Sono in atto diverse iniziative, per presentare quesiti, proporre la costituzione dei Comitati referendari, ecc. Naturalmente sono tutte degne di attenzione e di rispetto.
Vi sono anche ragioni per muoversi con qualche cautela ed attenzione; improvvide ed intempestive iniziative (come si è già verificato) non sono utili e talora sono dannose.
È per questa ragione che l’ANPI ha ritenuto opportuno discutere ampiamente, nel suo massimo organismo dirigente (il Comitato nazionale) l’intera materia, assumendo una decisione unitaria, che conferma la linea finora seguita e dà indicazioni specifiche (e di cautela) per le iniziative da assumere.
In sostanza si è preso atto del fatto che:
- La legge elettorale è stata definitivamente approvata, e tuttavia ci sono in giro diversi propositi, richieste, tentazioni, di apportare ulteriori modifiche; ci sono progetti ed iniziative dirette ad ottenere che la legge elettorale venga sottoposta al giudizio della Corte Costituzionale, per verificarne la legittimità costituzionale; ci sono anche proposte di costituire dei Comitati per il “ no “, in vista di un referendum abrogativo che potrebbe svolgersi nel corso del prossimo anno (due quesiti sono stati già presentati formalmente alla Corte di Cassazione, da parte del Comitato per la democrazia Costituzionale); in ogni caso un eventuale referendum dovrebbe svolgersi, a giudizio di molti, nei primi mesi del 2016, cioè dal febbraio al maggio 2016, per giungere in porto prima del periodo estivo.
- La riforma del Senato ha passato di recente il vaglio del Senato, dopo altre letture del Senato e della Camera. Non si tratta di una legge definitiva, perché sono richieste, secondo la Costituzione, altre tre letture, di cui una (alla Camera) in qualunque momento e le altre due dopo tre mesi da quella votazione; nelle ultime due votazioni, la legge deve essere approvata con la maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera.
Circolano, vari progetti e iniziative per un referendum abrogativo; si è proposta anche la costituzione di Comitati per la promozione del referendum e per il “no” al momento delle votazioni popolari referendarie. Secondo i calcoli degli esperti, le maggiori probabilità di svolgimento del referendum abrogativo dovrebbero coincidere con l’autunno 2016.
Non si ignora che anche Renzi, nella certezza – ormai – che non si raggiungerà la maggioranza di due terzi dei componenti, necessaria per escludere le possibilità di un referendum, avrebbe intenzione di promuovere – a sua volta – nelle forme che riterrà praticabili, un referendum “confermativo”, per farsi forte di un più ampio consenso popolare.
Questa è la situazione attuale.
Rimane ferma, come confermata dal Comitato nazionale, la linea fin qui seguita in tema di Riforme istituzionali, a partire dalla manifestazione tenuta al Teatro Eliseo a Roma il 29 aprile 2014. Una linea di assoluta contrarietà sia alla legge elettorale così come concepita e approvata, sia alla Riforma del Senato, così come si configura allo stato, dopo la recente votazione al Senato. Abbiamo spiegato più che a sufficienza che l’ANPI non ha nessuna vocazione alla conservazione e non è affatto contraria alla possibilità di modifiche alla Costituzione (del resto previste dalla stessa Corte Costituzionale) che non ne stravolgano le linee portanti e i princìpi ispiratori della prima e della seconda parte.
Per quanto riguarda la legge elettorale, si è ribadito più volte, anche in conformità ad una ben nota sentenza della Corte costituzionale sul “Porcellum”, che essa deve restituire la parola ai cittadini, consentire il maggior livello possibile di rappresentanza, non prestarsi ad autentiche deformazioni (ad esempio con un premio di rappresentanza eccessivo) della volontà espressa dai cittadini.
