I racconti popolari, le canzoni e le danze, sono la musica più antica che abbiamo. Se hanno un significato, questo è di tenerci connessi gli uni agli altri, al passato da cui veniamo – tutti noi, ogni cultura a modo suo – con l’unico scopo di perpetuare insieme la sopravvivenza. Peggy Seeger
Figlia di Charles e Ruth Crawford Seeger, sorella di Pete e di Mike Seeger, amica di Alan Lomax e moglie di Ewan MacColl, Peggy Seeger ha rappresentato il punto di riferimento del folk revival americano e inglese. In entrambi i movimenti la sua influenza è stata determinante ed è tuttora difficile etichettarla per la varietà degli scenari in cui è stata protagonista. Peggy suona sei strumenti (il suo modo di suonare il banjo non ha eguali), canta brani della tradizione popolare scozzese, inglese, di quella anglo americana dei Monti Appalachi nel nord America, di quella afro-americana del profondo Sud, di quella dei cowboy del West. Scrive canzoni mescolando stili e generi, dal folk alla musica colta europea. Le armonie di compositori come Beethoven o Bartók sono da sempre nelle sue corde, da quando, bambina, prende lezioni di pianoforte dalla madre. Le sue composizioni presentano arrangiamenti raffinati che si inseriscono nelle strutture tradizionali dei canti popolari che lei ha saputo rinnovare portando il folk ad evolversi, nelle forme e nelle tematiche.
Una vita nella musica. Prima ancora di nascere.
Quando Peggy sta per venire al mondo, (17 giugno 1935), Charles ha un impiego presso la Special Skill Division of the Resettlement Administration, un’organizzazione americana incaricata di creare nuove comunità per i lavoratori disoccupati e gli agricoltori impoveriti. Si occupa della musica, di come possa cerare unione anche nei contesti più disgregati. Figlio di un ricco uomo d’affari, Charles Seeger Sr., Charles Jr. vive parte dell’infanzia in America Latina a contatto con culture e musiche locali di cui si innamora, per poi laurearsi ad Harvard, dopo aver girato l’Europa con il desiderio di diventare compositore. Scrive musica per orchestra e dirige alla Cologne Opera. A New York conosce una violinista talentuosa, Constance Edson, che sposa. Poco dopo gli viene offerto un incarico come insegnante di musica a Berkeley, Università della California. Nel 1912 nasce Charles Seeger III. L’università lo impegna nella creazione del dipartimento di musica, dove inserisce nuovi insegnamenti, tra cui musica moderna e folk. È sua, la prima cattedra di Musicologia in una università americana. Organizza concerti, dirige un coro, sviluppa la teoria del contrappunto dissonante che ispirerà compositori come Hindemith e Schönberg. Nel frattempo si impegna nel sociale per migliorare le condizioni dei lavoratori migranti in California e, all’avvio della Prima Guerra Mondiale, si dichiara pacifista. Questa sua posizione lo rende inviso a Berkeley dove non gli viene rinnovato il contratto. Ma politica e attivismo sociale permeano ormai la sua vita: ai concerti gratuiti nelle chiese, nelle scuole, negli spazi pubblici del Paese, con lui ci sono la moglie e i figli. Fin dall’infanzia, è grazie al padre che il secondo nato, Pete, avrà modo di conoscere la musica tradizionale delle varie zone in cui i genitori si esibiscono. A fine serata, infatti, musicisti locali spesso improvvisano spettacoli in cui cantano e suonano strumenti tipici. Nel 1921 Charles e la moglie ottengono una cattedra all’istituto che diventerà la Juilliard School. Se la carriera procede al meglio, il matrimonio giunge al termine. Ma Charles sposerà poco dopo una sua studentessa, Ruth Crawford, giovane e promettente compositrice. Dopo aver ricevuto numerosi premi, entrerà nello staff dei docenti di pianoforte all’American Conservatory, sarà una delle prime donne famose come compositrici in America.
