“E oggi cosa sarà accaduto?”. È ormai un quesito drammaticamente puntuale. Ci si sveglia, quasi tremando, consapevoli che lì fuori il senso della dignità altrui ha preso strade marziane.

All’ospedale San Paolo di Napoli una donna anziana è stata abbandonata sul suo letto all’invasione delle formiche. La foto diffusa è raccapricciante. Di circolazione degli insetti nelle corsie si sapeva da tempo. Ma nessuno immaginava che prima o poi gli esserini si sarebbero fatti strada fin sopra le lenzuola dei degenti. Ovvio. Come nessuno, di fronte alla prodezza compiuta, ha avuto un minimo scatto di umanità. Ma non se n’erano accorti, figuriamoci, non avevano visto. Nessuno è esattamente il nome delle professionalità dell’ospedale San Paolo, a questo punto. Nessuno è il nome di una corrente “non vedente” nel Paese che poggia i glutei sulle poltrone dell’incapacità della coscienza di mettere in moto le proprie responsabilità. Non è tensione al disfattismo, è una fotografia quotidiana. La desertificazione pressoché globale del dovere e dello sguardo. Non sto qui a fare la lista di fatti enormi e piccoli. Ci vorrebbe un’eternità a puntate di Cammin capendo.

Ma un altro fatto bisogna che lo segnali. L’Unità. Giornalisti oggetto di ricatti e di una disinvoltura asfissiante. Che bevono da settimane inutili e alte dichiarazioni di solidarietà, e peggio, silenzi “democratici”. Sta passando nelle giornate molli e autistiche di chi dovrebbe far pressione per risolvere il dramma di queste professioniste e professionisti dell’informazione il venticello lieve del grattarsi sotto le ascelle. Del “E cosa c’entro io?”. Il circo degli scansa fatiche e coscienza ha raggiunto livelli davvero di guardia.

C’è da spaventarsi. Aspettando domani.