Sala stracolma, persone in ascolto fuori dalla porta, relatori sublimi e appassionati, a Formia, nella Casa della Solidarietà – sede dell’Anpi provinciale Latina, di Anpi Formia, Anpi Minturno e Lega Spi Cgil Sud Pontino.

Applausi, emozione e commozione quando, dopo l’intervento conclusivo di Tamara Ferretti, componente della segreteria nazionale Anpi e responsabile del Coordinamento nazionale donne Anpi, Anna Foa e Sara Spinelli hanno scoperto la targa di intitolazione del Coordinamento Donne Anpi provinciale Latina ad Ada Rossi, antifascista partigiana europeista, divulgatrice del Manifesto di Ventotene.

L’iniziativa “Le donne del Confino di Ventotene”, ideata e voluta dal Coordinamento donne Anpi provinciale Latina, componente attiva e di collaborazione con le attività e le finalità dell’associazione tutta, risponde all’impegno di porre attenzione alle resistenze femminili di ieri e di oggi. Con lo sguardo e le riflessioni di merito rivolte ai confini sofferti dal genere, in ogni tempo e luogo e in ogni forma, si è accesa una luce sulla resistenza femminile spesso taciuta o poco ricordata e in particolare delle donne del confino di Ventotene, resistenti attive e determinanti già nella stesura e nel divulgare il Manifesto di Ventotene.

Nella bellissima opera artistica che sul Municipio dell’isola pontina riporta le parole del Manifesto, la figura di Ada Rossi non c’è

Furono infatti soprattutto Ursula Hirschmann e Ada Rossi che lo portarono sul continente e lo fecero conoscere negli ambienti dell’opposizione antifascista di Roma e Milano. Per questo l’attenzione va riservata sia alle storie delle confinate sia a quelle delle isolane colpevoli di stringere fra di loro rapporti di solidarietà umana. E lo si è voluto fare in un contesto particolare, le guerre in corso, mentre erano in atto il genocidio e la carneficina a Gaza, anch’essi luoghi di sofferenza e resistenza con donne e bambini prime vittime innocenti.

I gadget sul tavolo di accoglienza dell’iniziativa

Sul tavolo di accoglienza alcuni gadget costruiti dalle componenti in Coordinamento donne provinciale con i colori del cocomero, simbolo palestinese.

Le relatrici e il relatore Mario Leone all’incontro durante l’intervento di benvenuto della presidente provinciale Anpi Latina, Teresa Pampena

Nel suo significativo intervento introduttivo, Isabella De Renzi, responsabile del Coordinamento donne Anpi provinciale Latina, ha ricordato le storie del confino di Ventotene, sottolineando come, pur nel dolore e nell’isolamento, donne e uomini abbiano saputo sognare un mondo nuovo, fondato sulla pace e sulla fratellanza.

Il Manifesto di Ventotene, frutto straordinario di quella esperienza, ha assunto il valore di una resistenza attiva, capace di travalicare non solo i confini della nostra provincia, ma anche quelli nazionali.

Anna Foa

Anna Foa storica e scrittrice, premio Strega per aver scritto “Il Suicidio di Israele”, ha parlato del confino come atto amministrativo presente in vari luoghi e forme che di fatto risulta essere una prigione a cielo aperto con tutte le sue regole, limitazione di ogni tipo, luoghi assegnati entro i quali, e solo entro quelli, potersi muovere, controllati a vista sempre dalla “milizia”. Vedi il suo libro “Andare per i luoghi di confino”.

Donne confinate con i loro familiari a Ustica durante il fascismo (foto tratta dal libro “La Resistenza a Imola e nel suo circondario” realiizzato grazie alla collaborazione di Anpi Imola e Cidra, pubblicato da Bacchilega editore

Con l’intervento di Paola Stabellini dell’ISUS Latina – Istituto di Scienze umane e sociali, e di Anna Foa stessa, viene messo in evidenza quanto sia importante continuare a cercare le storie meno conosciute. Delle donne del confino di Ventotene alcune sono conosciute come figure importanti, ma altre continuano a restare nell’ombra.

Ventotene, il porto

Mario Leone, direttore dell’Istituto Spinelli di Ventotene, parlando di quel che ha rappresentato Ventotene per la nascita dell’Europa, ricorda che il confino in quel luogo veniva utilizzato già dagli antichi romani; la figlia dell’imperatore Augusto “Giulia” è stata lì confinata, e che non solo la costruzione del carcere di Santo Stefano, rimasto attivo fino al 1965, fa diventare Ventotene isola confinaria.

Vista dall’alto dell’isola di Santo Stefano, a 2 km da Ventotene. Al centro la struttura dell’ex carcere ora in ristrutturazione per trasformarlo in un “campus d’Europa”, destinato alla formazione, alla ricerca e a un percorso museale

Luogo di detenzione politica, strumento di repressione, provvedimento in uso per il solo “sospetto” a seguito di atti amministrativi da parte delle commissioni provinciali, Ventotene e Ponza, dopo le leggi fascistissime del 1926, diventano le due strutture principali di accoglienza non soltanto dei confinati politici ma anche delle persone socialmente non gradite al regime fascista, omosessuali, prostitute, professanti di religione non cattolica.

Sara Spinelli

In particolare, Ventotene che dal 1939 diventa luogo di concentrazione dell’antifascismo militante, dove fuoriusciti dal carcere fascista o condannati al confino, cominciarono a elaborare il pensiero e l’azione per la ricostruzione dell’Europa e dell’Italia. Significativa la figura di Ada Rossi messa in luce da Mario Leone sotto la veste politica.

Si ascolta anche da fuori

Ha voluto sposare Ernesto Rossi, gli ha fatto da sostegno sotto tutti gli aspetti, seppure non sempre d’accordo con lui e attenta critica, continua dopo la sua morte l’attività politica, partecipa anche all’evolversi del sistema sociale italiano. Sul processo di integrazione europea, di cui vedeva l’evolversi “a piccoli passi”, più funzionalista che federalista, prima delle elezioni per il Parlamento Europeo del 1979 si manifestò profondamente delusa sostenendo che non basta semplicemente andare a votare ed eleggere rappresentanti dei cittadini se questi non hanno un reale peso politico.

Al centro della foto, Tamara Ferretti

L’intervento conclusivo di Tamara Ferretti riprende con elaborata sintesi tutti gli argomenti soprattutto sul confino di ieri e di oggi nella più larga accezione. Parla di tutte le resistenze, di ieri ma anche di oggi, intrise di tanta forza, coraggio e umanità come bisogno di riscatto dalla oppressione, sopraffazione, umiliazione per povertà non solo economica. Il cammino di emancipazione e liberazione dei popoli e delle persone e delle donne è ancora lungo.

Una bella foto ricordo della giornata con il Coordinamento donne provinciale di Latina

Un riferimento puntuale alla grande eredità ricevuta con il Manifesto di Ventotene pur scritto nelle difficoltà di quel contesto aveva in sé un’analisi critica delle cause che avevano portato alle dittature, alle guerre, alle devastazioni del secolo scorso e consegnava la casetta degli attrezzi, indicava la strada per combatterle, attraverso una visione che oggi è assente nell’attuale politica europea.

Quel sogno immaginava possibile una Europa federalista fatta di Stati consapevoli che, cedendo quote della propria sovranità, avrebbero fatto crescere il bene comune.

Teresa Pampena, presidente Anpi provinciale Latina