Una delle prime a utilizzare il folk nelle sue opere, partendo dagli arrangiamenti di brani dell’American Songbag, una raccolta di traditional. Dopo il matrimonio (autunno 1932), i due danno vita a diverse iniziative tra cui un collettivo di compositori (The Composers’s Collective) con lo scopo di contribuire, attraverso la musica, alle cause sociali e politiche della sinistra, a sostegno delle classi popolari. Diversi di loro sono iscritti al Partito Comunista. Modello a cui si ispirano è il compositore tedesco Hanns Eisler, l’artista che ha voltato le spalle alla musica borghese del passato per crearne di nuova, riempita di contenuti rivoluzionari. Le sue canzoni, con i testi di Brecht, saranno la colonna sonora di diversi spettacoli di cabaret durante la Repubblica di Weimar.
Durante gli anni Trenta Charles comincia a pensare all’idea che i compositori, invece di creare musica per il proletariato, dovessero guardare a quella che la working class aveva già prodotto: la folk music. La raccolta American Ballads and Folk Songs realizzata da Charles con Alan Lomax e pubblicata nel 1934 diceva di quanto quella musica fosse viva, bastava andarla a cercare. Alan, figlio di John Lomax, tra i primi ricercatori e collezionisti di canti popolari, anch’egli studente ad Harvard dello studioso di ballate George Lyman Kittredge, è come il padre appassionato collezionista. Il suo Cowboy Song del 1910 è la prima raccolta di canzoni folk americane pubblicata in America. Canzoni che potevano servire alle cause progressiste, di un’America razzista, socialmente e culturalmente divisa.
Nel 1950 viaggerà in Europa per registrare canti per la Columbia Records (e anche per sfuggire alla blacklist maccartista). Sarà anche in Italia e contribuirà alla nascita del folk revival nel nostro Paese.
È questo il contesto nel quale viene al mondo Margaret Seeger, subito soprannominata Peggy. Nata da una coppia di musicisti colti e di attivisti politici intenzionati a dare un nuovo senso alla musica delle classi degradate. Responsabile delle attività musicali nelle nuove comunità di emarginati nate negli anni della Depressione, tra i minatori o i piccoli contadini che hanno perso il lavoro, Charles trova nuova linfa alle sue teorie e si fa promotore della raccolta e conservazione dei canti di quelle comunità. Li registra, li cataloga, li studia, partecipa ai più importanti folk festival, pubblica raccolte, documenta e diffonde quel patrimonio nelle scuole. Peggy e la sorellina Barbara vivono immerse nella musica, canticchiano da piccole ciò che si ascolta in famiglia. Peggy ricorda: “La musica era parte della mia vita, molto molto presto. Mia madre accompagnava quello che facevamo con la musica. Se si mettevano le galosce, c’era una canzone per questo; se una di noi indossava un vestito carino, c’era una canzone per questo” [Freedman J., Peggy Seeger. A life of music, love, and politics, p 31].
A sei anni Peggy riceve da Ruth i rudimenti del pianoforte in modo piuttosto creativo: “Le mie lezioni incominciarono ancora prima di capire che fossero lezioni di piano. Noi cantavamo delle canzoni e suonavamo gli accordi al piano; creavamo storie o poemi in cui le parole incominciavano con la lettera della nota che mia madre stava suonando” [Freedman, p. 32]. Poco dopo verranno i grandi compositori classici.
E poi ci sono i fratelli Mike e soprattutto Pete, anche lui studente ad Harvard, straordinario suonatore di banjo che gira il Paese, con compagni come Woody Guthrie, alla ricerca di canzoni da cantare. Iscritto al Partito comunista, diventa ben presto la voce più autorevole della canzone di protesta, a favore delle cause degli ultimi. Grazie a lui il canto militante avrà una eco enorme in tutto il mondo. Sua la versione più suggestiva di We Shall Overcome, inno del movimento per i diritti civili negli Stati Uniti. “Una vera rivoluzione – diceva – non si ottiene con le armi. Si ottiene con le arti. Le arti possono oltrepassare le barriere delle parole, le barriere della religione, le barriere della politica” [Freedman, p. 285].
