
Vipava è un paesino della Primorska, il litorale sloveno: dietro la piazza principale si vedono gli altopiani carsici del fiume che dà il nome a tutta la valle, uno spiazzo sovrastato da una ripida erta quasi montana e incastrato tra rocce coperte di muschio. Davanti si allarga una laguna a colori marezzati, cangianti, frequentata da germani reali. La piazza principale del paesino, un tempo fiorente centro di commerciale, è adiacente al Parco Barocco completato nel 1702 per volere della nobile famiglia Lanthieri, da cui erano stati in visita – tra gli altri il papa Pio VI, l’imperatore Leopoldo I e l’imperatore Carlo VI, Carlo Goldoni e la pittrice Rosalba Carriera.
A Vipava italianizzata Vipacco, Pavel frequenta la scuola dell’obbligo. Cresce però privato dei diritti fino a poco tempo prima garantiti dall’Austria alle varie nazionalità, i cognomi cambiati d’autorità, abolite scuole e lingua slovena, soppressa ogni associazione. Più tardi si sposta poi a Roma per prestare diciotto mesi di servizio militare come granatiere.

Persi entrambi i genitori, nel 1941 entra nel Movimento di liberazione nazionale sloveno, ignorando la chiamata alle armi dell’Esercito italiano. Audace, possente e di grande inventiva, ben presto è a capo di una propria brigata e, tra le tante azioni cui prende parte, resta epica la battaglia del monte Nanos (monte Re in italiano), il 18 aprile 1942.
Dopo la cattura, i sopravvissuti sono tradotti a Roma, a Regina Coeli. Torturato, Pavel non rivela nulla, il Tribunale speciale per la difesa dello Stato condanna a morte lui e altri partigiani del gruppo “Fratelli Maslo”, alcuni in contumacia.
Nel 2019, le celebrazioni nell’anniversario della battaglia sono state particolarmente solenni, con l’inno Sollevazione del Litorale cantato in apertura dal Coro di voci maschili Srečko Kosovel di Ajdovščina, accompagnato dall’orchestra dell’esercito sloveno.
Inno detto Della Sollevazione del Litorale:
Un tempo come una malattia soffocavamo in noi stessi/l’umiliazione, il dolore,/sopprimevamo il grido di vendetta sulle nostre labbra/lo seppellivamo nel profondo del cuore./Ma guarda, è calata una tempesta troppo forte,/ha strappato le catene come ragnatele,/il bagliore di un nuovo giorno splende di nuovo/fino alle ultime case della Primorska./le mitragliatrici hanno cantato la loro canzone,/l’aria è scossa dal rombo dei cannoni,/le vaste pianure in fiamme,/il grido di libertà echeggia dai boschi/Ti sei sollevata oh Primorska a nuova vita,/a testa alta marci verso i tempi nuovi!/Lotte, umiliazioni, vittorie, sofferenze/in essi il tuo volto trovato hai vero.
Nelle descrizioni delle battaglie cui prese parte Pavel, ho ritrovato tratti e dettagli che mi hanno riportata all’epopea partigiana di Minuetto per chitarra (l’autrice di questo articolo è anche la traduttrice dell’edizione del libro pubblicata da Voland nel 2019), opera biografica in cui un altro partigiano sloveno, lo scrittore Vitomil Zupan, racconta la sua esperienza resistenziale. Le bombe a mano rilanciate contro il nemico, la grotta come rifugio, gli attacchi (multipli) respinti, il disperdersi e il ritrovarsi dei combattenti, la volontà di proteggere i feriti (non importa se a rischio della propria vita) sono solo alcuni degli elementi che accomunano i due partigiani.
I fratelli e le sorelle di Pavel dopo la sua cattura emigrarono tutti in Belgio. Intanto, la casa di famiglia, costruita nella zona più povera, fredda e umida di Gradišče, va lentamente in rovina, ma su una porta di legno spicca ancora la scritta OF, Fronte di Liberazione. Il Comune di Vipava/Vipacco non esclude la possibilità di restaurare la casa e trasformarla in museo della liberazione. Quest’anno l’ottantesimo della battaglia verrà solennemente ricordato il 27 aprile a Boben, proprio a quota 887, sul monte Nanos.
Patrizia Raveggi
Pubblicato lunedì 18 Aprile 2022
Stampato il 07/06/2023 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/ci-guidavano-le-stelle/pavel-rust-eroe-sloveno-dal-monte-nanos-a-forte-bravetta/