
Stavolta chi volantinava davanti alla scuola si sarebbe presentato direttamente scortato dalla polizia, come per un corteo o una manifestazione.
“C’era un ragazzo che consegnava i volantini insieme a due cameramen-videomaker, chiamiamoli così, che facevano le riprese, e due camionette della polizia con annessa Digos intorno. Non erano un gruppo, come al Primo, ma c’è una grande presenza di polizia che abbiamo già notato: una volta sono venuti anche nella sede di via Pacini, questa volta cinque ragazzi e con annessa Polizia e Digos di nuovo”, racconta A., studente del liceo, a Patria Indipendente.
“La situazione è stata che noi abbiamo dimostrato il nostro dissenso, sono partiti gli spintoni da entrambi i lati, soprattutto perché alcuni di quei ragazzi hanno toccato, molestato i nostri compagni ed è scaturito lo scontro, che subito si è fermato perché è intervenuta la polizia. In mezz’ora è finito tutto quanto”.
Manganelli, urla, spintoni e uno studente di 16 anni portato via in manette e denunciato. Di nuovo Torino. Dopo i fatti del Primo Liceo Artistico, stavolta al Liceo Albert Einstein di via Bologna, quartiere Barriera, la distribuzione di volantini dal titolo “Rifiuta la cultura maranza” per pubblicizzare l’adesione ai giovani alla destra, promossa da Gioventù Nazionale (il ramo giovanile di Fratelli d’Italia) della sezione torinese D’Annunzio, si è trasformata in scene di violenza: “Un gruppuscolo di neofascisti – ha scritto subito sulla propria pagina social il Collettivo Einstein – ha provato a volantinare. Immediata è stata la risposta degli studenti e studentesse, che hanno buttato nel cestino i messaggi di odio”, si legge. Poi l’accusa ai ‘metodi’: “Polizia squadrista, è questa la scuola che pensa agli studenti?”.
Un altro studente, sentito subito dopo i fatti, racconta: “Ci siamo svegliati stamattina e siano andati a scuola con i video di compagni e compagne che si chiedevano perché c’erano due camionette e tanti agenti in borghese davanti alla scuola e subito abbiano intuito che si trattasse di un volantinaggio del gruppo neofascista di Gioventù Nazionale. Immediatamente la solidarietà di tutte e tre le sedi della scuola si è fatta sentire, e decine di studenti si sono radunati per invitare a buttare questi volantini – ha spiegato a Radio Blackout –. Poi siamo riusciti a prendere loro i volanti e buttarli nel cestino, dopo di che si è creata una situazione assurda prima che scattasse la campanella: la polizia in borghese ha iniziato a spintonare e strattonare gli studenti davanti al cancello della scuola”.
Continua il ragazzo: “Durante questo momento hanno fermato uno studente minorenne, che non aveva fatto niente, e tutta la scuola ha provato a liberarlo, a prenderlo dalle mani dei poliziotti e nel mentre un agente in borghese ha ordinato alla celere che era dietro l’angolo di caricare. La polizia ha diviso in due gli studenti, da una parte ce n’erano due che erano stati fermati: uno siamo riusciti a liberarlo, uno è stato ammanettato e portato con una macchina della dietro l’angolo per essere poi fermato in Questura. Abbiamo girato l’angolo per vedere cosa stesse succedendo e la celere ha caricato per tutto l’isolato manganellando”.
Secondo il racconto di A., “la polizia ha provato a prendere dei ragazzi, a trascinarli, loro sono riusciti a fuggire, a scappare, a controbattere non in modo violento perché ho visto che sono proprio corsi via. Tranne questo ragazzo che è stato messo all’angolo e poi preso di forza, dopo è stato manganellato, buttato a terra e questa è stata la situazione che poi ha creato il dissenso generale: vedere un proprio compagno a terra e picchiato non è la cosa migliore da vedere”.