Con gli Almanac Singers, gruppo fondato nel 1941, canterà canzoni pacifiste e antimilitariste negli anni della Seconda guerra mondiale, prima di essere arruolato nell’esercito, facendo esperienza diretta di quell’orrore. Comincia a incidere album già durante questo periodo. Alla fine del conflitto viene riconosciuto come un musicista folk dalla coscienza sociale. Fonda People’s Song, un’organizzazione con lo scopo di promuovere la musica folk e con essa le cause a sostegno della politica di sinistra. È successivamente ideatore del gruppo Weavers con cui incide If I Had a Hammer che gli darà grande successo.
https://www.youtube.com/watch?v=qBvbiHlXkew
Ma l’America del dopo guerra è un Paese conservatore e Pete subisce atti di violenza quando canta per il candidato del Partito progressista, Henry Wallace, nel 1948. Presto gli verrà chiesto di apparire davanti al Comitato delle attività anti-americane della Camera. Il fervore anticomunista attiva procedimenti giudiziari verso chi professa politiche progressiste. Verrà inserito nel libro nero degli artisti a cui sarà vietato esibirsi.
Ma non per questo si arrende.
Spesso con lui c’è Peggy, che comincia la sua carriera di folksinger, nel rispetto del patrimonio culturale e dei valori che quel repertorio rappresenta, nel rispetto delle lotte combattute per i diritti della povera gente. “Sto diventando cinica – dice – nei confronti degli esecutori di musica folk che la usano semplicemente come mezzo per elevazione o fama personale e per nulla verso la società” [Freedman, p. 66].
Del 1954 è il suo primo album Folks Songs of Courting and Complaint che raccoglie canzoni imparate durante l’infanzia, altre trovate sui libri della biblioteca di Harvard. Tra tutte, quella che rivela il futuro di Peggy come interprete è The House Carpenter, una variante americana della Child ballad The Demon Lover.
Nel 1957, con il fratello Mike incide l’album American Folk Songs for Christmas con brani arrangiati dalla madre Ruth. Canti provenienti dal sud del Paese, molti di origine afro-americana.
La svolta nella vita di Peggy arriva grazie a una telefonata di Alan Lomax. È in Inghilterra dal 1951, dove si occupa di trasmissioni radiofoniche, registra dischi e sta sviluppando il suo programma sulla canzone folk per la BBC. Le chiede di raggiungerlo a Londra per prendere parte allo spettacolo musicale Dark of The Moon. Lomax per lei ha diversi progetti artistici: oltre allo spettacolo, vuole organizzare un gruppo folk, The Ramblers, in cui coinvolgerla come suonatrice di banjo. All’audizione canta The House Carpenter mentre suona lo strumento, allora poco conosciuto in Inghilterra.
https://www.youtube.com/watch?v=WiOyQPU0o-8
Non è difficile restare impressionati dalla sua bravura e Peggy viene immediatamente reclutata nel gruppo. Ne fanno parte vari musicisti, tra questi Ewan MacColl, poeta e attivista politico, artista e uomo di teatro, membro del British Folk Revival. Di origini popolari, famiglia operaia di Salford, è iscritto al partito dei giovani comunisti. Esposto alla musica folk già da bambino, in famiglia si cantano e suonano brani della tradizione. Con Alan Lomax collabora a un programma radio intitolato Ballads and Blues che racconta le più belle canzoni folk americane, inglesi, irlandesi. Le ballate scozzesi e gli sea shanties inglesi si intervallano a canti jazz, calypso e skiffle music, musica americana ispirata al blues, al jazz e al canto folk. Sono sempre loro a dare vita al folk club Ballads and Blues Club in cui artisti di vario genere si esibiscono. L’11 aprile, meno di tre settimane dal loro primo incontro Peggy confida al suo diario: “Ewan MacColl è innamorato di me. E io di lui”. Sarà l’inizio di una storia d’amore, di amicizia, di dedizione alla musica e alla scoperta di dove questa possa condurre. Politicamente neofita, Peggy riceve una rapida educazione da Ewan sulle teorie marxiste e la sua particolare visione del comunismo la attrae e convince. Ewan viene dalla working class, combatte la sua battaglia personale: dare voce alle classi subalterne. È la sua lotta. Peggy, pur venendo dal mondo borghese, condivide quella protesta. Con la musica, poi, la lotta diventa di tutti.
Nella trasmissione radio di Lomax, alla versione di Peggy di Union made di Woody Guthrie viene accostata quella di Ewan del traditional britannico Four Loom Weaver: due canzoni sul lavoro che raccontando di diritti conquistati e da conquistare, di lotte e disuguaglianze.
