Difesa della democrazia, contrasto della violenza e della guerra, mobilitazione sociale per rilanciare i diritti universali a partire da quelli sociali, oggi messi in discussione da un mercato del lavoro che si basa sul lavoro precario e su forme di sfruttamento vecchie e nuove e sull’esclusione e la mortificazione dei giovani. Contrasto delle nuove manifestazioni di un fascismo che in Italia e in altri Paesi europei assume forme nuove, ma che non è affatto stato superato dalla storia, come documentano anche recenti episodi di cronaca. Sono questi i grandi temi che stanno attraversando il dibattito del XIX Congresso nazionale della Cgil che ha preso il via oggi (15 marzo) a Rimini e si concluderà sabato 18.

Maurizio Landini durante la relazione in apertura del XIX Congresso Cgil, la fascia al braccio, indossata poi da tutti i delegati, in segno di lutto per le vittime di Cutro, a cui è stato dedicato un minuto di silenzo

Senza ripercorrere qui le tante proposte economiche e sociali avanzate dalla Cgil e le indicazioni di mobilitazione delineate dal segretario generale Maurizio Landini nella relazione introduttiva (prima di tutto contro la legge delega sul fisco), vogliamo mettere l’accento sui temi della democrazia e della lotta al fascismo. Il primo atto del Congresso di Rimini è stato infatti l’incontro tra i sindacati internazionali che hanno dato vita a un Manifesto e a una rete antifascista per contrastare le forze di estrema destra attive in vari Paesi (Patria Indipendente vi aveva dato delle anticipazioni).

Rimini, prima giornata dei lavori del XIX Congresso nazionale Cgil, il più grande sindacato italiano con 5 milioni di iscritti

Molto netto il richiamo all’antifascismo contenuto nella relazione introduttiva di Maurizio Landini. Il segretario generale ha prima di tutto dato notizia della riunione della mattinata dei sindacati internazionali contro il fascismo, la rete nata dopo l’aggressione alla sede nazionale di Corso d’Italia.

Poi Landini ha voluto ringraziare pubblicamente Annalisa Savino, la preside del liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Firenze, e della sua lettera dove, dopo l’aggressione al liceo Michelangelo, ha ricordato le origini storiche del fascismo delle squadracce. Se non ci fosse stata quella lettera, ha detto Landini agli 840 delegati presenti in sala, eletti dai 5 milioni di iscritti, forse non ci sarebbe stata neppure la grande manifestazione del 4 marzo a Firenze. Infine l’ultimo riferimento che cogliamo dalle parole del segretario generale della Cgil riguarda la richiesta rivolta al governo (di destra) di scogliere le organizzazioni neofasciste. Con il governo Draghi, ha ricordato Landini, non ci siamo riusciti. Vedremo cosa risponderà – su questo punto – la premier Giorgia Meloni che parlerà venerdì mattina dalla platea di Rimini.

Il presidente nazionale Anpi durante l’intervento al XIX Congresso nazionale Cgil, aperto oggi a Rimini

Il presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo, è stato il primo ospite a prendere la parola dopo la relazione di Landini. “Ci sarà un motivo – ha esordito Pagliarulo – per cui tante e tanti dell’Anpi sono iscritti alla Cgil e tante e tanti della Cgil sono iscritti all’Anpi. È un legame, un vincolo storicamente determinato che affonda nella storia del Novecento ed emerge nei suoi punti alti con gli scioperi del marzo del ’44 ed in particolare in quelli del marzo del ’43, sei mesi prima di quell’8 settembre che rappresentò simbolicamente l’inizio della Resistenza. E non a caso una delle prime brigate partigiane è stata la Brigata proletaria, formata in massima parte dagli operai dei cantieri navali di Monfalcone. Eravamo insieme – ha proseguito il presidente nazionale dell’associazione dei partigiani – la Cgil e l’Anpi, in quel luglio 1960 contro il governo Tambroni. Eravamo insieme nelle grandi manifestazioni unitarie prima contro le stragi fasciste negli anni della strategia della tensione e poi contro gli attacchi terroristici allo Stato democratico. Non abbiamo dimenticato quel maledetto 24 gennaio 1979, quando fu assassinato Guido Rossa”.

In sala, a Rimini

Non si tratta solo di tappe storiche fondamentali. “Il problema vero – ha continuato Gianfranco Pagliarulo – è l’unione che si riesce a creare tra forze diverse nella battaglia contro il fascismo. E l’ultima dimostrazione è stata la grande manifestazione di Firenze del 4 marzo. Per questo l’Anpi ha un rapporto diretto con il sindacato italiano e con quello internazionale”. Ma oggi tira una brutta aria. “E in Italia c’è anche qualcosa di grottesco – ha affondato Pagliarulo – come è successo con il manager Anastasio, costretto a dimettersi per aver utilizzato un discorso di Mussolini. A lui e a questo vento di destra risponderemo il 25 aprile”, ha annunciato il presidente Anpi.