Si difende il quindicenne arrestato e portato in questura: “Sono stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e violenza privata – ha detto –. Vengo accusato di avere dato calci e pugni a un agente della Digos. Io semplicemente mi ero avvicinato a questi di destra, che non erano ragazzi, ma avranno avuto una trentina di anni, che stavano volantinato, quando i poliziotti mi hanno placcato. Io mi sono spaventato. Ovviamente non ho tirato calci e pugni perché era infattibile e non sono così stupido da attaccare e da aggredire un pubblico ufficiale”.
Racconta ancora A.: “Questi sono della sezione D’Annunzio perché poi vediamo le loro storie e i post sulla pagina, credo anche di ventiquattro, venticinque anni. Alcuni sono anche studenti dello Juvarra del quinto anno, abbiamo visto. Questa è la partecipazione: gente più grande di noi che impone anche un po’ una forza”.
I video di quanto è accaduto sono stati pubblicati sulla pagina Instagram del Collettivo. Molto attivo negli scorsi mesi a sostegno della Palestina e nelle campagne a favore della pace insieme a migliaia di studenti di molte scuole torinesi, le immagini dei momenti di tensione hanno ricevuto decine di commenti e attestati di solidarietà.
Dopo essersi in un primo momento dissociata dai fatti, dichiarando che il volantinaggio non fosse riconducibile ai propri tesserati, Gioventù Nazionale Torino sez. D’annunzio ha scritto sulla propria pagina: «A Torino se sei di destra non puoi volantinare davanti alle scuole senza rischiare di essere aggredito: questi sono i frutti delle politiche di tolleranza e legittimazione messe in atto dall’amministrazione comunale nei confronti dei centri sociali e collettivi, che si sentono sempre più legittimati ad aggredire chi non la pensa come loro -si legge in un post. I fatti di stamattina si inseriscono in un clima di tensione crescente tra gruppi neofascisti e collettivi studenteschi, sia nelle scuole che nei quartieri più popolari torinesi».
Lo scorso 16 ottobre davanti al Primo Liceo Artistico di Torino, un altro volantinaggio sempre da parte di Gioventù Nazionale era stato accolto dagli studenti con cori e proteste: “Fuori i fascisti dalla scuola”. Anche in quel caso non si trattava di adolescenti ma di una ventina di giovani venuti a “provocare” – stando ai racconti – le reazioni di studenti e studentesse. Nell’occasione però, non solo gli insegnanti avevano difeso i ragazzi ma il giorno dopo con una catena umana davanti al cancello dell’istituto avevano espresso solidarietà e intonato “C’era un ragazzo che come ne amava i Beatles e i Rolling Stones”, per ricordare i valori della pace.

“Nella nostra scuola abbiamo una presidenza che, per esempio, non ci permette di andare fuori dalla scuola con i volantini magari legati alla Palestina, mentre i vicepresidi non fanno nulla, non intervengono, non dicono nulla di azioni del genere che vediamo davanti a scuola nostra. Questa è anche la cosa che noi studenti, non come collettivo, ma proprio come studenti dell’Einstein, non ci va bene”, spiega ancora A.

“Continuano le provocazioni dei giovani fascisti di Gioventù Nazionale davanti alle scuole della Città di Torino – ha scritto l’Anpi Provinciale Torino in una nota arrivata nel pomeriggio. Dopo il volantinaggio davanti al Primo Liceo Artistico, oggi davanti al Liceo Einstein con lo stesso obbiettivo: provocare le reazioni degli studenti che credono nei valori dell’antifascismo e della Lotta di Liberazione. L’Anpi Provinciale di Torino è grata agli insegnanti e agli studenti che si oppongono al tentativo di portare disordine nelle scuole della Città. Chiediamo al ministro dell’Interno Piantedosi di intervenire per tutelare il normale svolgimento delle lezioni”.

Intanto gli studenti del Collettivo Einstein in seguito all’episodio si sono riuniti in assemblea e nel primo pomeriggio si sono dati appuntamento davanti alla Prefettura a Piazza Castello, a cui hanno partecipato anche gli studenti del Primo, alcuni insegnanti e i rappresentanti di Anpi, alla presenza di agenti in tenuta anti-sommossa. Successivamente, durante il corteo degli studenti, sarebbero state lanciate uova contro la sede di Fratelli d’Italia in via Martorelli, protetta dalla polizia.
Anche la Scuola per la Pace Torino e Piemonte condanna duramente i fatti: “Oggi, per la seconda volta nell’arco dieci giorni, esponenti dell’organizzazione di estrema destra di Gioventù nazionale si sono recati davanti a una scuola a volantinare, con l’obiettivo di provocare le/gli studenti che nelle scorse settimane sono scesi in piazza per la Palestina e hanno occupato o autogestito le scuole rendendosi così protagonisti nell’alveo del grande movimento italiano per la Palestina”, si legge. Una manciata di ragazze e ragazzi manganellati improvvisamente a freddo mentre entravano a scuola. Questo episodio inaccettabile di gravissima violenza istituzionale rappresenta plasticamente la deriva sempre più autoritaria che nel nostro Paese vuole silenziare e ridurre all’impotenza il vivace movimento studentesco che rivendica libertà e giustizia per la Palestina e per il proprio futuro. Le intimidazioni e le provocazioni, metodi tipicamente riconducibili al fascismo che si stanno moltiplicando ogni giorno, e che oggi a Torino sono stati protetti e sostenuti dalle manganellate dei poliziotti, ci chiamano a scegliere da che parte stare”.
Sara Lucaroni, giornalista e scrittrice, fra gli ultimi sui libri “La destra e le donne. Da Mussolini a Giorgia Meloni”
Pubblicato martedì 28 Ottobre 2025
Stampato il 28/10/2025 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/gn-il-volantino-razzista-il-giro-delle-scuole-le-manganellate-sugli-studenti/







