L’indignazione non basta: la voce di una partigiana e femminista, della Presidenza nazionale dell’ANPI, davanti alle vergognose minacce di un gruppo di estrema destra di Magenta contro le donne dell’Associazione partigiana
Una vecchia partigiana come me – nonché femminista negli anni caldi del “partire da sé” – si sarebbe aspettata una reazione un po’ più forte nei giorni dell’orribile Capodanno di Colonia. Molti motivi hanno ritardato e indebolito la risposta. Tra gli altri, non nascondiamolo, il timore di trovarci allineate ai razzisti e a quanti si oppongono all’arrivo degli immigrati in Europa.
Ma quando leggiamo sui giornali che a Magenta alcuni militanti di un gruppo di estrema destra denominato “Rinascita Magentina” avrebbero gridato alle donne dell’ANPI “Meritate di essere stuprate dai negri come a Colonia”, non sai più in che mondo ti è capitato di vivere. L’indignazione non basta. Bisogna fare qualcosa, subito. E se il ministro dell’Interno proclama che i ragazzi di CasaPound sono bravi ragazzi dediti alla cultura e alla beneficenza, allora non resta che impegnarsi, impegnarsi, impegnarsi, per far scattare in ciascuno un moto di ribellione per chiedere finalmente l’applicazione della Costituzione e delle leggi che ne sono derivate (Mancino, Scelba). Occorre rivolgersi in tanti a tutte le autorità costituite per chiedere di intervenire urgentemente contro questo doppio razzismo. Ci vorrebbe una mobilitazione vera e piena: come la serata della mai dimenticata “Riprendiamoci la notte” o come, anni dopo, le bellissime piazze, stavolta piene di uomini che, accanto alle loro compagne, rivendicavano dignità, rispetto, parità di diritti.
È attraverso la violenza e gesti apparentemente poco importanti, stupidi e banali, che il fascismo ha conquistato l’Italia, non sembrava, e invece… Ricordiamolo!
Pubblicato venerdì 19 Febbraio 2016
Stampato il 27/03/2023 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/un-grido-dallarme-dopo-lepisodio-di-magenta/
Periodico dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Chiara Saraceno: “le donne considerate solo oggetti da disprezzare, violentare, e distruggere, sia fisicamente sia moralmente”. Annunciata un’azione legale dall’ANPI di Milano
Alla base dell’uccisione di una donna in quanto donna c’è il fatto che essa è considerata una cosa, non una persona. E una cosa può essere buttata sfatta distrutta da chi ne è possessore o proprietario
È stato il giro di boa di una repressione politica già in atto. Secondo il rapporto Nunca más della Commissione nazionale sulle sparizioni di persone, in circa 30.000 divennero desaparecidos, perché dissidenti o sospettati di esserlo. Un genocidio che spazzò via un’intera generazione di giovani
Il 22 marzo 1933, novant’anni fa, in Germania, a venti chilometri da Monaco, neppure due mesi dopo l’arrivo al potere del nazismo, apriva il primo campo dell’universo concentrazionario tedesco, e che diverrà di sterminio. Il suo scopo iniziale eliminare ogni opposizione politica e in seguito tutti gli “estranei” alla “razza ariana”
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