Il partigiano catanzarese Carlo Manente con la tessera Anpi 2022

Aveva vent’anni Carlo Manente quando, in piena occupazione nazifascista, capì di essere stato miracolato. Partigiano “dall’antifascismo viscerale” combatteva nelle Marche. Nato a Catanzaro, quartiere Lido, era stato sfollato in precedenza a Tolentino, provincia di Macerata, e all’armistizio subito aveva fatto la sua scelta.

Nel marzo 1944 molti componenti della brigata avevano l’età di Carlo: ragazzi della zona, per lo più provenienti dall’associazionismo cattolico, giunti in montagna da nemmeno tre settimane, a ridosso della scadenza del bando Graziani emanato il 18 febbraio.

24 settembre 1944, i funerali dei Caduti nell’eccidio di Montalto Cessapalombo. Prima della Liberazione di Tolentino, nel giugno, non fu possibile neppure recuperare i corpi

A catturali durante un rastrellamento era stato il battaglione M-“IX Settembre”, inquadrato nella divisione tedesca Brandenburg. Carlo e altri 31 vengono torturati in attesa di essere fucilati.

Alle 7 del mattino del 22 marzo cominciano le esecuzioni, passano per le armi in 5 alla volta. Arriva il turno dell’ultimo gruppo, di cui fa parte Carlo, e accade l’impossibile: il tenente nazista comandante il plotone decide di fermarsi, i corpi dei trucidati bloccano il passaggio ai camion della colonna nazifascista, però i rastrellamenti devono proseguire e schiacciare la Resistenza, la strada va sgomberata.

Nel dopoguerra l’omaggio ai Caduti al monumento in memoria della strage

Si salvano così Marcello Muscolini, Alberto Pretese, Aroldo Ragaini, Elvio Verdinelli e Carlo Manente. Restano nei loro occhi i cadaveri di quei giovani lasciati esposti a monito di una popolazione che coralmente aiuta i partigiani. Del gruppo di sopravvissuti oggi resta solo il partigiano catanzarese. Che per anni non ha raccontato nulla fino a quando nella città d’origine dove ancora vive non ha incontrato l’Anpi e da allora ha testimoniato nelle scuole e nelle piazze quella esperienza e i mesi nella lotta di Liberazione.

Oggi purtroppo la salute non glielo permette più e così nel giorno del suo 98° compleanno sono andati a trovarlo a casa il presidente del comitato provinciale Anpi, Mario Vallone, accompagnato da Franco De Munda, dirigente provinciale dell’associazione.

A sinistra nello scatto, il presidente proviciale Anpi di Catanzaro, Mario Vallone.

E hanno consegnato al sorridente partigiano la tessera ad honorem dell’Anpi. E insieme alla “carta d’identità” antifascista 2022 hanno voluto consegnare a Carlo Manente un bel messaggio di auguri dall’associazione. Quindi, dato che lo abbiamo firmato virtulmente tutte e tutti gli iscritti Anpi, ecco il testo:

“Costretto dalle condizioni di salute a rinunciare alle iniziative pubbliche da alcuni anni, il partigiano Manente continua ad essere particolarmente legato alla storia della Resistenza e della lotta di Liberazione. Giovanissimo, appena diciottenne si trovò a decidere per l’impegnativa scelta di salire in montagna nelle Marche a combattere a fianco di tanti altri giovani. Scelta che lo vide protagonista di vicende drammatiche come la fucilazione per mano di nazifascisti di 31 suoi compagni. Egli stesso si salvò miracolosamente insieme ad altri quattro, attualmente è l’ultimo testimone di quello che è passato alla storia come l’eccidio di Montalto di Cessapalombo, in provincia di Macerata, il 22 marzo del 1944. Della sua storia ne ha parlato tanto negli ultimi anni soprattutto nelle scuole, e per l’ultima volta nella Casa circondariale di Catanzaro. Oggi nella sua abitazione il Presidente Mario Vallone con Franco De Munda, dirigente del Comitato provinciale, hanno consegnato la tessera ad honorem con l’abbraccio e gli auguri di tutta l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia”.

Da tempo l’Anpi di Catanzaro consegna a Carlo Manente la tessera onoraria per ringraziarlo del suo contributo alla Resistenza, ma paradossalmente è lui a voler ringraziare l’associazione per non dimenticare.