La foto allegata alla recensione di un utente mostra l’ingresso del negozio (Tripadvisor)

Una curiosità, di quelle bizzarre. Cerco su Tripadvisor “Predappio” e mi viene suggerito “Predappio Tricolore Souvenir”, definito come negozio di specialità e articoli da regalo. Ha quattordici recensioni con il massimo dei voti, una sola negativa. Del resto, che cosa ci si può aspettare in un luogo come questo? Leggo. Una recensione dice: “Impossibile non comprare qualcosa. Tanti gadget, reperti storici, libri e fotografie dell’epoca. Un tuffo nella storia insomma. Personale gentilissimo e cordiale e ottimo vino di Predappio”. Già, la storia. Qualche anno fa il sindaco aveva annunciato un museo e un centro studi storico “sull’Italia totalitaria, stato e società in epoca fascista” nell’ex Casa del fascio di Predappio. Poi si è saputo che non si farà: i discendenti di Mussolini e il nuovo sindaco hanno detto “No”. Peccato, basta il pensiero.

Una foto della vetrina (Tripadvisor)

Un’altra recensione: “In visita con la famiglia in questo posto si può trovare qualsiasi souvenir inerente a Mussolini e al ventennio storico fascista! La libertà è una grande conquista e quindi ognuno deve ESSERE LIBERO [sic] di poter esternare anche attraverso l’acquisto di souvenir senza dover avere nulla di che vergognarsi”.

L’ingresso del negozio (Tripadvisor)

Chissà, forse se in questa famigliola c’era un bimbo piccolissimo gli avranno comprato un grazioso bavaglino con il fascio e la scritta “Educhiamoli da piccoli” o, se ai primi passi, una di quelle spiritose magliette con “Barcollo ma non mollo”; se poi c’era un adolescente non avrebbe potuto fare a meno delle infradito su cui c’è il teschio degli Arditi con il pugnale fra i denti (occhi neri, perché se fossero stati rossi sarebbero stati gli Arditi del popolo, antifascisti), oppure le scarpe e le felpe con la scritta Wids, che sta per W il duce sempre. La signora, magari, non avrebbe rinunciato all’elegante maglietta da donna con il giuramento della Rsi, e il marito come avrebbe potuto non comprare il manganello “di legno che non fa male” oppure il posacenere con il profilo del duce e la scritta “Meglio un giorno da leoni che cent’anni da pecora”? Per il soggiorno, poi, sarebbe stato adattissimo il bel calendario “1922 – 2022” in ricordo del glorioso centenario. Tutto per pochi euro e nulla di cui vergognarsi.

La didascalia che compare sul motore di ricerca e la homepage del sito internet

C’è un sito per tutto questo importante commercio “che dà da mangiare a tanti cittadini di Predappio”, e questo conta, come no? Si chiama Ferlandia, ma se lo cercate su Google troverete subito questo avviso: “Nessuna informazione sulla pagina nei risultati di ricerca. Il sito web ha impedito a Google di creare una descrizione della pagina, ma non ha effettivamente nascosto la pagina a Google”. Spazio libero, dunque, e potete entrarvi tranquillamente.

Il tweet dell’Anpi nazionale del 16 settembre scorso che ha sollevato il caso

Ma non è necessario rivolgersi a Predappio per rifornirsi di cose tanto importanti, storiche e suggestive. Ci sono anche i normali acquisti online e se intorno alla casa c’è del verde, per esempio, nella categoria “decorazioni per il giardino” di Amazon si possono trovare bandiere di ogni tipo: quella di guerra della Rsi, quella della Decima Mas e altre per ogni gusto. Vi trovate anche la definizione “ideale per tutti i tuoi eventi”. Anche su eBay si possono fare buoni affari in questo campo.

Il calendario 2022 in vendita su Amazon

Per gli sportivi poi, gli ultras duri e puri, i nazifascisti per intenderci, esistono supermercati online che offrono tutto ciò che serve e che vediamo esibire e sventolare negli stadi e per le vie. Sono articoli ben fatti e di buon materiale, dalla bandiera modello “Marcia su Roma” al “pugno di ferro con impugnatura ergonomica. taglia unica, costruito in acciaio pesante”. Bellissimi. E nelle edicole, in certe edicole, e perfino presso certi benzinai, i calendari “Molti nemici molto onore” vanno a ruba, dicono gli esercenti.

