“Appunti per un viaggio da Bolzano”, regia Massimo Tarduccci, scritto da Andrea Bigalli e Massimo Tarducci, 2021, prodotto da Spi-Cgil Nazionale in collaborazione con La Terzaprattica, Spi-Cgil Bolzano, Anpi Bolzano, Provincia di Bolzano, patrocinio del Comune di Bolzano, patrocinio della Regione Toscana
Appunti per un viaggio da Bolzano è un docufilm realizzato dalla passione di Massimo Tarducci con testimonianze e rievocazioni, alternate alla presenza centrale della protagonista Lidia Menapace.
Il regista Massimo Tarducci
I ricordi di lei nei pensieri che accompagno il viaggio di Tarducci e gli interventi a cura di Andrea Bigalli (tra cui quelli di Rosy Bindi, Luciana Castellina, Francesco Comina, Pierpaolo Dalla Vecchia. Alfred Ebner, Pietro Marchi, Guido Margheri, Francesco Palaia, Ivan Pedretti, Livia Turco, Luisa Zanotelli, Luca Kocci) si intrecciano alla ricerca di una studentessa – Emma Tarducci – come tessere di un fitto discorso familiare decisivo per la narrazione, con espressioni dirette, ironiche, divertenti e taglienti, senza retorica.
Lidia con il curatore delle interviste, Andrea Bigalli
Lidia, di formazione cattolica, spicca infatti come un esempio singolare nel variegato panorama femminista. Sviluppa una vena indipendente, ancorata al tema universale della pace che è anche un suo bisogno intimo e profondo. Lo completa con la difesa dei diritti concreti dell’emancipazione femminile e popolare. La sua fede non intralcia il radicalismo delle scelte, è parallela. Di qui, in un curriculum vagabondo, il passaggio politico dalla democrazia cristiana al campo del marxismo indagato nella sua complessità, all’ambito comunista, al Manifesto, una bella eresia (“i cristiani hanno spesso la tendenza all’eresia” afferma Castellina).
Tra i momenti più coinvolgenti ci colpisce quello della figura giovanile di Lidia nella Resistenza, partigiana col nome di battaglia Bruna, rievocata in brevi incisive sequenze in bianco e nero in cui rileggiamo “Giorni di gloria” (il celebre e bellissimo film diretto da Mario Serandrei, Luchino Visconti, Giuseppe De Santis e Marcello Pagliero, prodotto dalla Titanus e dall’Anpi nel 1945).
Bruna non vuole uccidere, perciò rifiuta le armi, dà il suo contributo alla lotta portando messaggi e piazzando il plastico sotto i ponti o sui binari ferroviari per interrompere l’offensiva nemica. Non nasconde la paura, sa come sia decisivo il ruolo della donna, non solo nell’accoglienza, ma nella militanza, fatta di spostamenti arditi e furtivi di collina e in paese. Corre con la bicicletta, come tante sue compagne, memorizza ordini, informazioni, da consegnare ai reparti. Tutto è nella sua mente e qualcosa… nelle calze. Fa la sua parte rischiando la vita e di più, come le altre. È riconosciuta combattente anche se non armata, e di questo è grata al Movimento di Liberazione. E a chi oggi la definisce una ex partigiana replica: “Sono ex in vari settori, ma non qui! Partigiani si è per sempre”.
Vivendo come insegnante la grande contestazione del ’68, la vede come continuazione della Resistenza. Ne coglie l’emergere di un nuovo soggetto politico, gli studenti che, uniti alle classi lavoratrici, sono un enzima per rinnovare la società. Conferma l’importanza degli anni 70, li definisce “anni speciali”, con le riforme legislative a tutto campo, le conquiste civili e sociali, le lotte rinnovatrici che vedono le donne protagoniste. Lidia le abbraccia tutte, anche il divorzio. Per lei la funzione femminile come rammenta Bindi è “come una grande forza non solo collettiva ma individuale”. La pace sarà poi la sintesi di tutti i beni. E la rivoluzione voluta dal ’68? Lidia risponde. Deve essere culturale, cambiare la mentalità, penetrare nelle persone. Proprio come la pace tra i popoli. La società deve essere planetaria, basata sulla pluralità. E nello stesso tempo fatta di donne e uomini in carne e ossa.
Lidia non ha mai avuto soste. Molte le tappe citate dal film, dall’università Cattolica di Milano, all’attività politica a Bolzano dove – prima come donna – fa la consigliera comunale e poi è assessora provinciale, come ricorda Alfredo Ebner. In un territorio così tradizionale e maschilista, come descrive il presidente Anpi Bolzano e componente del comitato nazionale dell’associazione, Guido Margheri, ottiene consensi tra la popolazione altoatesina rispettandone la lingua madre, in nome di una concezione umana e universale più vasta. Benché piemontese, considera la nuova città una sua Heimat, una seconda Patria, laboratorio di diversità. È iscritta alla democrazia cristiana, ma con spirito originale e progressista. In seguito, nell’anno della contestazione si dimette dal partito per incompatibilità ideale con una lettera aperta al segretario nazionale Dc, Mariano Rumor. Prende altre strade.