Diverse canzoni di Ewan trovano spazio nel programma: da The Manchester Ramblers
e poi soprattutto Dirty Old Town, dedicata a Salford, al suo amore e odio per la città natale. Una canzone che perfettamente rispecchia l’atmosfera della cittadina e cattura quella sua bellezza speciale: come un fiore che nasce in una discarica: I find my love by the gasworks wall/Dreamed a dream by the old canal/ kissed my girl by the factory wall. /Dirty old town, Dirty old town (Trovo il mio amore vicino al muro della fabbrica di gas / Ho fatto un sogno sul vecchio canale / Ho baciato la mia ragazza sul muro della fabbrica. / Sporco centro storico sporco, sporco centro storico).
Peggy comincia a registrare dischi con Ewan e con i Ramblers, fa parte del gruppo anche Shirley Collins, una cantante del Sussex, compagna di Alan Lomax. La sua nuova vita artistica le fa decidere di non tornare in America. Resterà in Inghilterra per trent’anni. Il primo disco dei Ramblers, Classic Scots Ballads (Decca Records, 1956), sulla copertina recita: “Alan Lomax e Ramblers con Ewan MacColl e Peggy Seeger”.
Peggy e Ewan sono a tutti gli effetti una coppia di artisti. Non è un caso che sia di nuovo la musica a rendere pubblica una relazione non solo artistica, ma anche amorosa. Quando Ewan scrive The First Time Ever I Saw Your Face, la canzone è un regalo per Peggy.
La canteranno in tanti, da Peter Paul & Mary,
fino a Roberta Flack che, nel 1973, la trasforma in una hit vincitrice del Grammy Award.
E poi Johnny Cash,
https://www.youtube.com/watch?v=EdSIlVZhsDw
Celine Dion,
Sinead O’Connor
https://www.youtube.com/watch?v=ufLuveFJI90
fino a George Michael.
È una canzone universale che descrive perfettamente il primo amore, l’amore a prima vista. Cosa che l’ha resa un successo planetario. Una canzone peraltro innovativa che rompe lo schema delle canzoni folk tradizionali che raccontano sempre oggettivando. In questo caso, invece, la narrazione è autobiografica e in prima persona, una narrazione soggettiva tipica di altri generi musicali come la pop music.
Nel 1957 vengono pubblicati diversi lavori realizzati dalla famiglia Seeger riuniti nella raccolta American Folk Songs Sung by the Seegers. Tra i brani spiccano Old Molly Hare scritto dal padre Charles
e The Rich Irish Lady.
Sempre nel 1957 Peggy realizza due album come solista: Eleven American Ballads and Songs e Animal Folk Songs for Children, registrati in Inghilterra.
Il suono del suo banjo, inoltre, è presente in diverse registrazioni di Ewan. Le differenti tradizioni musicali e culturali dalle quali provengono e le caratteristiche individuali completano il duo. La versione scottish di Gypsy Laddie di Ewan è ben supportata dal banjo di Peggy.
Peggy, invece, duetta meravigliosamente con la sua voce di soprano su quella baritonale di Ewan in There was a Puggie in a Well.
Negli anni ’57 e ’58 Peggy partecipa a numerosissime registrazioni, con il suono del suo banjo o della sua voce, ma il progetto più importante è certamente la prima Radio Ballad per la BBC, The Ballad of John Axon.
Il programma nasceva dall’idea di unire narrazione e canzoni come colonna sonora alla vicenda di John Axon, giovane macchinista inglese di Stockport diventato eroe nel febbraio 1957. Moriva mentre cercava di fermare un treno merci in fuga su una forte pendenza dopo un guasto al freno. L’idea del produttore Charles Parker era di raccontare questa storia di eroismo della working class mescolando narrazione, recitazione, musiche e interviste agli amici e famigliari. Ewan viene incaricato di seguire il progetto: scrive canzoni, cura le interviste, crea la drammatizzazione. Peggy si occupa degli arrangiamenti. La trasmissione va in onda nel giugno 1958, proponendo un messaggio radicalmente progressista: gli uomini della classe operaia possono agire con disciplina e intelligenza di giudizio e possono mostrare tanto onore quanto le persone di classi sociali più elevate.