I gadget inneggianti al nazifascismo in vendita nel negozio di Predappio (Tripadvisor)

“La libertà è una grande conquista e quindi ognuno deve ESSERE LIBERO di poter esternare anche attraverso l’acquisto di souvenir senza dover avere nulla di che vergognarsi” dice il papà della famiglia di cui sopra. E non si vergogna. Perché lui non sta mica ricostituendo il partito fascista, non sta usando i figli, piccoli e grandi, per un fine politico. Lui sta solo mandando in giro il bimbo con il bavaglino, la ragazza con le infradito, la moglie con la t-shirt sventolando lui stesso una bandiera, ed è normale fare acquisti secondo i propri gusti, e mostrarli agli altri che magari li trovano piacevoli, e così quella roba fa tendenza, come il mojito e i jeans bootcut a zampa. E se gli amici li comprano anche loro, ci si sente più in compagnia.

Un portachiavi con l’effigie di Mussolini (Amazon)

Se poi qualcuno sporgesse una denuncia, ci sono fior di avvocati pronti ad appellarsi sia alla libertà di manifestazione del pensiero, diritto tutelato dall’art. 21 della Costituzione, sia all’intervento della Consulta che precisò, a proposito della legge Scelba, che l’apologia “non è semplice difesa o elogio del fascismo e dei suoi ideali, bensì esaltazione convinta e capace di condurre ad una riorganizzazione effettiva del partito fascista, o sufficiente a indurre a commettere un fatto finalizzato alla riorganizzazione dello stesso”.

Un altro “gadget” in vendita su Amazon

Certo, ci fu poi la legge Mancino che puniva “la propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale e etnico, ovvero chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”. Ma se non ci sono istigazione o atti concreti non c’è reato: il tribunale di Milano, nel 2019, assolse gli imputati per saluto fascista perché, anche se c’era una chiara simbologia, questo non rappresentava un serio e concreto pericolo di riorganizzazione del partito fascista.

I venditori, poi, dicono che la loro è una semplice operazione commerciale, e quella che fanno è soltanto la necessaria pubblicità. Pecunia non olet.

Però quando si sfoggiano nelle strade oggetti in tal modo contrassegnati, e negli stadi si agitano al vento le bandiere nazifasciste, non è normale pubblicità: è propaganda. E lo è anche il bavaglino di un bimbo che diventa inconsapevole strumento di quella propaganda che fu il terreno di cultura del regime, quando riti e simboli erano efficacissimi nel dare un senso artefatto d’identità a un popolo e a ottenerne il consenso, qualunque fossero le scelte del Capo.

No, gentile famigliola, gli oggetti che portate liberamente in giro non sono manifestazioni di libertà, sono vergognosamente l’esaltazione del suo contrario.


Andrea De Maria, deputato, già sindaco di Marzabotto

Il testo dell’interrogazione a prima firma di Andrea De Maria (Pd) presentata alla Camera e di Dario Parrini (Pd) al Senato

Al Ministro dell’interno. — Per sapere

– premesso che:

da tempo l’Anpi denuncia la vendita, tramite siti internet, di oggetti che inneggiano e richiamano al Fascismo, soprattutto in prossimità di ricorrenze o celebrazioni che si rifanno al Ventennio;

uno dei siti oggetto di questa iniziativa dell’ Anpi che risulta essere fra i più consultati e utilizzati risulta essere Ferlandia, sito a Predappio, in Via Roma 100;

da un’inchiesta dell’emittente web Radio Immagina, risulterebbero in vendita anche oggetti contundenti e pericolosi per la collettività fatti recapitare agli acquirenti con assoluta discrezione;

la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione Italiana vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del Partito Nazionale Fascista;

che successive leggi dello stato perseguono e condannano rievocazioni e celebrazioni di stampo fascista;

se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto fin qui ricordato e se intenda assumere iniziative, per quanto di competenza, in merito.

Andrea De Maria, deputato del Partito democratico, già sindaco di Marzabotto