A 80 anni dai fatti di Poggio Bustone, l’Anpi provinciale di Rieti ha voluto ricordare la battaglia vittoriosa dei partigiani del 9 e 10 marzo 1944, quando il paese venne liberato dai repubblichini e dai nazifascisti. A pochi chilometri da Rieti, Poggio Bustone (ricordato di solito per aver dato i natali a Lucio Battisti) ha una notevole importanza nella storia della Resistenza. Viene considerata infatti la prima zona liberata d’Italia, in contemporanea con i vicini territori dell’Umbria. Per ricordare quell’episodio eroico, l’Anpi ha organizzato un convegno e una manifestazione in piazza che hanno accompagnato una straordinariamente partecipata cerimonia di omaggio ai Caduti.
Alla celebrazione erano presenti anche il prefetto di Rieti e tutti i sindaci dei Comuni del territorio, che hanno ascoltato gli alunni delle scuole primarie, preparati dai loro insegnanti, la lettura di alcuni articoli della Costituzione. Un grande contributo è arrivato grazie al presidente della Sezione Anpi di Poggio Bustone, il compianto presidente Tommaso Desideri (purtroppo infatti è stata la sua ultima iniziativa, il nostro amatissimo compagno è improvvisamente scomparso pochi giorni dopo, il 2 aprile scorso); alla vicepresidente del provinciale dei partigiani di Rieti, Sonia Provaroni, e al vicepresidente provinciale vicario, Cosmo Bianchini.
L’azione ricordata a 80 anni di distanza dagli eventi, prende il via all’alba del 10 marzo 1944. In paese sono arrivati ben 200 militi e soldati dell’esercito repubblichino. Le truppe che compongono la spedizione contro i partigiani hanno alla guida il questore di Rieti, Bruno Pannaria in persona, ed è bene precisare prima di tutto che si tratta solo di milizie italiane, Gnr e polizia, non partecipano i nazisti. Tutte le case sono perquisite, tirando fuori tutti i maschi in età di leva, bastonando le madri che provano a trattenerli, proseguendo poi con gli adulti e addirittura gli anziani. L’obiettivo è duplice: incutere terrore per la renitenza ad arruolarsi nelle file saloine, pressoché totale nel Comune per le classi 1923-1924, e punire una popolazione rea di dare supporto ai partigiani. Le cronache raccontano che alle 7 in punto è dato l’ordine di sparare a vista contro chiunque provi a tentare la fuga. Nelle prime ore di rastrellamento sono uccisi Supernio, Domenico Mostarda e Felice Barberini. Altre cinque persone restano ferite.
Ma a un certo punto scatta la controffensiva partigiana. Verso le 10, avvertiti dalla popolazione, 24 uomini della “Brigata Gramsci” scendono dal loro rifugio ingaggiando per più di tre ore, nonostante la spropozione di forze, una dura battaglia con le milizie fasciste. La conoscenza del territorio e l’appoggio della popolazione sono gli elementi decisivi che permettono di superare la sproporzione delle forze in campo. Anche la gente del luogo fa la sua parte, armata alla meglio di forconi e bastoni. Il bilancio dello scontro, 14 morti, tra cui lo stesso questore Pannaria, e 30 feriti è alla fine per i fascisti decisamente pesante. Il prefetto Di Marsciano scrive al ministero dell’Interno per sostenere la loro “l’insufficenza numerica” e chiedere vendetta con l’ausilio dei “camerati fascisti”.
Poggio Bustone diviene un simbolo formidabile: è il primo territorio del centro nord liberato. «Questa azione segna l’apice della capacità offensiva della Resistenza nel reatino – ha scritto Enrico Amatori – ma anche l’inizio di una particolare e originale iniziativa politica, destinata ad avere notevole risonanza non solo per il movimento partigiano umbro-sabino, ma per tutta la Resistenza italiana».inizio di una particolare e originale iniziativa politica, destinata ad avere notevole risonanza non solo per il movimento partigiano umbro-sabino, ma per tutta la Resistenza italiana».
Tra i protagonisti del combattimento c’era anche un giovane studente di Poggio, Emo Battisti, il comandante della squadra partigiana. Che perde la vita. Era nato proprio a Poggio Bustone nel 1923, era rientrato in paese appena il giorno prima per andare a trovare i genitori. Riconosciuto partigiano con il grado di tenente della Brigata “Gramsci” dal 16 settembre 1943 al 2 aprile 1944, «caduto in combattimento a Poggio Bustone – comandante di battaglione», sarà decorato di Medaglia d’Argento al Valore Militare alla Memoria.
Dopo 80 anni, quei fatti sono ancor più un monito per il futuro e proprio la memoria democratica rappresenta il miglior viatico alla piena attuazione della Costituzione. Per questo desideriamo ricordare con affetto fraterno, commozione e gratitudine il compianto compagno Tommaso Desideri, presidente della sezione storica dell’ANPI di Poggio Bustone, e componente la struttura provinciale e nazionale, scomparso il 2 aprile. Il nostro cordoglio si rinnova insieme a quello dell’ANPI di Poggio Bustone e dell’ANPI nazionale espresso in un messaggio che vogliamo condividere: “La sua scomparsa lascia in tutti noi un vuoto profondo, per il suo forte impegno nel difendere la Costituzione e promuovere i valori della Resistenza; come da ultimo ha dimostrato nell’organizzare nella sua Poggio Bustone, 80° anniversario dell’eccidio posto in essere il 10 marzo 1944 dalla furia dei nazifascisti. L’ANPI tutta con il Presidente nazionale, Gianfranco Pagliarulo, e nella sua interezza esprime grande vicinanza e le più sentite condoglianze alla famiglia del caro Tommaso”.
Non ti dimenticheremo carissimo Presidente della sezione di Poggio Bustone, sarai nel nostro cuore antifascista in tutte le prossime iniziative già in calendario e di quelle che ci impegnamo a promuovere.
Anpi provinciale Rieti
Pubblicato mercoledì 24 Aprile 2024
Stampato il 14/12/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/versoil25aprile-a-poggio-bustone-in-memoria-di-un-eccidio-di-partigiani-e-della-eroica-battaglia-che-caccio-i-fascisti/