Primavera 1944. Le strade non sono sicure, la Resistenza agisce nell’ombra, il tempo stringe.
Un gruppo di ragazzi e ragazze delle scuole medie si cala nei panni di giovani partigiani e staffette durante l’occupazione nazifascista. Nessuna lezione frontale, nessun manuale scolastico: solo immedesimazione, scelte etiche e narrazione condivisa. È questa l’esperienza proposta da “Banditi!”, un gioco di ruolo storico ideato da Monica Bonvicini, che sta già trovando spazio nelle scuole secondarie di primo grado.
Basato sul sistema narrativo “Powered by the Apocalypse”, “Banditi!” non si limita a rievocare la Resistenza italiana: la fa vivere ai partecipanti attraverso storie ambientate in contesti storici reali. Le sessioni, infatti, sono preparate su basi documentate, e le scelte dei giocatori si intrecciano con dilemmi etici e situazioni ispirate a testimonianze e fatti realmente accaduti.
“Non si tratta solo di giocare – spiega Monica –. C’è sempre una reazione forte quando i ragazzi si rendono conto delle differenze tra le loro scelte in partita e la durezza della realtà storica. Questo crea uno spazio profondo di riflessione”. Si tratta in effetti di un lavoro che a monte ha una buona dose di ricerche, si tratta di storie “piccole” e che richiedono la collaborazione di sezioni ANPI e degli istituti storici della Resistenza.
Un’esperienza che, secondo l’autrice, naturalmente non sostituisce l’assenza di contatto diretto con i partigiani, che oramai è sempre più rara, ma in qualche modo aggira questa mancanza offrendo una comprensione più personale e viscerale del periodo storico.
Le storie si svolgono in luoghi familiari, spesso visitabili ancora oggi, creando un legame tangibile tra il nostro presente e la quotidianità dell’epoca. Inoltre “Banditi!” prevede un sistema di adattabilità, perché temi e storie della Resistenza a volte sono crudi e, anche a seconda dell’età dei partecipanti, è bene che la loro trattazione in una maniera così coinvolgente sia ben calibrata.
Ma “Banditi!”, pur essendo consigliato dai 10 anni in su, non ha un limite di età per essere giocato e si adegua benissimo agli adolescenti, come agli adulti.
Il gioco è stato recentemente presentato anche a Play 2025, la Fiera del gioco di Bologna, dove ha ricevuto un’accoglienza calorosa. L’obiettivo ora è ambizioso ma chiaro: oltre alle sessioni che Monica stessa è chiamata a organizzare nelle scuole, si vuole formare docenti all’uso di “Banditi!” come strumento didattico, per poi renderlo accessibile gratuitamente a tutte le scuole. Ma “Banditi!” è un gioco vero, che ha una propria vita anche al di là delle applicazioni nella didattica, e le partite vengono organizzate anche in associazioni e istituzioni, oltre alle tradizionali sessioni fra appassionati.
Nel gennaio 2025, il progetto ha ricevuto il patrocinio di ANPI Reggio Emilia, a conferma del suo valore come strumento di memoria e formazione civica.

Attualmente, il gioco non è ancora in vendita, ma Monica Bonvicini conferma che l’intento è metterlo a disposizione di tutti: studenti, insegnanti, educatori e appassionati di storia. Una scelta coerente con la filosofia del progetto, che vuole essere un ponte tra memoria storica e nuove generazioni, non un prodotto commerciale.
“Banditi!” è più di un gioco: è un laboratorio narrativo di cittadinanza attiva, un esercizio di empatia storica che dimostra come anche i linguaggi del gioco possano insegnare — e far riflettere — sulle pagine più difficili della nostra storia.
Per informazioni: info@monicabonvicini.it
Banditi! su Instagram: @banditi_rpg
Banditi! su Facebook: Banditi! RPG
Pubblicato venerdì 2 Maggio 2025
Stampato il 02/05/2025 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/terza-pagina/banditi-quando-studiare-la-resistenza-e-un-gioco-di-ruolo-anche-a-scuola/