
Fu lo storico Giovanni De Luna, in occasione del 78° anniversario della Liberazione, a legare l’inizio della fase revisionistica della storia della Liberazione e della nascita della Repubblica democratica, dagli Anni 90, anche (ma non solo) al vuoto eccesso celebrativo del 25 aprile portato avanti con disinvoltura dalle forze politiche durante gli Anni 80. Nella situazione attuale il Dispes, il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università della Calabria, sempre attento ai movimenti e ai mutamenti della società e della politica italiana, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2025/2026, ha voluto andare a fondo della questione, proponendo una riflessione sulla memoria, sull’eredità e sull’attualità dell’atto fondativo della Repubblica, esito di quei venti mesi di lotta partigiana: la Liberazione. Con un approccio innovativo e interdisciplinare.
È stata soprattutto la professoressa Donatella Loprieno, docente di Istituzioni di Diritto Pubblico e di Protezione internazionale e Sistemi di accoglienza dei migranti e dirigente della sezione Anpi Presila “Eduardo Zumpano” (CS), a sentire la necessità di approfondire il tema proprio in quest’anno, in occasione dell’ottantesimo anniversario del 25 aprile 1945. E così, sotto l’egida del direttore professor Ercole Giap Parini, è diventato facile osservare il tema della Liberazione attraverso le tante facce della poliedrica attività del Dipartimento: dagli approcci sociologici e politologici a quelli economici, dalla salda prospettiva costituzionale a quella potente e inarrestabile del cinema, fino alla globalistica resistenza ambientalista.

L’aula intitolata a Umberto Caldora, uno dei padri dell’Università della Calabria, stracolma di studenti e docenti, dopo i saluti del magnifico rettore Gianluigi Greco, alla prima uscita pubblica del suo mandato, e una lunga e dettagliata introduzione del direttore Parini, con il coordinamento della professoressa Teresa Grande, ha ascoltato in silenzio, da remoto, la bellissima lectio magistralis di Paolo Jedlowski, professore emerito dell’Unical e uno dei massimi esperti di sociologia della memoria. Partendo da un suo recente libro (“Intenzioni di Memoria: sfera pubblica e memoria autocritica”, Mimesis Edizioni 2016) e attraverso passi di opere letterarie e poetiche ha raccontato come i ricordi, anche privati, quando siano condivisi, possano divenire sì memorie collettive ma che a causa della loro valenza politica, quest’ultime possano essere sentite nella società in modo conflittuale.

A riportarci coi piedi per terra, nell’agone pulsante della memoria è stata Albertina Soliani, presidente dell’Istituto Alcide Cervi di Gattatico (RE), l’ente che gestisce la Casa Museo Cervi, la Biblioteca Archivio Emilio Sereni e il Parco agroambientale, nonché vicepresidente nazionale dell’Anpi e da quest’anno anche presidente di “Paesaggi della Memoria. Rete dei musei e dei luoghi di memoria dell’Antifascismo, della Deportazione, della Seconda Guerra Mondiale”, “una rete di musei e luoghi i quali attraverso l’accoglienza ai visitatori, i progetti didattici per le scuole, gli eventi culturali cercano ogni giorno di rappresentare veri e propri centri di cultura democratica e della pace per tutti i cittadini”, come recita il sito www.paesaggidellamemoria.it.
Per Soliani è stato uno degli ultimi appuntamenti in qualità di presidente del Cervi: è infatti al termine di tre mandati non rinnovabili dallo statuto dell’Istituto, a cui ha portato uno straordinario contributo in questi anni, facedolo diventare un gioiello prezioso per la cultura democratica con particolare attenzione al coinvolgimento delle scuole e delle nuove generazioni.

“La memoria è adesso, trasmetterla è viverla. È bussola per il presente, ci consegna il sogno della Liberazione: proteggere l’umanità contro la disumanità. Era ed è l’antifascismo, globale, oggi come ottant’anni fa”. Così ha esordito Albertina Soliani, e ancora: “La memoria ci dice che la storia può cambiare, anche nei tempi più bui. Con la Resistenza, con l’impegno di molti. Per questo è necessaria una strategia della memoria, una strategia costituzionale: dei luoghi di memoria, delle istituzioni, delle università, delle scuole, della cultura, della vita civile.Perché ‘i fantasmi dell’orrore non hanno lasciato la storia’, come ha ricordato un anno fa il presidente della Repubblica Mattarella a Marzabotto”.

Francesco Raniolo, docente ordinario di Scienza Politica e coordinatore del Dottorato “Politica, Cultura e Sviluppo”, con una lunga e dettagliata serie di grafici infine ha ripercorso la storia politica italiana, mostrando come l’eredità della Liberazione si sia intrecciata, lungo i tornanti della storia, “ancorandosi o disancorandosi” alla partecipazione elettorale, alle trasformazioni dei partiti politici, ai livelli di patronage nelle democrazie europee, con l’eccezione dei luoghi dove la tutela e la valorizzazione della memoria della Resistenza – nelle scuole, negli spazi pubblici, nella ricerca – ha rafforzato gli anticorpi democratici delle nostre comunità.

Infine, dal pubblico, io stesso, Maurizio Pistolesi, presidente della sezione Anpi Presila “Eduardo Zumpano” (CS) e delegato del Comitato provinciale di Cosenza “P. Cappello”, ho voluto ringraziare la vicepresidente Soliani per la sua presenza e ricordare agli studenti come, per reggere alla propaganda delle destre neofasciste dilaganti in Europa, sia fondamentale recuperare le singole storie dei tanti cosentini che scelsero di combattere nella Resistenza del Nord Italia, della Jugoslavia, dell’Albania e della Grecia.

Il valore della prima partecipata giornata si è moltiplicato nelle sessioni successive, dove l’interdisciplinarità del Dispes, richiamata dal rettore e dal direttore, si è mostrata in tutta la sua salutare complessità. Infatti, nelle successive cinque sessioni, sono state discusse alcune tra le eredità della Liberazione che hanno trovato consacrazione nella Costituzione del 1948; prime fra tutte, il pacifismo e l’europeismo, declinati sul versante storico, filosofico e politologico; l’eguaglianza, soprattutto come pari opportunità a prescindere dal luogo di nascita e la solidarietà come collante delle comunità.
Nell’ultima giornata, prima il potente ed emozionante fluire delle immagini della settima arte ha accorciato le distanze tra il passato e il presente, tra come eravamo, come avremmo voluto diventare e come siamo diventati, poi è stato spiegato che esiste un’altra idea di sviluppo che contesta alla radice l’estrattivismo e l’attitudine predatoria e colonialista del mondo capitalista, tra guerre taciute e nuove resistenze. In tutte le giornate è stato bellissimo vedere la partecipazione di tanti studenti di ogni anno, dalle matricole ai percorsi d’eccellenza, con domande e interventi: c’è ancora speranza nel futuro.
Maurizio Pistolesi, presidente della sezione Anpi Presila “Eduardo Zumpano” (CS) e delegato del Comitato provinciale di Cosenza “P. Cappello”
Pubblicato mercoledì 19 Novembre 2025
Stampato il 19/11/2025 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/la-liberazione-e-piu-attuale-che-mai-tre-giorni-di-convegno-delluniversita-della-calabria/







