Che in Italia come in Europa soffiasse, impetuoso, un preoccupante vento di destra ce n’eravamo accorti da tempo e i risultati delle Europee dell’8 e 9 giugno hanno semplicemente confermato questa sensazione, ma nelle cronache italiane delle ultime settimane c’è dell’altro per cui avvertiamo forte preoccupazione. Al nazionalismo dei porti chiusi e all’acredine verso il diverso si somma una particolarità antica della destra italiana, già descritta nel lontano 1974 da Pier Paolo Pasolini che osservava, tra l’altro, come “l’Italia non ha avuto una grande destra perché non ha avuto una cultura capace di esprimerla”. Dal tempo degli “Scritti Corsari” purtroppo poco è cambiato.

Se lo scorso 13 giugno, la Camera dei deputati è divenuto teatro di un’aggressione fisica da parte di alcuni parlamentari di Lega e FdI mentre si discuteva il disegno di legge sull’autonomia differenziata, il cosiddetto “spacca Italia”, nel nostro “taccuino delle preoccupazioni” avevamo annotato episodi di aggressività, verbale ma altrettanto inquietanti. Per esempio, a Marcon, città metropolitana di Venezia, durante il Consiglio comunale è bastato un riferimento al carattere antifascista della Costituzione per far sbottare il capogruppo di Fratelli d’Italia in un “Vaffa” indirizzato a una collega di minoranza.

Marta Viola, consigliera comunale a Martinsicuro il 25 aprile è andata alla manifestazione ma…

Spostandoci in Abruzzo, a Martinsicuro in provincia di Teramo, cittadina di oltre 16mila abitanti dal 2022 guidata dal sindaco Massimo Vagnoni, eletto con una coalizione civica vicina al centrodestra, un altro fatto suscita più che indignazione. Lo scorso 25 Aprile, nel corso della manifestazione per la Festa della Liberazione, la consigliera di minoranza Marta Viola è stata aggredita per un cartello che aveva portato con sé.

La solidarietà a Marta Viola si è messa in cammino con un incontro pubblico nella Sala consiliare della cittadina abruzzese

Ci siamo fatti raccontare da lei stessa l’accaduto. «Il manifesto celebrativo pubblicato dal Comune – ci racconta – non faceva alcun riferimento alla storia, ma parlava genericamente di cerimonia per la commemorazione dei Caduti. Ho dunque deciso di prendere parte all’iniziativa con un cartello su cui avevo scritto “25 Aprile. Liberazione dal nazifascismo”».

Marta, inoltre, è pronipote della partigiana Giuditta Tommolini Corsi, che durante la guerra di Liberazione ha soccorso insieme ad altri l’allora tenente dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa aggredito dai nazifascisti. «Nel momento in cui ho messo piede in piazza Cavour – prosegue Marta Viola – un cittadino ha iniziato a insultarmi per via del cartello, arrivando anche a fare due volte il saluto nazifascista con il braccio teso. Pensavo fosse un caso isolato, dato che a essere antifascisti e nel riconoscere i fatti storici dovremmo essere tutte e tutti, di destra di centro e di sinistra. Chi non si riconosce in questo dimostra di aderire ancora ai valori della cultura fascista. Anche due esponenti dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia mi hanno intimato di andare via con quel cartello, perché non ero gradita. Mi è stato detto che dovevo vergognarmi, senza che nessuno abbia saputo darne il motivo, visto che il cartello riportava un fatto storico che è anche fondamento della Costituzione italiana. Un altro passante mi ha detto che se non fossi andata via mi avrebbe picchiata, oltre a insultarmi».

Al tavolo dell’incontro solidale anche il sindaco di Martinsicuro, Massimo Vagnoni, il terzo da sinistra (accanto alla consigliera insultata e minacciata)

Nella escalation di violenze verbali nei confronti di Marta Viola si sono inseriti anche rappresentanti delle Istituzioni. La consigliera comunale ricorda che «la polizia municipale che era presente non è intervenuta. La vicesindaco mi ha accusata di protagonismo e di strumentalizzazione, alzando la voce e non permettendomi di rispondere. Una consigliera comunale appartenente alla Commissione per le Pari opportunità non ha esitato a esprimere il suo disappunto per quel cartello, non consentendo alcun tipo di dialogo. Per questo, alla fine della manifestazione, ho declinato l’invito a partecipare alla fotografia istituzionale, con le stesse persone che all’inizio della cerimonia mi avevano riservato il trattamento sopra descritto».

Ha introdotto l’incontro il prof. Francesco Antonini, presidente della sezione Anpi “Val Vibrata”, a sinistra della foto; accanto, Vincenzo Calò della segreteria nazionale Anpi, che ha tenuto le conclusioni. Durante l’iniziativa ci sono stati interventi di alto profilo

Lo scorso 19 maggio, a Marta Viola è arrivata la solidarietà pubblica della sezione Anpi “Val Vibrata” nel corso di un incontro ospitato nella Sala consiliare sul tema “La via maestra è la Costituzione, nata dalla Resistenza”, con la partecipazione della Cgil provinciale di Teramo rappresentata dal segretario Pancrazio Cordone, introdotto dal presidente di Anpi “Val Vibrata”, avv. Francesco Antonini, e coordinato dal prof. Marco Foglia sempre dell’Anpi. Per l’associazione dei partigiani c’era anche Vincenzo Calò della segreteria nazionale.

Non poteva mancare il presidente provinciale Anpi Teramo, il senatore Antonio Franchi

«Al di là della gravità del fatto – ci racconta Francesco Antonini – siamo felici di essere riusciti a smuovere le coscienze non solo con il confronto-dibattito, ma anche con i comunicati stampa con i quali abbiamo sensibilizzato la popolazione. Ormai è chiaro a tutti che ciò che è accaduto a Martinsicuro è stato un fatto brutto e allarmante e speriamo di non dover più registrare fatti come questo. Il sindaco di Martinsicuro Massimo Vagnoni, che appartiene al centro destra, ha dichiarato pubblicamente di essere antifascista. In questo clima politico, e con l’aria che tira, non mi sembra poco«.

Luciano d’Amico, già rettore dell’Università degli Studi di Teramo, oggi consigliere regionale di minoranza, e a destra il segretario provinciale Cgil Teramo, Pancrazio Cordone

Durante l’iniziativa è stata annunciata dal consigliere regionale di minoranza, Luciano d’Amico, già rettore dell’Università degli Studi di Teramo, la volontà di istituire di un Osservatorio antifascista sulla violazione dei diritti costituzionali in Abruzzo, che raccoglierà anche le segnalazioni e se riterrà necessario presenterà denunce alle autorità competenti.

Anche in questo anticipo d’estate dalle tante ombre, in una società sempre più dilaniata, l’unica cosa che non possiamo permetterci è quella di perdere la speranza. Forse, per rincuorarci e rafforzarci, ci vorrebbero le chitarre di Fausto Amodei e quella di Giovanna Marini recentemente scomparsa che, con l’autorevole forza dei poeti e delle loro note ritmate, ci ricorderebbero la necessità  di “prenderci per mano”, perché oggi come ieri, “il solo vero amico che abbiamo al fianco adesso / è sempre quello stesso che fu con noi in montagna / ed il nemico attuale è sempre ancora eguale / a quel che combattemmo sui nostri monti in Spagna. / Uguale la canzone che abbiamo da cantare / scarpe rotte eppur bisogna andare”.

 Francesco Rizza, giornalista, iscritto alla sezione Anpi di Petilia Policastro (Kr)