Li abbiamo immaginati, poi sono arrivati i loro volti, le loro storie. “I ragazzi del Bataclan”, la loro ultima vita. Quel sangue improvviso, conquistato da una follia. “Era un nemico Nohemi. Con tutta la sua giovane normalità”, così ha chiuso il suo pezzo Elisabetta Rosaspina per il Corriere della sera del 15 novembre. Nohemi Gonzalez, 23 anni, californiana, studentessa. E ancora Valeria Solesin, la drammatica speranza del fidanzato e dei genitori poi infrantasi nel rinvenimento di un corpo che le assomigliava troppo. Ed Elodie, Marie, Lucie, Maud, Mathias… Tanti. Fino ad occupare i giorni, le notti, le ordinarie mansioni dell’essere al mondo di un mondo di persone. Impossibile non cedere all’emozione, cadere dalla fissità di accudire la famiglia, il lavoro, la quotidianità. I ragazzi del Bataclan sono entrati in casa. Le fotografie di corpi, sangue dappertutto, i filmati. Un tempo imprigionato. Poi, come avviene spesso, la liberazione. Il caos si scioglie, la quiete fa la sua bella parte, la memoria torna a letto. Nel frattempo, urgenze di giustizia accelerano fino a produrre altro sangue. Sicuro, “mirato” così dicono le cronache. Restano quei ragazzi. Non so voi lettori, ma qui è un grido. Un arrovellarsi su come tentare di ridargli respiri. Si innesca un’insonnia che confina con un senso del dovere, di un’umanità che magari sa puntare ancora al punto giusto. Chi erano? Avevano sogni, lo studio era un capire, un voler esserci, un farsi autentico. Valeria, per esempio, una volontaria di Emergency, un istinto di vene a rimettere il mondo in un posto civile. Non so voi, ma mi viene di suonare la vita secondo quel ritmo perduto. Di far pulsare quei nomi in ogni disfatta apparente, in ogni “non ce la faccio”, nell’isolarsi bene “che’ sono nato così e poi la società è blindata da idiozie e ricorsi storici… come cambiarla?”. Vi apparirà retorico, ma senza questa rivoluzione del senso di esistere, non c’è lacrima o gonfie e potenti assunzioni di responsabilità che possano far pace con loro, di loro. Fiori che avevano appena iniziato, un profumo che è a un passo dall’essere ammazzato. Ancora una volta.