In Germania è stato presentato, come ogni anno, il Rapporto Annuale 2022 sulla Protezione della Costituzione. Si tratta di un’analisi che offre informazioni sulla natura e gli scopi dei gruppi che fanno attività contrarie ai valori di base della democrazia, ne mostra le tendenze e le evoluzioni nel tempo.

Il Rapporto presentato il 20 giugno dalla ministra federale dell’Interno, Nancy Faeser, e dal presidente dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione, Thomas Haldenwang, mostra dati – forniti dall’Ufficio federale di Polizia Criminale – sia aggregati sia suddivisi per attribuzione ideologica.

Si tratta di 380 pagine di grande interesse, di cui è disponibile una riduzione di una cinquantina di pagine, tradotta anche in inglese. Secondo la relazione, a preoccupare maggiormente è l’aumento dei crimini legati all’estrema destra, inclusi – soprattutto – i crimini violenti.

Le novità chiave sono:

  • Nel 2022 sono stati registrati 58.916 crimini politicamente motivati, con un aumento del 7% rispetto al 2021. Di questi 4.043 sono crimini violenti.
  • Il numero di crimini totali attribuiti all’estrema destra (23.493 casi) è aumentato del 3.8% rispetto all’anno precedente ma, se si considerano solo i crimini violenti l’incremento è del 7.5%.
  • All’interno dell’estrema destra, rispetto ai crimini dei “cittadini del Reich” (Reichsbürger) e dei “cittadini che si governano da soli” (Selbstverwalter),  l’implemento rispetto all’anno precedente tocca il 34.3%; limitandosi ai crimini violenti, l’aumento svetta al 55.4%, inclusi due tentati omicidi.
  • Al contempo i crimini totali attribuiti all’estrema sinistra (6.976 casi) calano del 37.4% e c’è un calo del 39% dei crimini violenti, sebbene sia da notare che, se le aggressioni fisiche contro la polizia dimezzano, quelle contro i rivali di estrema destra aumentano del 9.3%.
  • Il numero di crimini dovuti a questioni estere aumenta vertiginosamente, toccando il 154.4%, con una forte connotazione: oltre il 62% di questi crimini ha a che vedere con il conflitto russo-ucraino.
  • I crimini dovuti a questioni religiose nel 2022 sono stati 418, in gran parte (361 casi) di matrice islamista, sebbene questi ultimi siano in lieve calo.
(Imagoeconomica, Ronny Hartmann)

Il rapporto riassume brevemente gli spostamenti argomentativi dell’estrema destra tedesca che nel 2022 ha abbandonato la protesta contro le restrizioni dovute al Covid per passare all’inflazione e alla temuta impennata dei costi dell’energia dovuta all’aggressione della Russia all’Ucraina. Le minacce di trasformare un “autunno caldo” in un “inverno rabbioso” non hanno trovato seguito, anche perché gli aumenti dei costi dell’energia non ci sono stati. E quei gruppi sono tornati a battere sul classico tasto dell’immigrazione.

Come in Italia l’impatto del conflitto russo-ucraino è stato forte sul mondo dell’estrema destra. Se, analogamente a quanto accade da noi, ultimamente dal punto di vista ideologico neofascisti e neonazisti sono sempre stati pro-Russia, con lo scoppio della guerra si sono viste alcune differenziazioni: una parte di quel mondo, in Italia in particolare CasaPound, ha assunto posizioni pro-Ucraina. Questa spaccatura però non ha portato a scissioni.
Altre analogie con l’Italia sono la ripresa degli eventi a carattere musicale o sportivo, tornati a un livello comparabile a quello pre-pandemia. Sebbene, a nostro giudizio, con un ritardo italiano rispetto agli ambienti tedeschi: da noi solamente quest’anno possiamo dire che le attività musicali e sportive neofasciste siano di nuovo pienamente dispiegate.

Berlino, Memoriale della Shoah

Nel Report vengono poi esplorate le forme di consolidamento e radicalizzazione presenti su varie piattaforme online, con un focus in particolare su Telegram, che anche per l’Italia, è una finestra di osservazione privilegiata sul variegato micromondo dell’estremismo di destra. Non manca un focus sull’antisemitismo, tema che da noi è ampiamente sottovalutato.

(Imagoeconimica, Carlo Carino by Midjourney AI)

Fenomeno da noi assente è quello delle organizzazioni di estrema destra che acquistano proprietà e fondi, con l’obiettivo di creare basi stabili ed estese, se non delle vere e proprie “micronazioni”.

Vengono attenzionati gruppi come NPD, DIE RECHTE (La Destra) e Der III. Weg (La Terza Via), quest’ultimo in rapporti stretti con CasaPound già da qualche anno. Ci sono due nuove piccole formazioni che entrano in quelle monitorate: il partito regionale Freie Sachsen (Sassoni liberi) e Neue Stärke Partei (Partito Forza Nuova) di ispirazione nazionalsocialista. Ma la vera novità di quest’anno è l’inclusione come “probabile minaccia” di Alternative für Deutschland (Alternativa per la Germania). Il fatto è di rilievo soprattutto perché un recente sondaggio elettorale vede AfD al 19% fra le preferenze dei cittadini, secondo partito dopo i Socialdemocratici, e con un bacino potenziale di oltre il 28% dell’elettorato. Inoltre è già titolare di 81 seggi al Bundestag e 9 seggi all’Europarlamento.

Bernd Lucke, Alexander Gauland, Alice Elisabeth Weidel, Björn Höcke, sono quattro dei principali esponenti politici di AfD

Se AfD, a livello generale, raggruppa varie identità politiche non per forza incasellabili nell’alveo dell’estrema destra, la sua formazione giovanile è stata, ad aprile 2023, ufficialmente dichiarata di chiara appartenenza a ideologie in contrasto con i principi democratici costituzionali.

Le tendenze tedesche non sono certo sempre generalizzabili a quelle di altri Paesi europei, tanto meno a quelle italiane, per via della diversa storia anche recente e per via delle diverse strutture statuali e sociali. Ma è pur vero che i gruppi neonazisti e neofascisti oramai da tempo costituiscono una vera e propria rete internazionale, che valica spesso anche l’Atlantico.

L’assenza in Italia di strumenti di monitoraggio pubblico centralizzato come questo Report, se non l’assenza stessa di una istituzione come l’Ufficio federale di Protezione della Costituzione, lascia perplessi. Altrettante perplessità lascia il ricorso parsimoniosissimo allo scioglimento di gruppi estremisti del nostro Paese, incomparabile a quello di altri, come la Francia, dove è comune che lo Stato difenda i propri principi fondanti anche vietando sigle eversive e neofasciste.

Insomma, se nessuno strumento di per sé può eliminare alcuni pericoli per i nostri valori costituzionali, ci si chiede perché in Italia non possiamo immaginarne almeno qualcuno come supporto a un’indispensabile e diffuso senso di moderna cittadinanza democratica.