Si è spento, a 96 anni, Giuseppe “Pippo” Montalbano, personalità tra le più significative della seconda metà del Novecento nella provincia di Agrigento e in Sicilia.
Nato a Sciacca nel 1925, fin da ragazzo ha partecipato alla organizzazione di una opposizione democratica al fascismo, nelle sedi in cui in cui i comunisti tenevano le loro riunioni segrete. Erano intellettuali, operai, artigiani che preparavano la lotta e costruivano le condizioni della rivolta popolare contro la dittatura fascista.
L’antifascismo era entrato nel suo dna con gli ideali che democratici, comunisti, socialisti, cattolici propagavano a rischio della loro libertà e della vita. Dopo la Liberazione sceglie la politica attiva, si iscrive al Pci e viene eletto nei consigli comunali dove ha lavorato come assessore e sindaco per sedici anni.
Pippo è stato un sindaco moderno, attento alle dinamiche dello sviluppo del territorio del Belice, si è battuto per la modernizzazione dell’agricoltura, in particolare per l’irrigazione. Va a lui il merito della creazione del lago Arancio, un bacino artificiale oggi sito di interesse naturalistico per la grande biodiversità che lo caratterizza.
Da sindaco, Montalbano ha salvaguardato l’importante patrimonio artistico-culturale di Sambuca di Sicilia, in provincia di Agrigento: i palazzi gentilizi, gli archi, il quartiere saraceno, le chiese che oggi ammiriamo, sono stati salvati dalla speculazione edilizia e anche dagli interventi dei proprietari dal “sindaco sceriffo” – come era stato soprannominato – che perlustrava tutti i giorni il paese per prevenire gli abusi edilizi. Era il tempo della smania costruttiva che tanto danno ha creato nei Comuni siciliani, rovinando centri storici di valore e monumenti.
Se nel 2016 Sambuca ha potuto essere eletto “borgo più bello d’Italia”, grazie al sindaco Leonardo Ciaccio e all’impegno dell’Amministrazione, non va dimenticata l’opera di salvaguardia e prevenzione svolta da Pippo Montalbano che ha creato le basi affinché il paese venisse conosciuto e apprezzato.
È stato un convinto antifascista e un grande amministratore. Da sindaco, Montalbano ha formato una generazione di impiegati comunali, tra i migliori e più efficienti del territorio del Belice, alcuni dei quali divenuti importanti dirigenti del Pci e del sindacato locale e provinciale.
Se n’è andato lo scorso giorno di ferragosto. Il suo esempio e il suo rigore sono stati di grande ispirazione per amministratori e cittadini. Pippo è stato anche dirigente del partito, molto amato e rispettato.
E quando il Pci ha potuto eleggere un senatore locale nel collegio di Sciacca (prima erano stati candidati su proposta della direzione nazionale figure di rilievo nazionale come Giuseppe Berti, Nicolò Cipolla, Rocco Gatto, Renato Guttuso) il partito ha scelto lui. È stato senatore per due legislature dal 1979 al 1987 e durante l’incarico ha seguito la ricostruzione del Belice dopo il terremoto del ’68.
Montalbano è stato un combattente antifascista, un amministratore moderno, onesto e intelligente, un senatore attento, disciplinato e dedito alla tutela del territorio. Un uomo amato dal suo popolo e che ha amato la sua terra, costruendo con tanti della sua generazione la democrazia in Sicilia e nel Paese. Il suo esempio va ricordato.
Pubblicato mercoledì 20 Ottobre 2021
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