In una data dall’alto valore simbolico, la fitta rete di associazioni e organizzazioni sindacali e istituzioni del capoluogo ligure si ritroveranno in piazza Matteotti per ricordare un gesto compiuto in nome della libertà negata, soppressa e soffocata dal regime dittatoriale dei colonnelli.

Saranno unite insieme nella commemorazione Anpi Genova, la Camera del Lavoro, la Città giornale di società civile, il network di comunità Goodmorning Genova e il Centro di documentazione Logos.

L’evento sarà anche l’occasione per presentare la targa restaurata grazie all’impegno di Anpi Genova e di Cgil Genova, insieme al Centro di documentazione Logos, che ricorda il sacrificio del giovane martire greco. Oltre alla deposizione di una corona da parte di Anpi e Cgil, il programma dell’iniziativa prevede numerosi interventi tra cui quello di Nicolas Dessypris, amico di Georgakis, e dei rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni coinvolte in questo progetto di valorizzazione della memoria antifascista.

Kōstas Geōrgakīs

Il giovane studente di geologia, originario di Corfù, era riuscito a espatriare dopo il golpe dei colonnelli greci del 21 aprile 1967 e aveva scelto di rifugiarsi in Italia, a Genova per “la naturale spinta democratica e antifascista della città -, ricorda l’Anpi locale con il suo presidente Massimo Bisca – che alla presa di potere del regime dei colonnelli, aveva accolto numerosi studenti greci in fuga dalla dittatura”.

Tra loro, Kostas, Costantino come lo chiamavano gli universitari della Casa dello studente che lo conoscevano e lo frequentavano. Un ragazzo di 22 anni, a cui per la militanza nei movimenti studenteschi e di resistenza antiregime era stata revocata l’esenzione dal servizio di leva.

Erano anni complicati, rammentano alle nuove generazioni gli eredi della Resistenza italiana: genovese: “Si vivranno momenti di tensione quando nel marzo del 1969 sarà ritrovato un ordigno durante una manifestazione al teatro della Gioventù di appoggio alla Resistenza Ellenica dove partecipavano Melina Mercuri e il partigiano Paolo Castagnino Saetta che scoprì l’ordigno sotto al palco”. Tempi “in cui la solidarietà antifascista consentirà a profughi dai regimi di Franco, di Salazar, dei colonnelli e successivamente dal Cile di essere accolti e poter compiere scelte di vita all’ombra della lanterna”.

Georgakis, proprio qualche settimana prima di darsi fuoco, aveva rivelato in modo anonimo a un giornale genovese i sospetti che nutriva sulla presenza dei servizi segreti greci all’interno delle organizzazioni studentesche; sentori sempre più consistenti mentre esplicite denunce, gli sembravano insufficienti a sensibilizzare e mobilitare l’opinione pubblica.

Alcuni effetti personali di Kōstas bruciati nel rogo

E così, la notte del 19 settembre 1970 il giovane compie un gesto estremo: davanti all’allora Palazzo di giustizia, oggi Palazzo ducale, Kostas si cosparge di benzina e si dà fuoco, inneggiando a una Grecia libera dal fascismo. Due netturbini di passaggio riescono a soccorrerlo, ma ustioni e lesioni sono talmente gravi che lo studente greco muore poche ore più tardi. In oltre 100mila parteciperanno al funerale.

La vecchia targa

E oggi, a distanza di 52 anni, la città Medaglia d’oro al Valore militare per la Resistenza ri-scopre la targa commemorativa, per anni abbandonata al degrado, e insieme la vicenda umana e politica di Kostas Georgakis che, a distanza di oltre mezzo secolo, continua a parlare a tutti noi. E così, grazie all’accurato lavoro di recupero della targa, la memoria potrà parlare anche a tutti i passanti di resistenza e libertà. Alla scopertura

Alla cerimonia di scopertura della lapide interverranno il sindaco di Genova, Marco Bucci, e Maurizio Barabino, amministratore unico della società che si è occupata del restauro, con introduzione di Loris Viari. A seguire si terrà un incontro coordinato dal giornalista Marcello Zinola, che vedrà la partecipazione di Luca Borzani, direttore de “la Città, giornale di società civile”; Igor Magni, segretario generale Cgil Genova; il presidente Anpi Genova, Massimo Bisca; Claudio Montaldo, sindaco di Ceranesi, Domenico Saguato del Centro di documentazione Logos.