È stata certamente una importante fatica storico-letteraria quella svolta da Marco Sini, con la pubblicazione del volume “Giuseppe Zuddas, sardista, antifascista, internazionalista” per le Edizioni Cuec, 2017. Il volume che l’autore, esperto organizzatore politico e sindacale, attualmente Presidente del Comitato provinciale Anpi di Cagliari, ha dedicato alla figura di Giuseppe Zuddas, costituisce un esempio ammirevole di fare storia, senza retorica e senza mitizzazioni.
Il volume si sofferma su tre momenti della vita dell’antifascista sardo: il dirigente azionista sardista, l’antifascista impegnato e l’internazionalista, ovvero il volontario nella guerra civile spagnola.
Giuseppe Zuddas, monserratino d’origine (nasce a Monserrato il 6 maggio 1898), all’inizio del 1900, dopo un breve percorso scolastico, iniziava a lavorare come agricoltore nelle vigne di proprietà della famiglia. Nell’aprile del 1921 aderisce al Partito Sardo d’Azione diventando responsabile regionale dei giovani sardisti e partecipando attivamente alle prime lotte politiche contro il movimento fascista, durante le quali i monserratini dimostravano nei fatti e nell’azione coraggio ed abnegazione. Giuseppe Zuddas nel 1924 lasciava la Sardegna per approdare a Parigi, esercitando per sopravvivere diversi mestieri, come si deduce dagli schedari dell’OVRA, la polizia segreta creata da Benito Mussolini per controllare le persone e i movimenti ostili al regime. Da questi schedari, che Marco Sini ha avuto modo di studiare, si evincono le frequentazioni e i movimenti del sardo antifascista fino al 1935.
A Parigi Zuddas ha modo di incontrare esponenti dell’emigrazione antifascista italiana, con i quali stringe rapporti politici e anche di amicizia. Nella capitale francese incontra Emilio Lussu: questi lo coinvolge nelle azioni del movimento “Giustizia e Libertà”, tanto da divenire col tempo un suo abile e fidato collaboratore. In questo frangente politico Giuseppe Zuddas compiva numerosi e rischiosi viaggi clandestini in Sardegna, con il fine di recapitare i messaggi che Lussu inviava frequentemente agli antifascisti sardi: secondo le informative dell’OVRA ne furono compiuti diversi nell’arco di tempo dal 1929 al 1933.
![](http://www.patriaindipendente.it/wp-content/uploads/2018/01/Giuseppe-Zuddas.jpg)
Intanto nel panorama politico europeo, la Spagna democratica veniva oltraggiata dall’azione golpista condotta dal generale Francisco Bahamonde Franco. La risposta degli antifascisti non si fece attendere. Scrive l’autore: «Quando ormai è guerra civile in tutta la Spagna, Carlo Rosselli, di Giustizia e Libertà, è tra i primi a comprendere che l’aiuto all’antifascismo spagnolo doveva essere pronto e immediato e, parlando alla radio da Barcellona, coniò la frase rimasta famosa: “Oggi in Spagna, domani in Italia”. Poi organizza una prima colonna di volontari per andare a combattere». La storia europea ricorda che dal 1936 al 1939 furono all’incirca 50mila gli antifascisti accorsi da tutto il mondo per difendere con le armi la libertà per la Repubblica spagnola. E se straordinaria fu la partecipazione dei volontari italiani, va rammentato che molti furono i sardi. Giuseppe Zuddas col nome di battaglia “Resy” è tra questi. Egli apparteneva alla Brigata Ascano-Rosselli composta da esponenti di GL, anarchici e da qualche elemento appartenente alla tradizione socialista e comunista. Nel corso di un furioso combattimento sulle alture di Monte Pelato, Zuddas verrà colpito a morte insieme all’anarchico nuorese Pompeo Franchi. È il 28 agosto 1936. Al riguardo Marco Sini riporta la dichiarazione rilasciata da Emilio Lussu in questa occasione: “Era un uomo di fiducia e di collegamento con la Sardegna. (…) Con la di lui morte ho perduto uno dei migliori miei uomini”.
In questo excursus storico-politico l’autore fornisce al lettore, senza sbavature celebrative, una ricostruzione precisa della personalità dell’antifascista sardo, uomo taciturno e introverso. A tal proposito, scrive il giornalista Augusto Monti: “Zuddas era un uomo di poche parole piene di buonsenso. Era un vero uomo d’azione”.
Finora della figura di Giuseppe Zuddas la pubblicistica sarda e nazionale non si è occupata sufficientemente, tranne in alcune eccezioni. La regista Valeria Patanè, ha infatti dedicato all’eroe monserratino un bel film-documentario dal titolo “Zuddas”, che rappresenta uno spaccato della vita dell’antifascista sardo. Un film costruito soprattutto, ma non solo, per le giovani generazioni, non molto avvezze allo studio e alla ricerca della storia antifascista e della Resistenza.
Marco Sini nella copertina del volume ribadisce: “Ricordiamo e scriviamo di Giuseppe Zuddas perché l’Anpi, tra i suoi obiettivi, ha anche la costruzione di una memoria civile che ricordi alle nuove generazioni chi ha lottato per la libertà e la democrazia in Sardegna, in Italia e nel mondo”.
Questo lavoro storico, che ha avuto il patrocinio del Comitato provinciale dell’Anpi di Cagliari e della Fondazione di Sardegna, si avvale di una buona documentazione archivistica di grande interesse ed è scritto con agile e felice esposizione; è un’opera utile, preziosa, che sollecita la conoscenza e aiuta la ricerca storica, un volume che merita di essere conosciuto e ampiamente diffuso nelle biblioteche sarde e nazionali.
Ed è anche un omaggio che Marco Sini, monserratino doc, rivolge al suo compaesano Giuseppe Zuddas, il sardista, l’antifascista e l’internazionalista.
Maurizio Orrù, insegnante e giornalista, segretario regionale ANPPIA Sardegna
Pubblicato martedì 23 Gennaio 2018
Stampato il 27/07/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/ultime-news/combattere-oltre-pirenei/