L’attenzione verso la povera gente sventurata conduce Peggy a scrivere brani memorabili. Nell’autunno di quell’anno un forte terremoto sconvolge il territorio della Nuova Scozia. Per queste popolazioni Peggy scrive The Ballad of Springhill, in ricordo dei settanta minatori morti sepolti. La scrive come una ballata tradizionale: una cronaca oggettiva.
La canteranno i Dubliners,
gli U2
ed è tuttora cantata nelle scuole di Springhill.
Dopo la nascita del figlio Neill, Peggy e Ewan sono impegnati nella causa pacifista. Partecipano al progetto collettivo del disco Songs against the Bomb in cui Peggy canta la canzone antinucleare There’s Better Things To Do basata su un canto gospel.
Nell’idea di musica folk che Peggy matura, le struttura della canzone tradizionale serve a esprimere e diffondere idee politiche nuove e attuali. La sua The ballad of Jimmy Wilson usa il format della ballata per raccontare una storia di razzismo accaduta in Alabama nel 1958;
March with us today, scritta nel 1958 per la marcia della pace di Aldermaston, usa una melodia tradizionale inglese.
Prosegue la collaborazione con la BBC nella produzione di una nuova Radio Ballad. Song of a Road racconta la vicenda della costruzione dell’autostrada Londra-Yorkshire, un progetto che implicò migliaia di lavoratori in tutti i settori dell’edilizia: ingegneri, pontieri, carpentieri, asfaltatori, operai del cemento, geologi, chimici, archeologi. Un’equipe che proveniva da ogni parte del mondo: Inghilterra, Irlanda, Scozia, ma anche India, Pakistan, Grecia, Tunisia. “Se John Axon non era una ballata politica, Songs of a Road lo è”, dirà Peggy [Freedman, p.124].
La prima ballata raccontava di eroismo individuale, mentre questa descriveva le tendenze storiche alla base della politica e del sistema industriale moderno. Song of a Road toccava tutte le questioni importanti dello sviluppo industriale: il declino dell’agricoltura e l’ascesa dell’industria; la nascita di nuove professioni e la fine di altre; la dipendenza del lavoro salariato e la concomitante emarginazione del lavoro femminile; la crescita della ricchezza e della libertà per alcuni; la perdita di stabilità e salute per gli altri. Andrà in onda nel novembre 1958.
La terza Radio Ballad ha per soggetto la pesca di aringhe e le vite dei pescatori. Tra questi Sam Larner sulle barche da una vita, testimone dei maggiori cambiamenti dell’industria della pesca inglese. Ma anche della vita in mare quando l’unico svago per i marinai è raccontare storie e cantarle. Le canzoni di lavoro, chiamate shanties raccontavano le condizioni a bordo, la gioia del ritorno a casa, il desiderio di ritrovare una donna nei porti. La ballata si intitola Singing the Fishing, costruita sulle canzoni nate dalle parole dei marinai intervistati. The Handsome Cabin Boy è la biografia di Sam Larner.
In questo progetto, rispetto ai precedenti, una parte importante è riservata alle donne, il cui lavoro nell’industria della pesca è più rilevante che in altri settori. Tra i brani emerge, infatti, Fisherman’s wife. La radio ballata vincerà il Prix Italia.
Nel 1961, la nuova Radio Ballad, The Big Hewer, ha come tema il lavoro dei minatori di carbone. Peggy ed Ewan costruiscono il programma attorno alla figura leggendaria di Jackie Torr, un minatore con la forza prodigiosa di due uomini. Perché il lavoro in miniera richiede forza, coraggio, senso del pericolo.
La quinta Radio Ballad, The Body Blow, racconta le vite dei sopravvissuti alla polio che testimoniano la loro esperienza dolorosa, la disperazione e la sopportazione con estrema dignità, senza alcuna auto commiserazione. Solo sette anni prima era stato approvato il vaccino contro questa malattia.
On the edge è la successiva Radio Ballad che nel 1963 affronta il mondo degli adolescenti: le loro speranze, le aspettative, le esperienze sessuali, le paure di chi inizia il viaggio verso il mondo adulto.
