La narrazione del volume parte dal presupposto di un forte desiderio di leggere e di comunicare, anche attraverso la forma scritta, nei contesti nei quali si è perduta la libertà, e si snoda seguendo anche lo stretto rapporto tra detenzione e giornalismo. Questo connubio rappresenta il filo conduttore dell’intera trattazione.
Il libro è frutto di un articolato convegno di studi internazionali tenutosi nel maggio 2019, organizzato dalla Fondazione Murialdi e l’Università La Sapienza di Roma, con il sostegno del Centro di ricerca e documentazione del confino politico e detenzione delle isole di Ventotene e Santo Stefano.

Scrive nella presentazione Vittorio Roidi, presidente della fondazione Murialdi: “Il carcere è stato per secoli ed è purtroppo il luogo del dolore, della costrizione e dell’impedimento. Anche una democrazia moderna come la nostra non è ancora riuscita a fare delle prigioni dimore non solo di espiazione, ma anche di rieducazione, di lavoro e di riappacificazione con la società ferita”.
Suddiviso in sei sezioni (Prigionia e Guerra totale, Confino senza confini, Biografie fra carcere e clandestinità, Internamenti e Guerra nel mondo, Scrittura coatta nel Mediterraneo coloniale e post coloniale, L’informazione oggi e domani) e 21 testimonianze, “Stampa coatta” propone alcuni profili di grandi personalità condannate al confino o costrette all’esilio, tra cui Gaetano Salvemini, Teresa Noce, Vincenzo Calace, Francesco Fancello. Perseguitati politici antifascisti che Benito Mussolini voleva annientare e distruggere, fisicamente e intellettualmente.
Tra i pregi della pubblicazione una chiarezza che ne permette la fruizione sia agli specialisti, sia a qualunque persona interessata al tema della stampa e dell’informazione.
L’epilogo del libro precisa che “quello dell’informazione non è naturalmente l’unico settore della vita democratica che risenta della crisi profonda che investe le società avanzate, ma i media hanno un ruolo fondamentale nella testimonianza del tempo presente”. In sintesi il volume costituisce un equilibrato contributo all’approfondimento del rapporto tra pratiche di scrittura e i sistemi coercitivi del mondo contemporaneo.
Un libro da leggere per i tanti spunti di riflessione e di analisi che suscita, soprattutto i tanti ostacoli e insidie che si inseriscono alla libera informazione, attraverso intimidazioni e minacce, che annacquano il diritto di cronaca e alla libera circolazione delle idee.
Maurizio Orrù, componente Esecutivo Annpia Nazionale
Pubblicato sabato 21 Novembre 2020
Stampato il 11/12/2023 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/terza-pagina/librarsi/no-news-is-bad-news/