste soltanto nelle menti degli antifascisti».
E torniamo al nostro Ruggiano. Che se potesse rimandare indietro la pellicola farebbe un bel rewind. Però non si può e dunque non gli resta che fare sfoggio di cerchiobottismo, sperando che tutto si sgonfi. «Su Todi città del libro si è messo in piedi un meccanismo che posso pure comprendere, ma fino a un certo. In fondo i relatori presenti sono tutti persone civili».
La domanda arriva a bruciapelo: Sindaco, ma lo sa che la Costituzione della Repubblica italiana è stata controfirmata da un signore di nome Umberto Terracini, un comunista? «Certo che lo so. E aggiungo che Terracini è stato un politico di grande spessore». Chissà se il suo collega di CasaPound in giunta e gli organizzatori della kermesse la pensano come lei? «Lo chieda a loro». Sindaco, dica la verità, sono fascisti o no quelli di CasaPound? E qui Ruggiano dà il meglio di se: «Sono nostalgici di una cosa che non hanno capito bene».
Eppure, gliene va dato atto, il primo cittadino di Todi ci tiene a marcare una distanza con CasaPound, a presentarsi con un liberale vero. Pentito di avere dato il patrocinio, no, a questo non arriva. Almeno non apertamente. Però, dice a Patria Indipendente, che «l’Anpi è un pilastro della nostra storia» e che «sarebbe stato meglio, molto meglio se il festival del libro fosse stato aperto ad altre istanze politico-culturali. Sarebbe stato il segno di intelligenza e apertura». Si spinge perfino a dire di essere «contento» che il 17 giugno, proprio nel giorno di apertura della contestatissima fiera del libro si svolga l’iniziativa “Todi città dell’antifascismo”, perché da noi tutti sono i benvenuti».
Da Todi ci spostiamo a Perugia, sede della Regione Umbria. A garantire patrocinio e stemma alla manifestazione libraria c’è l’Assemblea legislativa umbra, guidata da Marco Squarta, esponente di Fratelli d’Italia, fedelissimo di Giorgia Meloni che lo avrebbe voluto come candidato presidente della Regione, incarico poi andato a Donatella Tesei, già senatrice della Lega. La giunta regionale, informano dallo staff della presidente, aveva ricevuto una richiesta di contributo economico dagli organizzatori della rassegna di Todi, «ma gli uffici non hanno dato seguito alla domanda». Donatella Tesei ci sarà, all’inaugurazione o a qualche evento? «Al momento non abbiamo ricevuto inviti» è la diplomatica – quanto cauta – risposta.
Negli uffici dell’Assemblea legislativa, invece, si conferma che patrocinio e logo ci siano, ma sembra suscitare stupore il fatto che non ci siano quelli della giunta. Anche insistendo – al presidente Squarta non sembra quanto meno inopportuno che una realtà istituzionale dia appoggio a organizzatori che arrivano a scrivere “la fantomatica Costituzione italiana fondata sull’antifascismo”? – la risposta definitiva è un laconico messaggino: «il Presidente non rilascia dichiarazioni».
Cosa accadrà quindi sotto il profilo politico a Todi lo si potrà vedere soltanto all’inaugurazione e nei giorni seguenti. Intanto, seppur restano programma, ospiti e soprattutto certe idee che si vogliono sostenere, la posizione di Squarta e Tesei appare quantomeno divergente.
Pubblicato martedì 15 Giugno 2021
Stampato il 11/12/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/primo-piano/todi-il-festival-del-libro-nero-e-la-destra-divisa/