
Giovanni Castorani, detto Gianni, era nato a Piazzola sul Brenta, in provincia di Padova, il 3 Novembre 1924. L’8 settembre 1943, Gianni vive a Vaccarino, frazione del Comune di Piazzola sul Brenta, ha quasi 19 anni e segue i corsi di ingegneria meccanica all’Università di Padova, studente temporaneamente esentato dal servizio militare di leva.

Ma vista la situazione che vive il Paese dopo l’armistizio, con il suo amico d’infanzia Luigi Cavinato sceglie di non restare alla finestra e di partecipare alla Liberazione dell’Italia. La meta designata è il Sud già liberato dagli angloamericani. A Taranto c’è lo zio di Luigi, il maggiore Silvio Cavinato, ufficiale di Marina, che aiuta i due ragazzi ad arruolarsi come volontari di guerra nel Battaglione Bafile.
Luigi Cavinato ha raccolto i ricordi di questa esperienza nel “8 Settembre 1943 – Ricordi indimenticabili della mia vita”, ed ecco cosa scrive in merito alla decisione di partire assieme a Gianni: «Il mattino successivo, mentre tutti siamo in preda a grande agitazione, si presenta il mio amico di scuola e di collegio, Gianni Castorani. Siamo coetanei e anche lui di famiglia antifascista. Messo al corrente della situazione, decide senza esitare: “se Gigi parte per il Sud, io vado con lui”. Il momento è così grave che non c’è tempo per riflettere. I tedeschi, con l’appoggio dei fascisti, rapidamente prendono in mano la situazione in tutta l’
La testimonianza di Luigi continua illustrando la drammaticità del momento: «L’esercito italiano, abbandonato a sé stesso, si disperde per le campagne, cercando abiti civili, sperando di sfuggire ai rastrellamenti. Le famiglie li aiutano come possono ma, nonostante questo, molti non sfuggiranno alla deportazione in Germania, o peggio. Il pericolo è reale; bisogna decidere rapidamente. L’ottimismo per la iniziale, veloce avanzata dell’esercito alleato, l’entusiasmo, che facilmente fa breccia nell’animo dei giovani, unitamente, devo confessarlo ora, ad una buona dose di incoscienza, ci spingono ad accelerare la partenza. Vogliamo, con piena convinzione, dare il nostro contributo per la liberazione dell’Italia dall’oppressore tedesco e fascista».

Le date sono impresse nella memoria di Cavinato: «II nostro viaggio inizia tra il 10 e il 15 di settembre, non mi è possibile precisare meglio e tutto avviene in modo così frettoloso e concitato che quasi non abbiamo il tempo per una lacrimuccia».
Così comincia il viaggio dei due amici, Gianni e Luigi. Alla stazione ferroviaria di Padova salgono su un treno diretto a Bologna, nessuno dei due sa cosa li attende, i pericoli e gli imprevisti sono dietro l’angolo, i fascisti e i tedeschi salgono sui treni e controllano quanti, secondo loro, possono essere dei disertori.
Dormono in fienili e stalle ma pure in case di famiglie ospitali, che offrono loro, oltre alla cena, una vera e propria stanza.
A Taranto, si arruolano come volontari nella Marina militare, è il 26 Novembre 1943, e vengono assegnati entrambi al Battaglione Bafile, seppure in due compagnie diverse. Gianni è incaricato della fureria.
Il Battaglione Bafile, dislocato a Gallipoli, fa parte del ricostituito Reggimento S. Marco ed è composto da marinai di leva e volontari che vengono addestrati tra la fine del 1943 e i primi mesi del 1944.

Il 30 marzo 1944 il Battaglione Bafile è pronto per l’impiego con circa 1.200 uomini. Partono il 4 aprile ’44 per raggiungere il fronte nella zona di Cassino.
Inizialmente sono alle dipendenze della 4ª Divisione del XIII Corpo d’Armata britannico per rilevare un reparto inglese dislocato a cavallo del fiume Rapido, circa 10 km a nord-nord-est della località dove sorge l’abbazia.
Il 18 Novembre 2022 al furiere ordinario volontario Giovanni
Alessandro Mazzuchelli
Pubblicato martedì 20 Dicembre 2022
Stampato il 10/12/2023 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/ci-guidavano-le-stelle/le-stellette-antifasciste-in-grigioverde-di-giovanni-castorani/