Per quanto riguarda il Senato, siamo convinti che debba essere modificato il sistema del cosiddetto “bicameralismo perfetto”, che – nella totale equiparazione delle funzioni delle due Camere – finisce per produrre il risultato, non di rado, di inutili prolungamenti dell’iter legislativo. Si è detto, peraltro, più volte, che di un bicameralismo “corretto” esistono in Europa modelli già sperimentati con successo, ai quali facilmente ci si potrebbe ispirare, senza inutili e dannose complicazioni.
Il Senato è stato previsto come uno dei contro-poteri, necessari per il “bilanciamento” corretto tra le istituzioni parlamentari, deve avere funzioni, anche diverse, ma di eguale valore rispetto a quelle della Camera e deve essere eletto dai cittadini. Anche in questo caso, le soluzioni fin qui approvate vanno molto al di là e al di fuori di quanto sarebbe necessario ed utile.
Nel combinato disposto di una legge elettorale che non garantisce una vera rappresentanza dei cittadini e di una riforma del Senato che stravolge il bilanciamento di poteri di cui si è detto, l’ANPI – in parecchie occasioni – ha denunciato pubblicamente l’esistenza di un problema di “spazi di democrazia”, dunque un problema di assoluta e funzionale rilevanza per tutta la comunità nazionale e per le sue istituzioni.
In questo contesto, è evidente che dobbiamo muoverci in assoluta coerenza con l’impostazione di cui si è detto, ma anche con la serietà e la cautela che la delicata situazione politica impone.
Da ciò, la decisione del Comitato nazionale, adottata all’unanimità, di operare sulle seguenti direttrici:
– conferma della linea assunta in tema di riforme e di legge elettorale, così come sopra sintetizzata;
– promozione di una campagna di informazione e di mobilitazione dei cittadini durante l’ultimo iter della legge di riforma del Senato, affinché conoscano pienamente di che cosa si tratta, quali le conseguenze per l’equilibrio dei poteri e per la rappresentanza dei cittadini, ove il progetto passasse definitivamente; impegno, anche nei confronti dei parlamentari affinché, in piena libertà di coscienza, valutino appieno le conseguenze e gli effetti del loro voto, tanto più rilevante e impegnativo anche sul piano della responsabilità politica, allorché – come nel caso di specie – le due ultime votazioni debbano svolgersi con la maggioranza assoluta dei componenti.
Prematuro, a questo punto, aderire a Comitati e ad altre iniziative referendarie, pur comprendendone le finalità e condividendo pienamente l’impegno di informazione e di convincimento dei cittadini;
– per quanto riguarda la legge elettorale, in attesa di sapere se ci saranno modifiche e di conoscere se ci sarà la concreta possibilità di una pronuncia della Corte costituzionale, assumere un ruolo di “osservazione” partecipe, nel senso che, pur non aderendo, per ora, ai Comitati per il “no”, parteciperemo alle iniziative di informazione dei cittadini affinché conoscano appieno i difetti della legge elettorale, così come ora approvata, sul piano della rappresentanza e della democrazia. Decisioni definitive saranno adottate, sempre in coerenza delle linee generali più sopra enunciate, quando i nodi accennati saranno sciolti e si arriverà al momento in cui un eventuale avvio di una Campagna referendaria diventerà improrogabile.
Infine, vi sono vari progetti di referendum, sul Jobs Act, sulla scuola, sull’ambiente, ecc. Ci sono sostenitori della tesi che converrebbe abbinare più tipi di referendum; altri temono che, così facendo, si creerebbe confusione. Anche su questo, converrà riflettere e poi – se del caso – decidere per il meglio.
Questo è il quadro generale, che mi pare sufficientemente chiaro e definito. È necessario unire coerenza ed attenzione, per ottenere i migliori risultati possibili e il contemporaneo rispetto delle democrazia e del pluralismo.
Carlo Smuraglia, Presidente nazionale dell’ANPI, da ANPInews n.180 del 10/17 novembre 2015
Pubblicato mercoledì 2 Dicembre 2015
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