Ci sono persone che sembra impossibile lasciar andare, nonostante un’età invidiabile. I suoi 103 anni il comandante partigiano Mario Fiorentini li aveva vissuti tutti sempre con intensità e impegno antifascista. Scomparso il 9 agosto 2022, era rimasto solo lui tra i componenti dei Gap romani che diedero filo da torcere agli occupanti nazifascisti organizzando una guerriglia praticamente quotidiana, dall’azione al carcere Regina Coeli a via Rasella, sebbene di per sé far parte di quelle formazioni rappresentasse un rischio.
Giovanissimo allora, 25 anni, classe 1918, Fiorentini aveva origini ebraiche. Aderì al Pci clandestino dopo aver combattuto a Porta San Paolo con gli azionisti, e a Roma liberata entrò nell’Oss, il servizio segreto alleato, operando nel Nord Italia. In quegli anni di lotta aveva conosciuto Lucia Ottobrini, diventata sua moglie, amatissima.
Nel dopoguerra aveva poi coltivato un pallino per la matematica che lo farà diventare tra i più illustri accademici al mondo. Mai aveva dimenticato i compagni e quanti non avevano ricevuto un luogo di primo piano nella memoria democratica, per esempio a lui si deve la ‘riscoperta’ della figura di Giorgio Marincola.
“Uomo di grande umanità e di straordinaria volontà – ha ricordato nell’orazione ai funerali in Campidoglio il presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo –. Di lui ci rimane un importante deposito della memoria, la memoria collettiva, del popolo, delle istituzioni, dei romani, cioè la memoria della Repubblica. E Mario fu effettivamente un uomo della Repubblica. Per onorare il debito di riconoscenza che abbiamo verso di lui, verso sua moglie, la partigiana Lucia Ottobrini, verso tutta la comunità partigiana, dobbiamo contrastare e sconfiggere i 4 moderni cavalieri dell’apocalisse: la pandemia, la grave crisi sociale, la guerra, il riscaldamento globale”.
Grande la partecipazione dei cittadini e degli iscritti all’associazione dei partigiani sia alla camera ardente sia ai funerali, il feretro accolto dal sindaco Roberto Gualtieri e dal presidente dell’Anpi provinciale di Roma, Fabrizio De Sanctis. “Un partigiano coraggioso – ha detto il primo cittadino – che con la sua lotta per la libertà e la democrazia ha dato grande valore al riscatto civile e morale dell’Italia dopo la barbarie del fascismo e del nazismo, le leggi razziali e la guerra dichiarata da Hitler e Mussolini. È a partigiani come lui che noi dobbiamo la nostra libertà”.
“Appena il giorno prima della morte, lunedì, gli ho domandato: come stai? E ha risposto benissimo – ha testimoniato il presidente dell’Anpi provinciale di Roma, Fabrizio De Sanctis –. È stato lucido fino alla fine”. De Sanctis ha inoltre rammentato il 25 aprile di quest’anno, quando Mario ricevette in Campidoglio una delle ultime medaglie; “A chi la date? A un avanzo di galera? Io sono fuggito da quattro carceri nazifasciste” e quando volle ricordare 75 anni di fedeltà al partito comunista. La notizia della scomparsa è stata rilanciata anche oltreoceano con un articolo del New York Times in cui si salutava il grande eroe di guerra, il più decorato di tutta la Resistenza italiana, rammentando i valori per cui ha combattuto Fiorentini
Il feretro avvolto nella bandiera dell’Associazione dei partigiani, con una rosa rossa, le medaglie, e una foto che ritraeva Fiorentini con la moglie Lucia è stato onorato per due giorni con un picchetto a cui hanno voluto partecipare anche la partigiana Iole Mancini, 102 anni, e il partigiano novantaseienne Gastone Malaguti.
Pubblicato giovedì 11 Agosto 2022
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