Il gioco “Italy ’43-’45 – La resa dei conti”

“I giovani di oggi non li capisco, ma non è una cosa negativa. Anche Cochi e io eravamo marziani”. Così rispondeva Renato Pozzetto a una domanda specifica in una recente intervista a tutto campo rilasciata a “La Stampa” e pubblicata il 31 dicembre scorso.

Sì, anche per noi figli del “baby boom”, o “boomers” come si usa dire oggi, comprendere i giovani non è semplice. Le “istruzioni per l’uso” sono cambiate e la maggior parte di noi (me compreso) non se ne è accorta e – vuoi per pigrizia, vuoi per sbadataggine – non è riuscita ad adeguarsi. Come sempre succede, la mancanza di un codice comune determina incomprensione totale e, ovviamente, la colpa la addossiamo sempre alla controparte: ai giovani per l’appunto.

Il tabellone del gioco è una mappa

Eppure basterebbe poco. Sarebbe sufficiente un piccolo sforzo e uscire dal bozzolo che ci siamo tessuti intorno ed ecco, come per prodigio, fiorirci intorno un mondo comunicazionale dove nell’uso del web svetta YouTube, ci sono i social media con Tik Tok (Facebook è ormai solo per noi “vecchi”), e per conoscere nuove persone o nuovi partner ci si avvale di Tinder. Sono unicamente esempi, perché esiste molto altro, naturalmente.

Il commento più benevolo dei miei coetanei verso le generazioni più giovani è “sono strani”, il più acido è “non capiscono nulla… soprattutto di politica”. Ma le cose non stanno affatto così.

Il retro della scatola di “Italy ’43-’45 – La resa dei conti”

A un evento dedicato ai giochi da tavolo mi è capitato di incrociare un nugolo di giovani. Tantissimi: dai sedici ai quarant’anni. Alcuni “strani”: con tanti tatuaggi, piercing, capelli dai colori improbabili. Tutti accomunati dalla passione per quei giochi – siano war game o giochi di ruolo – che nulla hanno a che vedere con quelli conosciuti e praticati da me e dai miei coetanei, cioè Risiko e Monopoli…

I giochi che appassionano le nuove generazioni sono fondamentalmente diversi in un aspetto: la complessità. Ai miei tempi, le istruzioni del gioco da tavolo erano racchiuse, esagerando, in tre paginette, mentre oggi prima di appressarti al tavolo e iniziare a giocare, devi studiarti almeno una trentina di pagine.

(foto da @4345Italia)

Girando all’interno dello spazio, sia espositivo sia dimostrativo, adocchiando prima un gioco, poi un abbigliamento bizzarro, raccogliendo spezzoni di frasi cifrate (“raga, scialla! Con questo gioco ci becchiamo dopo e facciamo sole!”, che tradotto vuol dire “tranquilli ragazzi, ci vediamo più tardi con questo gioco e ci passiamo la notte!”) sono arrivato a un tavolo dove quattro giocatori avevano catturato l’attenzione di una ventina di spettatori.

Il titolo del gioco ha immediatamente attirato il mio interesse: “Italy ’43-’45 – La resa dei conti”. Incredibile, un war game tra quattro attori: i nazisti, i fascisti repubblichini, l’esercito di Badoglio e i partigiani autonomi (accomunati), il Cln con i partigiani Garibaldini. Più un quinto attore gestito dal gioco stesso e non da un giocatore: le Forze Alleate. Teatro del game: una grande e bellissima mappa dell’Italia e dei Paesi confinanti.

Fondamentalmente, dunque, un gioco di strategia, dove gettare il dado tra le parti capita rarissime volte.

Una delle carte di “Italy ’43-’45 – La resa dei conti” è dedicata al comandante partigiano Arrigo Boldrini “Bulow”, presidente nazionale Anpi dal 1947 al 2006 e poi presidente onorario fino alla scomparsa, il 22 gennaio 2008

Era presente l’autore – Giovanni Tosello, docente di informatica alle medie superiori –, che ho immediatamente avvicinato per capire la genesi del bel passatempo: a suo dire “un modo per suscitare curiosità verso avvenimenti che per gli utenti di questo gioco, età media trent’anni, sono lontanissimi nel tempo, mai studiati a scuola, e raramente descritti in famiglia”.

Altre carte del game da tavolo “Italy ’43-’45 – La resa dei conti”

In effetti, la mappa e le carte di Italy ’43-’45 invogliano ad approfondire, soprattutto queste ultime: sono cento, ognuna con una fotografia d’epoca brevemente ma accuratamente descritta nel fascicolo delle istruzioni. Nelle foto sono rappresentati i protagonisti (i Buoni e i Cattivi verrebbe da dire), le situazioni, e alcuni avvenimenti. Più una stranezza: sulla confezione esterna non appariva la croce uncinata dei nazisti.

Con “Italy ’43-’45 – La resa dei conti” si gioca e si studia la storia

Ho chiesto il perché a Tosello: “Quella che vede è una copia autoprodotta delle cento realizzate – mi ha spiegato l’autore -Siamo alla ricerca di un editore, anche straniero, e in Germania è proibito tassativamente qualsiasi riproduzione pubblica del simbolo nazista”. Verrebbe da dire: come non accade in Italia con il Fascio Littorio(sic!).

Ho passato un pomeriggio domenicale a studiare le trentadue pagine del libretto di istruzioni e poi ho affrontato una partita con tre avversari, assidui giocatori di questo tipo di intrattenimento. A loro dire il gioco è molto ben strutturato e, soprattutto, bilanciato.

Io mi sono lasciato coinvolgere e mi sono divertito. Molto. Le tre ore – tanto è durata la partita – sono volate. Insomma ho scoperto un modo innovativo per trasmettere nozioni e concetti a persone altrimenti ignare o lontane.

Ah, dimenticavo… io giocavo con i Garibaldini e alla fine della partita ho vinto io.

Luciano Bellunato, Anpi di Alba-Bra (CN)


Per maggiori informazioni: tosello@gmail.com