Luciano Guerzoni se n’è andato il 10 agosto. San Lorenzo. La notte delle stelle più suggestive.
Nasce a Modena il 28 luglio 1935. Dopo il diploma di scuola media superiore, si impiega prima nella Fiat e poi nella Maserati, divenendo programmatore di produzione industriale. La sua passione più grande è la politica. Aderisce, fin da giovanissimo, al PCI, un’appassionata e rigorosa militanza che lo porta a ricoprire alti incarichi direttivi locali e nazionali. Quindi, l’approdo all’impegno nelle Istituzioni. Consigliere comunale a Modena, poi consigliere regionale e nel 1987 la nomina a Presidente della Regione Emilia Romagna. Tre anni molto intensi e duri (nel 1990 lascerà il posto a Enrico Boselli) che contribuiscono ad illuminare ulteriormente le sue proverbiali doti di approfondimento, ascolto, organizzazione. Non mancano, in questo senso, i ricordi commossi e lucidissimi dei suoi collaboratori e colleghi.
Il Parlamento è stato il secondo, lungo, tempo della sua vicenda istituzionale. Nel 1992 si candida al Senato della Repubblica con il PDS, viene eletto e in seguito nominato vice-capogruppo. Il suo seggio viene confermato nelle elezioni politiche del 1994, del 1996 e del 2001. 14 anni travolgenti. Diviene, nell’ordine, Presidente della Commissione per le questioni regionali, Presidente della Commissione finanze e tesoro, e nella sua ultima legislatura Vicepresidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle cause dell’occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti. Il drammaticamente noto “Armadio della vergogna”. A quest’ultimo incarico dà letteralmente e fittamente anima e intelligenza senza alcun risparmio di giorni e notti. Il tema è fortemente connesso alle sue radici ideali e territoriali. Memorabile l’“interrogatorio” che Guerzoni fa a Giulio Andreotti nelle sedute del 16, 17 e 23 febbraio 2005. All’iniziale dichiarazione del Senatore a vita “Posso dire con assoluta precisione che, nel corso della mia lunghissima vita ministeriale, a cominciare dall’incarico di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dal 1947 al 1954 e poi in molti ministeri ed anche alla Presidenza del Consiglio, di questo problema non ho mai avuto occasione di sentir parlare”, seguono ore e ore di un preciso e documentatissimo incalzare del nostro interrogante che copre l’intero arco di attività istituzionale di Andreotti. Una calorosa, meticolosa, martellante brama di ricerca della verità che porta a un certo punto un componente della commissione, Sen. Piero Pellicini, ad affermare: “Vorrei sapere quando possiamo a nostra volta porre delle domande (…) oltretutto ritengo che le domande debbano riguardare fatti concreti e non illazioni”. Guerzoni sembra non avere segni di particolare attenzione a questi rilievi e continua serenamente il suo lavoro.
La commissione conclude i lavori nel 2006 ma incredibilmente il Parlamento non ha mai esaminato le risultanze. Motivo di inquietudine per Guerzoni che mai però ha compromesso, come vedremo più avanti, il compimento del suo dovere nei confronti della verità e della giustizia per le vittime innocenti della barbarie nazifascista.
Conclusa l’esperienza parlamentare, è il momento dell’ANPI. Conosce bene l’Associazione. La frequenta da sempre, ha rapporti, anche di amicizia, con le partigiane e i partigiani, in particolare con Lino “William” Michelini, per lui fonte di conoscenza ma anche di preziosi consigli, oltre che di collaborazione. Luciano Guerzoni è un antifascista colto e determinato. Nel 2006 partecipa al Congresso di Chianciano, quello della svolta, della decisione di far iscrivere all’Associazione anche i non partigiani. E proprio quel Congresso elegge tra i componenti del Comitato nazionale ANPI Guerzoni. Di lì alla Segreteria nazionale dell’Associazione il passo è breve. Nel 2007 subentra infatti ad Enrico Gualandi, deceduto per un malore improvviso. Ricordo con estrema vividezza le sue prime apparizioni nella sede nazionale in Via degli Scipioni a Roma, il suo confrontarsi con Marisa Ferro e Carla Argenton. Ha bisogno di capire chi ha intorno, con esattezza, chi può “agguantare” per poter iniziare il suo lavoro organizzativo. Il sottoscritto è stato uno di questi, poi Carlo Ghezzi, Marcello Basso, per citare i primi.
Con l’arrivo in sede nel 2008 anche di Armando Cossutta inizia una straordinaria stagione di rimessa in sesto operativo dell’intera Associazione. Il 2009 è l’anno della “storica” Conferenza nazionale di organizzazione a Chianciano. Guerzoni è un carro armato di idee, elaborazione e viaggi. Scrive di suo esclusivo pugno il documento preparatorio della Conferenza (che pubblichiamo in questo numero), un capolavoro di analisi e prospettiva. Ebbene, nel giro di un anno l’ANPI colma il suo vuoto di presenza in ben 30 province del Mezzogiorno. L’intuizione decisiva è quella di conferire a dei “fiduciari” (per lo più ex dirigenti sindacali, ma anche in carica, ex deputati o senatori, insegnanti) l’incarico di avviare il tesseramento e costituire dunque il Comitato provinciale. Tutto sotto il continuo occhio politico del nostro che non lesina suggerimenti e presenza fisica laddove si pongano problemi di qualsivoglia natura.
