Nicola Monaco, MdO VM (Sacco, 19 aprile 1924 – Sant’Albano Stura, 31 marzo 1945)

Il 31 marzo 1945 il partigiano Nicola Monaco veniva fucilato da una squadraccia fascista a Sant’Albano Stura, in località Morozzo, nella bassa “provincia Granda” di Cuneo. Lo avevano torturato per tutta la notte, presso il presidio che ospitava i Cacciatori degli Appennini agli ordini del sottotenente Attilio Rizzo.

La cartolina indirizzata al comandante Mauri, spedita nel dopoguerra da Raffaele Monaco, cugino di Nicola

Erano convinti di avere messo le mani su un capo partigiano, forse anche per la parentela con il cugino Raffaele Monaco, che da ultimo ricopriva l’incarico di Intendente della Iª divisione Langhe (in precedenza aveva comandato il distaccamento di Rocca Cigliè) agli ordini del comandante Enrico Martini Mauri.

Davanti nella foto, il sottotenente dei Cacciatori degli Appennini Attilio Rizzo

Volevano notizie su nomi e nascondigli dei suoi compagni, benché la guerra fosse oramai agli sgoccioli e i tedeschi avessero cominciato la ritirata. Il palermitano Attilio Rizzo, classe 1920, era uno degli ufficiali fascisti più spietati e odiati, definito persino dai suoi militi “la bestia”.

Aveva fatto “una gara con un capitano a chi stupra di più mogli di partigiani”, come documenta Ferruccio Iebole nel suo libro “Partigiani, martiri liguri, piemontesi e Cacciatori degli Appennini”, edito da AeC Mondovì nel 2005.

Nella caserma prestava servizio come radiotelegrafista un compaesano di Nicola (erano originari di Sacco in provincia di Salerno), Salomone Tedesco, che fu convocato da Rizzo per convincerlo a parlare. Rizzo ignorava che Tedesco fosse una spia dei partigiani (nome di battaglia Caminito), infatti nel dopoguerra ha ottenuto il riconoscimento della qualifica di “patriota” dalla commissione regionale per l’accertamento delle qualifiche partigiane.

Caminito si dilegua nella notte con la paura di essere scoperto dai fascisti, Nicola viene fucilato. «Uno degli assassini si fermò, impugnò la baionetta, fece un’incisione sul calcio del mitra gridando forte: “Questo è il sedicesimo che ammazzo”».

Giovanni Bellone, a destra della foto, che aveva assistito alla fucilazione di Nicola Monaco all’età di 10 anni, con Silvio Masullo

A darmene diretta testimonianza, durante le mie ricerche sulla vicenda umana e storica di Nicola, è stato Giovanni Bellone, che ai tempi della fucilazione aveva 10 anni e per caso aveva assistito alla sua tragica fine. Ora di anni ne ha 90 ed è stato sindaco di Sant’Albano Stura per quindici anni.

L’ho ritrovato il 25 aprile 2018 nella cittadina cuneese, a conclusione di una marcia rievocativa di 12 km, organizzata dal comitato provinciale dell’ANPI in collaborazione con i Comuni di Bene Vagienna, Fossano, Morozzo, Salmour, Sant’Albano Stura, Trinità e il Museo della Resistenza “Sentieri della Memoria” di Chiusa di Pesio.

25 Aprile 2018, sindaci e autorità nel corso della marcia in provincia di Cuneo

Il corteo era partito dal piazzale della chiesa in frazione San Bernardo di Bene Vagienna, dove 19 partigiani, tra i quali Nicola, furono catturati. Alcuni saranno imprigionati e torturati, altri uccisi dai granatieri della RSI. In località Morozzo era stata scoperta una stele in onore di Nicola, che avevo sollecitato con veemenza tre anni prima a Carlo Daniele, all’epoca vice sindaco del Comune di Sant’Albano Stura. Alla manifestazione aveva partecipato una numerosa delegazione di compaesani di Nicola Monaco, compreso il sindaco Franco Latempa, che è stato riconfermato primo cittadino di Sacco nelle elezioni amministrative del 2022.

Il sindaco di Sacco, Franco Latempa, durante la commemorazione dell’80° della fucilazione di Nicola Monaco (foto Vito Sansone)

È toccato ancora a lui organizzare lo scorso 27 aprile, nella piazza del paesino cilentano intitolata al partigiano, la rievocazione dell’80esimo anno dalla fucilazione di Nicola, alla presenza dei concittadini, dei familiari, della delegazione salernitana dell’ANPI e degli attivisti della Pro Loco.

25 Aprile 2025 a Salerno

Il Comitato provinciale ANPI è stato intitolato a Nicola, Medaglia d’Oro al Valor Militare. È il partigiano simbolo della provincia di Salerno, come ha ricordato Ubaldo Baldi, presidente del provinciale dei partigiani e storico del movimento operaio salernitano.

Ubaldo Baldi, storico e presidente provinciale Anpi Salerno, durante l’intervento alla commemorazione  e accanto il sindaco di Sacco, Franco Latempa

“Il sacrificio e il coraggio di Nicola Monaco sono di stretta attualità, e costituiscono un esempio luminoso per tutti coloro che si ispirano ai valori della libertà e della democrazia, contro ogni forma di dittatura e sopraffazione – dichiara il sindaco Latempa –, la Medaglia d’Oro al Valor Militare concessa dal Presidente della Repubblica è scolpita nel cuore di tutti i sacchesi ivi inclusi i tanti che vivono oltreoceano”.

I cugini Monaco avevano preso parte alla Liberazione di Alba, con lo scrittore Beppe Fenoglio, che sarà ripresa dalle truppe nazifasciste dopo 23 giorni.

Per leggere o scaricare il pdf del libro puoi cliccare qui

La storia di Nicola, raccontata qualche tempo fa da Patria indipendente è inserita nel libro “Sacco e saccaritudini. Il partigiano Nicola Monaco e altri sacchesi”, di autori vari ed edito da printart Edizioni nel 2015. È a disposizione dei lettori di Patria cliccando qui.