3 settembre – A Cassibile, nei pressi di Siracusa, alle 17.15, l’Italia firma l’armistizio. Rimarrà segreto sino all’8 settembre.
4 – L’8ª Armata britannica sbarca in Calabria.
5 – A Firenze, primo congresso clandestino del Partito d’Azione convocato da Ferruccio Parri. Nessuna verbalizzazione ma una sola decisione: guerra di liberazione contro i tedeschi.
Le truppe tedesche in previsione dell’armistizio vanno completando l’occupazione delle più importanti posizioni strategiche in Italia.
8 – Il Capo del Governo, Maresciallo Pietro Badoglio, alle ore 19.45 annuncia l’armistizio. La popolazione, le Forze Armate, colte di sorpresa, sono impreparate al nuovo corso della storia del Paese.
9 – Si costituisce a Roma – appena costituitosi – il CLN per chiamare gli italiani alla lotta e per conquistare all’Italia il posto che le compete nel consesso delle libere nazioni. Il Re e il governo Badoglio fuggono a Pescara e da qui, imbarcatisi sulla corvetta Baionetta raggiungono Brindisi.
La flotta italiana salpa dai porti nazionali per convergere su Malta. La corazzata Roma colpita in un punto vitale da aerei tedeschi, affonda con il suo equipaggio: periscono 1.523 marinai tra i quali l’Ammiraglio Carlo Bergamini.
In Corsica la torpediniera Aliseo, in meno di un’ora e mezzo, affonda sette unità navali tedesche.
Combattimenti tra unita italiane e tedesche in Grecia, Jugoslavia, Albania e Corsica.
La Guardia alla frontiera del 17° Settore respinge a Tarvisio un proditorio attacco di rilevanti forze tedesche che all’annuncio dell’armistizio tentano di impadronirsi del valico. Dopo un lungo combattimento gli alpini, con gravissime perdite, sono costretti a cedere.
A Monfalcone 1.500 operai italiani e sloveni dei cantieri navali costituiscono la «Brigata Garibaldi» e si scontrano a lungo con truppe tedesche.
Scontri tra truppe italiane e tedesche ad Ascoli Piceno, Cremona, Trento, Pistoia, Verona, Carrara, al Passo della Futa, a Monterosi, Bari, Roma, Reggio Emilia, Varese, Pisa, Piacenza, a La Maddalena e tante altre località.
Quarantanove soldati cadono a Trento nella difesa delle caserme contro gli attacchi tedeschi.
Duccio Galimberti con un gruppo di soldati sbandati dà vita ad una formazione di patrioti, nel Cuneese, a Madonna del Colletto. È tra le primissime unità partigiane a costituirsi.
10 – Con l’ultimo combattimento di Porta San Paolo, cessa a Roma la Resistenza che unità militari avevano generosamente tentato insieme a gruppi di civili.
A Piombino, dopo un furioso combattimento, viene respinto dal presidio militare e dalla popolazione, un tentativo di sbarco tedesco.
11 – A Pertuli (Grecia) la Divisione “Pinerolo” stipula un patto di cooperazione con I’ELAS e I’EDES, i due movimenti greci di liberazione, garante la Missione militare inglese. Si combatte in episodi sporadici e isolati in tutta la Grecia.
A Cefalonia la Divisione “Acqui” rifiuta la resa ai tedeschi e si prepara alla lotta. Lo stesso a Corfù, in Corsica, a Lero, in tutto l’Egeo e in molte altre località.
Da Roma Kesselring emette la seguente ordinanza: «II territorio d’Italia a me sottoposto è dichiarato territorio tedesco: in esso sono valide le leggi tedesche di guerra».
A Nola (Napoli), a conclusione di scontri tra civili e soldati italiani contro truppe tedesche, 11 ufficiali del locale presidio vengono fucilati.
Cade l’isola di Rodi dopo due giorni di violenti, ma mal coordinati, combattimenti. II Governatore Ammiraglio Inigo Campioni verrà condannato a morte in Italia, qualche mese dopo, da un tribunale fascista.
12 – Nascono un po’ ovunque i primi gruppi organizzati di patrioti, sono «vecchi antifascisti» e giovani soldati; daranno vita alle future formazioni partigiane; si costituiscono in Valsesia, nel Biellese, in Val d’Ossola, e in genere in tutto il Piemonte, nel Bellunese, sulle rive dell’Isonzo, a Forlì, a Ravenna, Modena, Bologna, in Liguria, a Lecco.
Anche nell’Italia centrale si costituiscono gruppi armati, si avvalgono dell’apporto di prigionieri, soprattutto jugoslavi, liberati dai campi di concentramento.
I tedeschi fucilano per rappresaglia, a Barletta, undici vigili urbani.
Mussolini, prigioniero del Governo Badoglio in un rifugio del Gran Sasso, viene liberato da un commando tedesco e condotto in Germania.
Sulle alture di Trieste si costituisce il primo battaglione partigiano, triestino; il secondo si costituisce sul Carso e sulle alture di Doberdò con gli operai di Monfalcone. Altre unità si costituiscono in Friuli.
