seregno7Una lapide in marmo nel cimitero principale di Seregno, comune della Brianza, è stata inaugurata tra lo sventolio di bandiere della guardia nazionale repubblicana, l’esposizione del gladio e di altri simboli fascisti. Collocata a ridosso del monumento ai Caduti delle due guerre, la targa riporta diciotto nomi e una scritta: “Caddero vittime della violenza. Nel nome di una Patria straziata. I combattenti seregnesi della Repubblica Sociale Italiana”.

La pietra commemorativa è spuntata a sorpresa il 4 novembre scorso, ricorrenza delle Forze Armate, tra lo sgomento dei cittadini e delle forze politiche democratiche. «Siamo preoccupati e indignati – spiega Loris Maconi, Presidente del Comitato provinciale ANPI di Monza e Brianza – per l’ennesimo episodio di equiparazione tra chi è morto per la democrazia e la libertà e chi ha difeso un regime violento. È intollerabile mettere sullo stesso piano le vittime e chi si è reso responsabile di torture ed eccidi e ha trascinato il nostro Paese nell’orrore della Seconda guerra mondiale».

Per la posizione geografica, la Brianza con la sua popolazione di famiglie operaie e contadine, fu ostaggio e trincea del fascismo saloino e delle truppe tedesche in ritirata, e conobbe la deportazione nei capi di sterminio. Oltretutto, la lastra è stata posizionata a pochi metri da quella in ricordo del partigiano Livio Colzani, fucilato dai nazifascisti.

Nella foto del marzo 1944: a Sale Castelnuovo Nigra (Torino)i funerali dei Caduti Partigiani Livio Colzani, Medaglia d'Argento al V.M., e Flavio Berone, Medaglia di Bronzo V.M. della IIIª Brigata Matteotti, fucilati dai nazifascisti il 6 marzo 1944. La lapide in ricordo dei militi Rsi è stata posta nei pressi di quella in memoria di Livio Colzani. Fonte: Istoreto (da http://www.metarchivi.it/dett_documento.asp?id=3498&tipo=FASCICOLI_DOCUMENTI)
Nella foto del marzo 1944: a Sale Castelnuovo Nigra (Torino) i funerali dei Caduti Partigiani Livio Colzani, Medaglia d’Argento al V.M., e Flavio Berone, Medaglia di Bronzo V.M. della III Brigata Matteotti, fucilati dai nazifascisti il 6 marzo 1944. La lapide in ricordo dei militi Rsi è stata posta nei pressi di quella in memoria di Livio Colzani. Fonte: Istoreto (da http://www.metarchivi.it/dett_documento.asp?id=3498&tipo=FASCICOLI_DOCUMENTI)

«Per legittimare la lapide, qualcuno sta tentando di diffondere un messaggio molto diverso dalla realtà, descrivendo una sorta di contrapposizione tra fascisti e antifascisti – continua Maconi –. Oppure giustifica la posa della targa come un segno di pietà per tutti i morti. La pietà umana è sempre appartenuta all’ANPI e ai cittadini democratici. In questo caso invece, omaggiare i militi della Repubblica di Salò è una strumentale operazione di revisione storica».

seregno6I più pignoli e attenti tra i democratici di Seregno si sono inoltre accorti che nella lista dei saloini “caduti per la patria straziata” sono state inserite pure tre persone morte prima che nascesse la RSI. Una svista o il desidero di allungare l’elenco per creare maggiore impatto nei simpatizzanti dell’estrema destra? Casapound e Lealtà Azione cercano proseliti nel territorio e già hanno contribuito all’elezione dell’attuale giunta comunale, tanto da far sospettare che la lapide, come accadde anni fa a livello nazionale, sia il pagamento di una “cambiale politica”. Ancor più grave poi, in barba alle indicazioni per “l’amministrazione trasparente”, che in Consiglio comunale l’iter di approvazione della pietra marmorea sia stato avvolto da una coltre di silenzio, senza alcun dibattito pubblico e coinvolgimento della cittadinanza.

L’ANPI ha scritto una lettera al Sindaco di Seregno affinché la targa venga rimossa. Al momento però il primo cittadino – guida di un’amministrazione di centrodestra – sembra far spallucce. E il vicesindaco ed ex sindaco per due legislature ha dichiarato alla stampa: “Rivendico quanto fatto e lo rifarei mille volte”.

logo-ANPI MONZA-BRIANZA ok«Non intendiamo fermarci – annuncia il Presidente ANPI Monza e Brianza – abbiamo già promosso un presidio il 12 dicembre, data della strage di Piazza Fontana, proprio per ricordare che il giudizio su fascismo e democrazia non riguarda unicamente il passato ma anche avvenimenti ben più recenti. Sarà una mobilitazione molto ampia, con cittadini, associazioni, forze politiche democratiche e rappresentanti delle istituzioni di tutto il territorio. Ci siamo rivolti alla Prefettura e chiederemo l’interessamento del Ministero dell’Interno. Poi organizzeremo una serie di appuntamenti culturali con le scuole per spiegare alle nuove generazioni quel periodo oscuro della nostra storia. Inoltre stiamo valutando ogni possibile azione legale per contrastare un’iniziativa che potrebbe configurarsi come apologia di fascismo, violando la Costituzione e alcune norme del nostro codice, quali le leggi Scelba e Mancino. Rimuovere la lapide è un atto di giustizia e rispetto verso quanti sono morti per dare a tutti la possibilità di vivere in un Paese libero e democratico».