Dello stesso anno è The fight game, la settima Radio Ballad che affronta il tema della boxe agonistica. Canzoni come Punching Shanty e Speedball Song, basate su canti tradizionali shanties, descrivono gli allenamenti dei boxeur con i suoni prodotti prendendo a pugni i sacchi. Una percussione sincopata. Il brano più interessante è, però, The day of the fight che ripercorre i pensieri di un atleta dal risveglio al momento dell’incontro sul ring.
Il successivo progetto della coppia è la creazione di un gruppo di giovani artisti, con lo scopo di riflettere sulla canzone folk, di diffonderla, espandere il repertorio, partecipare a festival. Operare uno studio approfondito sulla cultura popolare, il contesto in cui i canti sono nati, il mondo rurale, le classi lavoratrici, anche quella industriale. Di lavorare sul corpo e non solo sulla voce, prendendo spunto da tecniche del teatro di ricerca di quegli anni, per approfondire le possibilità espressive. Il gruppo si chiamerà Critics Group. Produrrà spettacoli contro la guerra del Vietnam, parteciperà ai maggiori festival, tra cui, fino al 1972, il Festival of Fool. Il gruppo si esibirà con canzoni e spettacoli anche in Italia al Piccolo Teatro di Milano, richiamato dall’etnomusicologo Roberto Leydi.
Nel frattempo vede la luce l’ultima Radio Ballad, The Travelling People (1964) che racconta storie di zingari e di viaggiatori lungo l’Inghilterra e l’Irlanda: le loro leggende, i miti, le avventure. Persone che si sono spostate nel corso degli anni, alla ricerca di un posto in cui stare, nel passato fino al presente quando trasferirsi nasce dall’esigenza di trovare un lavoro.
Peggy è ormai un’artista implicata nelle questioni sociali e politiche più urgenti. Quando canta Hitler Ain’t Dead, una canzone che accomuna Lyndon Johnson ad Adolf Hitler, viene criticata da molti americani a sostegno della posizione di Johnson. Succeduto a Kennedy dopo il suo assassinio, era di fatto il responsabile del definitivo coinvolgimento degli USA nella guerra in Indocina.
Non per questo smette di partecipare alle manifestazioni contro la guerra in Vietnam dove canta frequentemente The Ballad of Ho Chi Minh scritta da Ewan.
Lontana dall’America da anni, il suo Paese le appare deformato e votato unicamente a un progetto di distruzione.
L’avversione alla guerra, alla violenza, all’odio razziale, l’attenzione alle cause dei lavoratori, dei malati, degli emarginati sono temi sempre più presenti nella produzione di Peggy. Con la nascita dei movimenti femministi, poi, è il mondo delle donne a essere esplorato, un mondo che, nel passato e nel presente, è una rivelazione. “È solo quando ci rivolgiamo alla canzone tradizionale – dice – che inizia a emergere una donna riconoscibile. Le protagoniste femminili delle canzoni popolari hanno i piedi (piedi reali) su un terreno reale. Sudano al lavoro nei campi, allevano mandrie di pecore e mucche, filano cotone e lino. Soprattutto sono pronte a lottare per ciò che vogliono. È questo atteggiamento realistico e positivo nella canzone folk che io, una cantante donna, trovo avvincente. È attraverso queste canzoni, inventate e cantate da generazioni di lavoratori, che per la prima volta ho preso coscienza della natura della lotta di classe. In esse, ho individuato segnali nitidi e chiari che mostrano come la canzone possa svolgere un ruolo importante nella lotta delle donne per essere riconosciute come l’altra metà determinante della razza umana”. [Freedman, p. 209]
The Female Frolic (women’s song) è uno dei primi lavori che racconta di donne e delle loro difficoltà in una società ancora pesantemente maschilista. C’è Darling Annie, canzone sul desiderio di parità tra uomo e donna.
https://www.youtube.com/watch?v=vOiuVWRObuk
In I’m Gonna Be an Engineering, ancora molto attuale, Peggy mette in luce le storture sociali per cui a una donna viene proibito di accedere a una professione come quella dell’ingegnere, ritenuta esclusivamente maschile, per una diversa ambizione: diventare una “signora”, una madre, una brava donna di casa.
