Quante volte di Silvio Masullo è un dialogo tra Anna Frank e Kitty, l’amica immaginaria e depositaria dei segreti del suo diario. Nella lettera in forma lirica, la disperazione dell’addio. Il ribaltamento dei ruoli permette di passare “attraverso lo specchio” e dare voce all’irreale Kitty per chiamare in vita Anna, il cui volto e il cui nome sono, ancora oggi, un potentissimo simbolo delle atrocità dei campi di sterminio: un simbolo troppo spesso vilipeso, come dimostrano gli episodi di cronaca del passato recente. Monito di quelle voci spezzate, dei legami interrotti, degli affetti mai più ritrovati: tragedie che rivivono in queste parole e nell’impegno alla memoria attiva che, quotidianamente, ognuno di noi dovrebbe esercitare.
Quante volte…
quante volte Anna
ho carezzato le tue parole
perché un sorriso ci sfiorasse,
per abbracciarti.
Quante volte
le ho immaginate in volo
dalla scala magica del rifugio
segreto
che le portava a me.
Quante volte
sono salita
per quei gradini
Anna
e vi ho trovato
malinconia e speranza
meraviglia e tristezza.
Nel buco del soffitto
solo pozzanghere di nubi
nell’azzurra immensità
del tuo cielo.
Ne ho rubato un po’ per me,
per chi non ne ha
per gli amici che non conosci
per chi ti pensa e ti vuol bene.
Vorrei…vorrei parlare
gioiosamente, con te,
dei litigi dei Van Daan
dei rimproveri di mamma Edith
degli abbracci timidi
di babbo Pim
cercare
il diario di Margot
e di Peter i baci.
Non penso
a tutta la miseria
ma alla bellezza che rimane ancora,
sii gentile
e abbi coraggio,
mi scrivevi.
Io lo farò,
tante volte.
La tua Kitty.
ad Anna Frank, con affetto
Silvio Masullo
Pubblicato lunedì 25 Gennaio 2021
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