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Sono fiero, da giovane iscritto, di vedere che l’Anpi si batte al fianco dei giovani che spendono il loro impegno in battaglie sociali, portando avanti insieme e riattualizzando il processo iniziato con la guerra di Liberazione.

I partigiani Tina Costa e Modesto Di Veglia, entrambi scomparsi. Tina Costa nel 2016, Modesti di Veglia nel febbraio di quest’anno a causa del covid

Anche oggi esiste la Resistenza, e sta nell’affermazione di diritti di chi non li ha. Ce l’hanno dimostrato Tina Costa e Modesto Di Veglia, ad esempio, con la loro presenza al Gay Pride 2019 di Roma.

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La netta presa di posizione dell’associazione dei partigiani a sostegno del movimento Lgbtqi+ tanto da aderire alle mobilitazioni, è un abbraccio che i partigiani danno alle nuove generazioni, così come il sostegno alla battaglia ambientalista, scendendo in piazza in occasione dei Fridays for Future.

In risposta a ciò, sono molteplici le realtà giovanili e studentesche che sposano e sostengono le battaglie dall’Anpi, prendendo parte con grande entusiasmo – fino a prima che il covid lo impedisse – ai cortei del 25 aprile.

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Io partecipo tanto ai lavori dell’Anpi quanto alle attività di alcune associazioni studentesche, e vedo questa sinergia come una comunione di intenti che costituisce una parte fondamentale del fronte antifascista e democratico di oggi. Questa vicinanza reciproca forma un’alleanza non forzata, ma naturale, tra giovani pronti a raccogliere il testimone dei valori resistenti.

La presidente nazionale Anpi Carla Nespolo, scomparsa nell’ottobre 2020

Eloquente e puntuale è – a questo proposito – un comunicato che l’allora presidente nazionale Carla Nespolo diffuse nel 2019 per ufficializzare la presenza in piazza dell’Anpi al fianco del movimento femminista Non una di meno, in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

Il comunicato recitava: “Saremo in piazza con le nostre bandiere nel segno dei valori di libertà e uguaglianza, solidarietà, pace e accoglienza sanciti nella Costituzione italiana. Saranno con noi tanti rappresentanti delle associazioni studentesche per saldare sempre di più il legame tra le generazioni antifasciste di ieri e di oggi. Di fronte a un clima mai così diffuso di odio e paura, risponderemo a neofascismi, pulsioni autoritarie, discriminazioni, razzismi, xenofobia, con la stessa determinazione delle partigiane durante e dopo la Resistenza”.

Sono evidenti sia l’impegno dell’Anpi nell’essere in prima linea nelle battaglie di attualità, sia la volontà di farlo al fianco dei giovani. Penso che questa sia la migliore risposta all’annosa questione del “come” resistere dopo la Resistenza. L’antifascismo oggi si è modificato con l’evolversi della società, e oggi conosce una fase nuova della sua esistenza, proprio perché il fascismo si palesa in una serie di istinti (non del tutto consapevolmente) connaturati nelle persone.

Quindi oggi l’antifascismo deve essere anzitutto una religione civile da professare quotidianamente, rinnegando questi istinti. Una religione civile che affonda le radici del suo credo laico e in quel sistema valoriale consegnatoci dalla guerra di Liberazione e scritto a chiare lettere nella nostra Costituzione repubblicana. Ed è poi militanza politica (nel senso etimologico del termine: “attività che riguarda la polis”) attiva, votata tanto a difendere il conquistato quanto a proseguire il processo di conquiste sociali iniziato con la guerra partigiana.

Sono due aspetti della stessa battaglia: difendere e progredire. Difendere perché, diceva Maria Cervi che “nessuna conquista è per sempre, c’è sempre qualcuno interessato a toglierla”, e progredire perché l’Italia di oggi non è ancora – e anzi, lo è ogni giorno meno – quella che sognavano i nostri partigiani.

C’è tanto da fare e l’unico modo per assolvere a questo è porre l’attenzione sulle somiglianze che accomunano gli antifascisti, piuttosto che sulle differenze.

Per questo penso che solo legando indissolubilmente esperienze, posizioni e sogni di vecchie e nuove generazioni – e, quindi, continuando a percorrere questa strada di condivisione e dialogo tra Anpi e realtà giovanili – riusciremo non a eguagliare, ma a rendere onore a chi, ormai oltre settant’anni fa, ha scritto alcune tra le pagine più belle della nostra storia.

Gabriele Bartolini, iscritto Anpi Roma