
Lo stesso vale per molti altri paesi dell’Alto Volturno, come Filignano, Montaquila, Rocchetta al Volturno, Castel San Vincenzo, Pizzone, Montenero Valcocchiara, Rionero Sannitico che si trovano nella cosiddetta terra di nessuno, come viene definita in gergo militare: la terra di combattimento dalla quale devono andare via tutti. Ai cittadini deportati e tornati nel 1945 sarà poi riconosciuto lo status di “reduce civile da deportazione”. Intanto qualcuno riesce a fuggire e a tornare indietro, trovando spesso salme abbandonate e insepolte. “Quando vedete oggetti, animali morti e cadaveri – riferisce un testimone – non avvicinatevi troppo. I tedeschi minano tutto”. Una cartina riportata nel testo evidenzia le zone soggette a bonifica: la maggior parte dei Comuni molisani.

In particolare, il 4 ottobre 1943 un reparto tedesco giustizia a Fornelli (Isernia) il podestà Giuseppe Laurelli e cinque suoi concittadini per aver difeso un giovane reo di aver ucciso un soldato tedesco e di averne feriti altri due mentre fanno razzia nei casolari. I corpi dei sei uomini al capestro resteranno appesi e sorvegliati per ben due settimane a monito della popolazione. Per questo – e non solo – Laurelli viene insignito di Medaglia al Valor Militare alla Memoria per attività partigiana.

Il saggio di Paone, ricchissimo di fonti di prima mano, riporta un documento del ministero della Difesa del 1971 che così recita: “per essersi opposto alla spoliazione della sua laboriosa popolazione assumeva coraggiosa posizione antinazifascista propagando l’ostilità ai tedeschi, progettando interruzioni di comunicazioni, vietando ai concittadini il disposto versamento delle armi, orientandoli a resistere anche armati alle violenze e ai soprusi delle truppe germaniche”. Partigiano, come già diceva Gramsci, è chi parteggia e si schiera.

La stessa onorificenza viene conferita al Comune di Venafro, colpito da un infausto errore da parte dei bombardieri alleati che lo confondono con Cassino, poco distante ma situato nel Lazio, dove erano diretti per attaccare le truppe naziste, provocando, oltre alla quasi totale distruzione dell’abitato, anche la morte di civili e di soldati americani e francesi accampati intorno alla cittadina. Paone inoltre pone l’attenzione sulle brutalità compiute dai reparti del Corpo di spedizione francese, note come “marocchinate”: una tragica realtà vissuta dalle donne non solo in Ciociaria.
Il Molise e la guerra di Liberazione ricorda altresì che sulle Mainarde trova la morte il partigiano Giaime Pintor, giovane intellettuale e fratello di Luigi, figura di spicco dell’intellighenzia italiana che, insieme ad altri, fonderà “il Manifesto”.

Lo stesso Giaime lavora con Cesare Pavese e Leone Ginzburg all’impianto e ai primi successi della allora neonata casa editrice Einaudi, per la quale sono poi uscite postume molte delle sue opere, tra le quali Il sangue d’Europa. Il 1° dicembre 1943, il giovane Pintor, nel tentativo di attraversare clandestinamente la Linea Gustav, viene dilaniato da un’esplosione: avrebbe dovuto raggiungere le formazioni partigiane operanti nel Lazio con il gruppo che guidava, incaricato dal comando inglese. Un cippo sul monte Marrone, vetta delle Mainarde, commemora oggi il luogo dove, a 24 anni, ha perduto la vita una delle promesse della letteratura italiana.

Sul medesimo monte si celebra la battaglia del 31 marzo 1944 del Corpo Italiano di Liberazione comandato dal generale Umberto Utili che costrinse alla resa le truppe tedesche, asserragliate sulla cima.
La Linea Gustav era sfondata. Il Cil fu la prima unità organica della ricostituzione delle Forze Armate Italiane dopo l’8 settembre, con l’evoluzione dei rapporti con gli Alleati quasi su un piano di pari dignità. Nacque a Scapoli, sede del Comando Alleato.

È una storia ben raccontata dal testo attraverso mappe che ne descrivono le azioni, bollettini di informazioni che ne riportano le operazioni, articoli giornalistici e foto d’epoca.

Dal 2018, nella cittadina di Scapoli ha sede il museo storico del Corpo, intitolato ad Aldo Moro, che nel 1968, da capo del governo venuto di proposito nel comune molisano, “volle tributare a questi eroici combattenti la riconoscenza della nazione con una stele commemorativa”.

«Il museo è opera di Natalino Paone – spiega Tobia Paolone, titolare della Volturnia Edizioni – che fu sindaco di Scapoli dal 1948 al 1968 e non solo si dedicò al territorio premendo sulla ricostruzione che, rispetto alla Ciociaria, ha subìto delle ingiustizie con la popolazione che continuava a vivere in una situazione di forte indigenza, ma ha approfondito diversi temi storici. Paone fu anche giornalista – continua l’editore – e scrisse per il quotidiano della DC “Il popolo”. Ebbe una grande amicizia con Domenico Pellegrino, uno dei più noti comunisti del Molise (ex presidente della provincia di Isernia, scomparso nel 2019 a 92 anni). I due, nel corso delle campagne elettorali intraprendevano accesi dibattiti, ma nel privato erano due amici che portavano avanti le storie, la memoria della Seconda guerra mondiale, i tratturi, i Sanniti. Due figure che hanno dato nuova dignità al territorio».
Mariangela Di Marco
Pubblicato sabato 18 Giugno 2022
Stampato il 11/12/2023 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/terza-pagina/librarsi/il-sud-e-la-guerra-ai-civili-resistere-in-terra-bruciata/