13 – A Corfù viene respinto da reparti della Divisione «Acqui» un tentativo di sbarco tedesco.
A Caiazzo (Caserta) 23 civili vengono trucidati.
Si costituisce a Spalato il Battaglione partigiano «Garibaldi»; lo compongono 200 carabinieri e 150 soldati di altre armi. II giorno dopo sarà subito impegnato in combattimento.
14 – A Cefalonia la Divisione «Acqui» – dopo un referendum fra le truppe che si esprimono all’unanimità per la lotta contro i tedeschi – respinge l’intimazione di resa del comando militare germanico e ingaggia una sanguinosa battaglia.
II tratto ferroviario Pavia-Mortara viene reso inutilizzabile da un gruppo partigiano per impedire la deportazione in Germania di soldati italiani.
15 – In Albania si costituisce il Comando Militare Italiano delle Truppe alla Montagna, prevalentemente con soldati della Divisione «Firenze».
Da Monaco di Baviera Mussolini con un proclama radiofonico «assume nuovamente la suprema direzione del fascismo in Italia» e nomina Alessandro Pavolini segretario del nuovo «Partito fascista repubblicano».
A Milano si costituisce il Comitato Militare Antifascista per la lotta ai tedeschi. Ne fanno parte Ferruccio Parri (P.d’A.), Stucchi (P.S.I.U.P.), Citterio (P.C.I.), Vercesi (D.C.) e Alonzi (P.L.I.).
Combattimenti dei battaglioni alpini «Fenestrelle» e «Exilles» nella zona di Cattaro.
18 – Sedici civili italiani trucidati dai tedeschi a Rionero in Vulture (Potenza).
In Albania la Divisione «Perugia», decimata da terribili combattimenti, tenta di raggiungere la costa; il suo calvario durerà a lungo.
19 – A Boves (Cuneo) in risposta alla cattura di due tedeschi ad opera dei primi gruppi di militari che si costituiscono in bande partigiane, i tedeschi scatenano contro la inerme popolazione di Boves una feroce rappresaglia. Le SS del maggiore Peiper lasciano il paese in fiamme e 24 civili barbaramente trucidati.
20 – Si costituisce a Milano il Comando Generale delle Brigate «Garibaldi»: comandante Luigi Longo, commissario Pietro Secchia.
21 – Insurrezione di Matera. I tedeschi, in ripiegamento, fanno saltare l’edificio dove erano stati in precedenza accasermati. Periscono 21 civili tenuti come ostaggi.
22 – La Divisione «Acqui» a Cefalonia è costretta alla resa dopo aver perso 1.911 uomini in combattimento. I tedeschi danno avvio ad una spaventosa strage: 4.678 superstiti vengono barbaramente trucidati. Altri 3.120 periscono nell’affondamento delle navi dove erano stati imbarcati.
23 – Nove giovani di Colle Briccioni (L’Aquila) che stavano per costituirsi in banda partigiana, vengono fucilati da paracadutisti tedeschi.
A Crkvice in Montenegro furiosi combattimenti tra reparti della «Taurinense» e tedeschi. La battaglia dura molti giorni.
24 – Da Monaco di Baviera, con un messaggio radiofonico, viene annunciata la costituzione del nuovo governo di Mussolini che eleggerà a sua sede Salò, sul lago di Garda.
25 – Cade l’isola di Corfù, ormai isolata e nell’impossibilità di ulteriore resistenza. I tedeschi fucilano il comandante del presidio e un gruppo di ufficiali.
Attacco tedesco in forze contro civili e militari attestatisi sul massiccio di Bosco Martese, in provincia di Teramo: la loro resistenza fu stroncata dopo tre giorni di scontri ma nacquero le prime formazioni partigiane.
26 – I tedeschi iniziano sull’isola di Lero, che aveva rifiutato ogni compromesso, un massiccio attacco aereo che durerà praticamente fino al 15 novembre, quando l’eroico presidio italiano fu costretto alla resa.
27 – Cessa in Jugoslavia la resistenza della Divisione «Bergamo» impegnata per 19 giorni in sfortunati combattimenti, mal coordinati e condotti.
28 – II popolo di Napoli insorge contro l’occupazione nazista: iniziano le storiche “Quattro Giornate”. I 211 caduti e 162 feriti costituiscono il pesante contributo dei napoletani alla liberazione della loro città.
30- AI passo di Tresnjevik in Montenegro a quota 1598 la «Venezia» annienta un reparto di truppe tedesche; un solo superstite.
Tra settembre e ottobre in provincia di Caserta si verificarono insurrezioni popolari ed eccidi a Bellone, Sparanise, Mondragone, Garzano, Teverda, Galluccio, Rocca d’Evandro, Riardo, Maddaloni, Grazzanise, Teano, Aversa, Piedimonte d’AIife, Santa Maria Capua Vetere, e in altre località ben 484 civili persero la vita.
(da Patria indipendente n. 16/17 del 1983)
Pubblicato mercoledì 18 Settembre 2019
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