Ci riprova in Umbria la casa editrice esclusa due anni fa dal Salone del libro di Torino. Il suo nome non compare nel portale online del festival in calendario a Todi dal 17 al 20 giugno, ma al suo posto alla sezione “contatti” c’è il numero di telefono dell’associazione Castelli di carta, organizzatrice della manifestazione culturale. Ebbene quel numero è lo stesso della casa editrice Altaforte a Cernusco sul Naviglio.

I due numeri uguali: il primo sul sito del festival di Todi, sotto da sito della casa editrice Altaforte

A scoprirlo sono stati associazioni e sindacati, tra cui Anpi Umbria, Cgil, Spi Cgil, Rete degli Studenti, Udu, Ru2020, Libera, Libertà e Giustizia e altri sodalizi democratici della regione.

Nell’appello “Todi: La Città che legge diventa la città del libro sovranista” denunciano e documentato la strana contiguità tra la casa editrice e la kermesse.

Non solo: la maggior parte dei relatori invitati a intervenire sono le “penne più autorevoli della cultura sovranista”, come le definiva Primato Nazionale, rivista vicina ai fascisti del terzo millennio.

Il logo della casa editrice Altaforte non compare mai

Navigando sul sito della casa editrice è sempre più palese il legame: oltre la metà dei relatori annunciati nel sito del festival, sia nella home sia nella sezione dedicata (alcuni sono presenti solo in una delle due pagine), vi hanno pubblicato uno o più libri, oppure sono collaboratori di Primato.

I firmatari tornano con la memoria al maggio 2019 quando, per l’annunciata presenza di Altaforte al Salone del Libro di Torino, si sollevarono le proteste di scrittori, intellettuali, editori e lettori, case editrici e ospiti illustri.

Il Salone del libro a Torino a cui si rifiutò di partecipare la presidente nazionale Anpi Carla Nespolo (accanto nella foto) per la presenza di uno stand di Altaforte

Tra loro anche Halina Birenbaum, testimone della Shoah, e la presidente nazionale Anpi Carla Nespolo, si rifiutarono di condividere quel luogo con l’editrice tanto vicina a CasaPound. La sindaca Appendino e il presidente Chiamparino, ricordano, chiesero allora agli organizzatori e ottennero la revoca della concessione dello stand ai sovranisti.

“Oggi apprendiamo con sgomento – scrivono nel documento a cui si stanno aggiungendo altre sigle – che a Todi, con tanto di patrocinio del Comune e dell’Assemblea legislativa della Regione Umbria, si terrà a giugno il festival letterario Todi città del libro”. Ancora una volta –m prosegue il documento congiunto – la destra sovranista e fascista trova in Umbria terreno fertile per sfoggiare e propagandare la sua ideologia retrograda e anticostituzionale con tanto di patrocinio delle Istituzioni”.

Il festival prevede anche un premio letterario (www.todicittadellibro.it)

Il documento prosegue rammentando la direttiva della giunta di Todi che nel novembre 2017, chiedeva di spostare nella Biblioteca comunale “libri per bambini con contenuti riguardanti temi educativi sensibili”, spostandole “nelle sezioni per adulti anche se consigliati dalle case editrici per fasce d’età infantili”. L’elenco dei volumi da trasferire comprendeva “testi che hanno come contenuto tematiche sensibili, controverse sul piano scientifico, e divisive tra le famiglie come la omogenitorialità, la gestazione per altri, piuttosto che le unioni same sex, e altri contenuti di carattere sessuale”.

Infine i firmatari chiedono alle istituzioni locali il ritiro del patrocinio: “come donne e come eredi di coloro che hanno lottato per la liberazione dal nazifascismo e hanno aperto e percorso la strada delle lotte per i diritti e l’autodeterminazione, ci opponiamo a tutto questo e chiediamo a gran voce che vengano ritirati il patrocinio e il contributo delle Istituzioni a un festival che fa capo a chi si dichiara pubblicamente fascista del terzo millennio e pertanto contro ogni principio della nostra Costituzione”.