Altre canzoni, più convintamente femministe, sono Emily (1977) e Winnie and Sam (1978) sul tema della violenza domestica.
Sono canzoni ispirate da una serie di interviste che Peggy fece in un rifugio per donne maltrattate in South London.
Once we were single, once we werw young/Once we were happy husband and wife. But fourtheen years married, thirtheen years harried /Now I don’t care what comes of my life, racconta Emily. (Una volta eravamo single, una volta eravamo giovani / Una volta eravamo marito e moglie felici. Ma per quattordici anni sposati, tredici sono stati tormentati / Ora non mi interessa cosa succede nella mia vita)
“Quando la canto ai concerti – dice Peggy – guardo la platea. Se una donna ha il volto impietrito, se l’uomo al suo fianco si sta ispezionando le unghie, si piega per allacciarsi le scarpe già allacciate, allora sì: io ti conosco e so cosa succede a casa. Finisco la canzone, spesso in totale silenzio” [P. Seeger, First Time Ever, p. 278]
Nine Month Bules, pure con ironia, parla dei metodi contraccettivi che falliscono e delle difficoltà per una donna di abortire in sicurezza.
Altre raccontano le difficoltà della donna casalinga alla quale si negano diritti, stipendio, iscrizione a un sindacato: Housewife’s Alphabet (’76),
Lady, What Do You Do All Day?
Talking Matrimony Blues, invece, (’78) è una critica al matrimonio, un contratto impari tra marito e moglie.
Diverse di queste canzoni saranno raccolte in Penelope Isn’t Waiting Any More e nell’album Different Therefore Equal.
Sterminata è la produzione di incisioni realizzate come solista o in coppia con Ewan, ancora lungo gli anni Ottanta, nonostante la lenta sparizione del genere folk. I due non smettono di battersi per la causa del pacifismo. Ma anche contro la violenza di genere, l’apartheid, l’aborto, la politica di Margaret Thatcher. Nella generale riflessione su ciò che quel prolifico movimento ha prodotto nella cultura americana e nel mondo, diversi documentari in quegli anni presentano le loro ricerche artistiche: The Good Old Way;
Parsley, Sage and Politics: The lives and Music of Peggy Seeger and Ewan MacColl.
The Ballad of Ewan MacColl va in onda alla BBC nel 1990 poco dopo la sua morte.
Parte prima
Parte seconda
Parte terza
Parte quarta
Ultima parte
Peggy deciderà allora di tornare negli Stati Uniti, a ricercare radici familiari e a riconnettersi con quella parte di mondo che ha prodotto le canzoni sulle quali si è formata come artista e come persona. In America scopre di essere un’icona della musica folk. E la sua musica è portavoce di istanze pacifiste. Anche e soprattutto quando il suo Paese resta coinvolto nella guerra in Iraq. Incontra veterani come Jimmy Massey e a lui dedica The Ballad of Jimmy Massey.
Peggy non ha ancora smesso di raccontare il presente.
Contemporaneamente ricercatrice di canti popolari, cantautrice, interprete, strumentista, attivista politica, è sempre a sostegno dei movimenti democratici, delle rivolte popolari a favore dei diritti calpestati, dalla parte delle frange più disgregate della società: donne, omosessuali, veterani di guerra, lavoratori sfruttati, malati ai quali ha dato una voce e una dignità. Senza di lei ed Ewan il folk revival non sarebbe stato quel laboratorio di idee e di progetti culturali, sociali, politici che è stato. In America, in Inghilterra e nel mondo.
Of miners and weavers / Of rebels and dreamers / When I sing of my brothers / I sing of myself / Sing of myself (Di minatori e tessitori / Di ribelli e sognatori / Quando canto dei miei fratelli / Canto di me stessa. Canto di me stessa).
Chiara Ferrari, coautrice del documentario Cantacronache, 1958-1962. Politica e protesta in musica; autrice di Politica e protesta in musica. Da Cantacronache a Ivano Fossati, edizioni Unicopli
Pubblicato venerdì 20 Dicembre 2019
Stampato il 16/10/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/terza-pagina/pentagramma/storia-di-peggy-seeger-e-famiglia/