Anche molti giovani tra gli 840 delegati al XIX Congresso nazionale Cgil

“Ma antifascismo non è solamente contrasto al fascismo. È una visione del mondo, l’orizzonte di una società e di uno Stato alternativi alla società e allo Stato fascista, come giuridicamente ed analiticamente disegnata nella Costituzione”. Ed è proprio sulla Carta nata dalla Resistenza che Pagliarulo ha voluto insistere, legando il suo discorso a una cultura che si sta sviluppando contro il lavoro. Comprovata anche dalle continue crisi del sistema capitalistico. “L’ennesima – ha detto Pagliarulo – è quella della Banca della Sylicon Valley, che speriamo abbia effetti limitati e temporanei, conferma comunque che questo sistema economico e sociale, osannato come il migliore dei mondi possibili, eterno e immutabile, in realtà è il passato, semina diseguaglianze, ha il letale tocco della medusa. E penso di essere in buona compagnia quando suppongo necessario il suo superamento, se penso alle riflessioni in proposito di Papa Bergoglio. E penso che a causa di tale sistema si sia svalorizzata la funzione sociale del lavoro e sia stata colpita la condizione materiale delle lavoratrici e dei lavoratori”.

In sala, in prima fila, tre caschi ricordano i morti le donne e gli uomini che muoiono sul posto di lavoro

In un sistema così fragile, secondo Pagliarulo, uno dei compiti più importanti del movimento sindacale è dunque quello della ricostruzione di un soggetto collettivo, oggi disintegrato e imploso dalla rivoluzione tecnologica e dalle nuove organizzazioni del lavoro. “Nel Novecento tale soggetto si chiamava Movimento operaio e i suoi fondamenti erano il lavoro e la pace. Questo ci aiuta nel capire la ragione profonda sia dello spostamento a destra sia dell’astensionismo elettorale di parti importanti di questo mondo”. La cultura politica deve quindi ripensarsi dalle fondamenta. Basti pensare a quello che sta succedendo con la guerra. “Questa tragedia, la guerra in Ucraina, sta avendo effetti devastanti per l’Unione Europea, che vorrei rappresentare con un apparente dettaglio. Se Biden va a Varsavia, come è avvenuto, e non a Bruxelles, ci dà un messaggio. Il messaggio è di un’Unione Europea rampante che non è più quella di Francia, Germania, Italia ma è quella dell’Est, di Paesi in cui forme primitive di democrazia sono impastate di nazionalismi, protezionismi, oscurantismi, persino fascismi. Diciamocelo: non è questa l’Europa antifascista che avevano sognato a Ventotene. Questa Europa non la vogliamo. Credo che dobbiamo avere pazienza e tenacia e continuare, per quanto ci è possibile, a tessere la tela della pace, come abbiamo dimostrato a Roma il 5 novembre 2022. Non ci siamo fatti condizionare da un anno di propaganda di guerra, dalle demonizzazioni, dalle diffamazioni. Non ci faremo condizionare né oggi né domani”.

Il presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo, è stato il primo ospite a prendere la parola dopo la relazione di Landini. I lavori dei delegati Cgil continueranno fino al 18 marzo

Insiste il presidente nazionale Anpi: “Ho detto che l’orizzonte dell’antifascismo è incarnato in un testo giuridico che si chiama Costituzione. E la Costituzione non è soltanto un progetto di società e di Stato. Ha al suo interno, basti pensare all’Art. 11, un progetto di mondo multilaterale, contro tutti gli imperialismi, contro tutti i nazionalismi, un mondo regolato dal principio della coesistenza pacifica. La Resistenza fu una grande incubatrice di idee di liberazione e di eguaglianza. Quelle idee presero forma nella Costituzione che, disse Calamandrei, era una rivoluzione promessa. Oggi, nel momento più difficile che attraversa il nostro Paese dal 25 aprile 1945, è giunto il tempo di onorare quella promessa, di operare insieme col mondo dell’associazionismo, con i sindacati confederali, con le forze del volontariato, che sono una vera e propria riserva della democrazia, con le forze politiche e democratiche che mi auguro escano al più presto dall’inferno della divisione e delle contraddizioni che le caratterizzano, affinché sia posta a tema l’applicazione integrale della Carta Costituzionale che realizzi finalmente quella rivoluzione promessa, la rivoluzione costituzionale.

Infine, ha concluso Pagliarulo: “Credo di non esagerare –  se affermo che oggi la Cgil è il più importante bastione della democrazia costituzionale. Per questo il vostro Congresso è un evento di straordinaria importanza nella vita d’Italia. Continuate così, nella rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori, nell’impegno per il lavoro e per la pace, nel contrasto ad ogni fascismo, nel lavoro perché la democrazia economica e sociale sia sempre più pratica quotidiana, nella fatica per trovare soluzioni di pace in mondo di nuovo assediato dalla guerra. Siete stati e continuerete a essere un pezzo essenziale della storia del nostro bellissimo Paese”.

Le immagini sono tratte dal sito di Collettiva, che seguirà in diretta tutto il XIX Congresso nazionale Cgil