In una circolare del 6 maggio 2010 ai dirigenti provinciali può annunciare con grande soddisfazione, autentica passione per l’Associazione e ansia di valorizzazione del lavoro altrui: “La nuova stagione dell’ANPI è dunque già una realtà. Di questi risultati l’ANPI può essere fiera. Sono senz’altro il frutto innanzitutto del vostro impegno”. E proprio il 2010 è un altro anno esplosivo. Tre i fronti che vedono Guerzoni propulsore e animatore: la grande manifestazione ANPI-CGIL del Primo maggio a Portella della Ginestra, la Seconda festa nazionale dell’Associazione ad Ancona, la preparazione del suo XV Congresso di Torino.
La sede nazionale dell’ANPI diventa una fabbrica di telefonate, lettere, incontri. L’iniziativa in ricordo della strage di Portella (appunto il Primo maggio del 1947, quando durante una manifestazione contro i latifondisti furono uccise undici persone di cui tre bambini ad opera della banda di Salvatore Giuliano), grazie anche all’impegno organizzativo in loco di Ottavio Terranova, ancor oggi Presidente del Comitato provinciale ANPI di Palermo, è un grande successo di partecipazione e attenzione da parte della stampa nazionale. Oltre 500 i militanti dell’Associazione giunti da tutta Italia. Intensa e commovente l’orazione dell’allora Presidente nazionale ANPI, Raimondo Ricci.
Il 2011 è l’anno del succitato Congresso e dell’avvio, in aprile, della presidenza di Carlo Smuraglia. Guerzoni viene nominato Vice presidente nazionale vicario. Le frequenti riunioni di Segreteria nazionale vedono puntualmente i suoi preziosi e “navigati” contributi di riflessione politico-culturale. Prosegue il dinamismo organizzativo – il suo “vivere” in treno, il rispondere alle e-mail di tutti indistintamente – e l’individuazione di risorse umane e politiche. Prosegue anche un altro fronte che ha a cuore: la valorizzazione del ruolo dei giovani. L’ANPI del tempo in cui saranno scomparsi i partigiani e le partigiane è una occupazione e una preoccupazione costanti delle giornate del Vice Presidente. Così in occasione del 150esimo dell’Unità d’Italia inventa una tre giorni di raduno giovanile nei luoghi dell’esilio dell’eroe dei due Mondi, il titolo dell’iniziativa: La “Garibaldeide”. Delegazioni provinciali da tutta Italia, composte da ragazze e ragazzi, partecipano al viaggio. Il “regista” del luogo, il capacissimo Piero Cossu. Il senso è racchiuso nelle poche parole di presentazione e diffusione scritte da Guerzoni stesso: “Un viaggio formativo – che coinvolgerà delegazioni di giovani dell’ANPI da tutta Italia – alla scoperta di un protagonista del Risorgimento e delle battaglie per i diritti dei popoli. L’incontro tra i giovani avrà il valore umano della conoscenza, sarà occasione di un interscambio culturale e politico, consentirà la possibilità di costruzione di fruttuosi rapporti all’interno dell’Associazione”. Il futuro.
Nel 2012 un’altra importante responsabilità: viene chiamato a ricoprire la carica di Vice Presidente vicario della Confederazione italiana tra le Associazioni combattentistiche e partigiane. Una funzione che richiede autorevolezza, grande capacità di mediazione e rapporti continuativi e ben ponderati, ma fermi, con le Istituzioni, in particolare il Ministero della Difesa. La scelta cade naturalmente su di lui. E anche qui non manca di far pesare la sua esperienza. Gli ultimi due anni della sua vita sono dedicati e legati strettamente a due progetti molto sentiti: il primo, la piena fruibilità da parte di studenti, docenti e storici del materiale del fondo “Ricompart” custodito presso l’Archivio Centrale dello Stato, ossia l’insieme dei dossier e delle pratiche dell’Ufficio istituito dal Presidente del Consiglio Ferruccio Parri nell’agosto 1945 per il “Riconoscimento delle qualifiche e delle ricompense ai partigiani”. Oltre 700 mila fascicoli e quasi altrettante schede con la sintesi delle attività svolte, tra l’8 settembre ’43 e la Liberazione, da ognuno di coloro che nel dopoguerra richiese lo status di combattente o patriota, ancora in attesa di digitalizzazione. Il secondo, l’approvazione da parte del Parlamento di una mozione che impegni il Governo ad attivarsi affinché la Germania esegua le sentenze di condanna pronunciate dai tribunali militari italiani per gli eccidi dei civili sul territorio nazionale commessi dalle SS e dalla Wermacht e a far sì che ai primi atti di riparazione facciano seguito iniziative volte alla ricostruzione di una memoria storica condivisa e alla riparazione morale per le vittime, secondo le richieste formulate da molte associazioni e dall’ANPI. Grazie a Luciano Guerzoni, alla sua insistenza “partigiana”, la mozione prende vita, primo firmatario il Deputato del Pd Andrea De Maria, e il 6 dicembre 2016 viene votata alla Camera con 411 voti favorevoli, 3 astenuti e un contrario. Per quanto riguarda il Ricompart, la questione è ancora aperta. L’ultimo tappa dell’iter risolutivo conquistata da Guerzoni è stata un incontro il 7 marzo scorso tra i rappresentanti delle Associazioni combattentistiche e partigiane e la Presidente della Commissione Cultura della Camera, On. Flavia Piccoli Nardelli.
Poi ad interrompere tutto, è giunta la malattia. Vissuta con estrema riservatezza. L’unico momento in cui Guerzoni ha avuto modo di tornare, seppure per qualche ora, alla sua abituale “corsa” organizzativa è stato poco prima di scomparire quando nella sua casa di Modena incontra Claudio Maderloni per indicargli alcuni problemi ancora da risolvere. Le ultime indicazioni. L’ultimo regalo alla sua ANPI.
Pubblicato venerdì 8 Settembre 2017
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