Sposa Eugenio (Nene) Menapace un trentino rispetta il suo dinamismo perché “ciascuno è come è”. Linda, nata Brisca, ne prenderà il cognome, ma non dimentica il codice etico, emblematico, della madre riguardo al matrimonio: “Va bene tutto, ma non chiedere mai al marito i soldi per le calze”. I due staranno insieme per 52 anni in felice parità.
Riflettendo sulla sua storia, Lidia dice di essere stata fortunata, soprattutto per aver vissuto la Resistenza e il Sessantotto. Aderisce in seguito a tutti gli appuntamenti politici e rivendicativi importanti del Paese e partecipa contro i crimini della guerra alla manifestazione delle donne in nero per Sarajevo. Alle domande sul futuro osserva: “Se ce l’abbiamo fatta noi nei tempi bui del fascismo e del nazismo chiunque ce la può fare”. Sembra risponderle il grido finale, come in apertura, della giovane Emma che irrompe: “La rivoluzione siamo noi”.
Tutte le immagini sono tratte dal film
Appunti per un viaggio da Bolzano è un documentario attuale, di contenuto, speranza, autonomia femminile e di impegno solidale e pacifista. Che per 52 minuti ti inchioda alla visione. Lo vedremmo volentieri diffuso e discusso nei licei e nelle università.
I COMITATI PROVINCIALI E LE SEZIONI ANPI CHE VOLESSERO ORGANIZZARE DELLE PROIEZIONI POSSONO SCRIVERE A MASSIMO TARDUCCI: maxtard@inwind.it
Pubblicato domenica 30 Ottobre 2022
Stampato il 03/10/2023 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/terza-pagina/red-carpet/in-cammino-per-imparare-a-resistere-con-lidia-menapace/
Periodico dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Intervista biografica a Lucilla Galeazzi, interprete e autrice della tradizione musicale popolare (e di lotta) italiana. L’incontro con l’antropologo Valentino Paparelli e lo storico Alessandro Portelli. La lunga collaborazione con Giovanna Marini e Roberto De Simone
“La buca”, premiato al Festival dei corti della Regione Puglia, è un intenso e drammatico film cortometraggio tratto da un racconto di Ivano Artioli, presidente dell’Anpi di Ravenna
Presentato anche per il 2024 il Progetto ANPI “Per la valorizzazione dei luoghi della Resistenza in Italia”, già approvato dal Ministero della Difesa per il contributo 2023. Grazie al quale è ancora possibile intervenire quest’anno su cippi, lapidi e monumenti che necessitano di urgente opera di restauro. C’è tempo fino a dicembre per riqualificare e le richieste vanno indirizzate all’ANPI Nazionale. E l’Associazione fa sapere che una parte dei fondi raccolti con la sottoscrizione per l’alluvione in Emilia-Romagna sarà destinata alle “pietre” partigiane danneggiate dal fango. Nell’articolo i riferimenti per chi è interessato
Parri la definì la “prima nostra battaglia in campo aperto”, combattuta e vinta da antifascisti, civili, militari, ex prigionieri di guerra alleati fuggiti dai campi di concentramento. Per l’anniversario, intere scolaresche sono salite su quei luogi, tra faggi e querce secolari. Interventi delle istituzioni locali e tante associazioni. A rappresentare l’Anpi nazionale, Tamara Ferretti della segreteria nazionale. E in classe per tutta la settimana, in collaborazione con l’Ufficio scolastico provinciale, lezioni di storia della Resistenza
La guerra sembra senza sbocchi. Mentre continua il conflitto sul campo, a livello internazionale quasi nessun Paese (fatta eccezione per la Cina e il Vaticano) sembra intenzionato a lavorare almeno per un cessate il fuoco. Intanto l’Europa si riserva di utilizzare parte dei fondi del Pnrr per finanziare la produzione di nuove armi. La posizione del Governo italiano e delle opposizioni. Come non va il mondo, secondo un ragazzo di 19 anni
Subito dopo il colpo di Stato in Cile, in un’Italia stretta nella morsa di un neofascismo strisciante, trame eversive, servizi segreti deviati e attentati terroristici, il segretario del Partito comunista ri-proponeva una strategia politica per evitare la saldatura tra forze «dal centro all’estrema destra». E il 28 settembre 1973 su “Rinascita” pubblicava “Riflessioni sull’Italia dopo i fatti del Cile”, inaugurando un faticoso dialogo a distanza tra i due maggiori partiti democratici in Parlamento, la Dc e il Pci. Ma dovrà fare i conti con una realtà internazionale che sia in Occidente sia all’Est scoraggerà il suo progetto
Lo storico gruppo musicale popolare presenta una nuova edizione della sua raccolta di canti e musiche dell’antifascismo e della Resistenza. Sono 18 brani, alcuni molto famosi e altri meno conosciuti, ma comunque impressi nella memoria: da Bella Ciao a 8 settembre, da Mamma mi dole a Fischia il vento. Appuntamento venerdì 29 settembre al Teatro Astra di Vicenza
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