Con un utile netto di oltre 3 miliardi di dollari, la svizzera Roche entra a pieno titolo tra le aziende multinazionali di Big Pharma, espressione utilizzata per indicare l’insieme dei giganti del settore che produce medicine. E quando un’impresa guadagna con le malattie, vendendo dispositivi di cura, promuove un dibattito pubblico per riflettere sulla tutela della salute andrebbe premiata.
A Roma, una manciata di giorni fa, al Tempio di Adriano, a un passo della Camera dei Deputati, la Roche ha organizzato un convegno di tal sorta. Beh, tra i tanti temi sottoposti all’opinione pubblica c’era forse quello della riduzione dell’inquinamento ambientale? No. Si discuteva di sana alimentazione? No. Di prevenzione? Niente affatto.
L’argomento dell’incontro, impresso su tutte le brochure, recitava: “Riforma costituzionale e salute: possibili scenari nazionali e regionali”.
In sala, eminenti personalità politiche del calibro di Gianni Letta; in tribuna, costituzionalisti della Bocconi di Milano e sottosegretari del Governo. Tutti per spiegare che, grazie alla renzianissima riforma della Costituzione, la malasanità subirà uno scacco perché terminerà la concorrenza in materia tra Stato e Regioni. Solo in linea di principio generale, però. Ovviamente, nessuno degli esperti convocati ha osato affermare che la revisione sottoposta a referendum potrà farsi carico dell’attuazione di un sistema sanitario efficiente. A fugare ogni dubbio, la risposta del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti alla domanda di chiarimenti avanzata da Myrta Merlino, volto di La7, chiamata a presentare l’incontro. Citando le parole del costituzionalista Giuseppe Franco Ferrari appena intervenuto, la conduttrice tv chiedeva: «Perché funzioni il rapporto tra Stato e Regioni, occorrerà che il Senato faccia bene un lavoro di mediazione tra le parti. Sarà possibile con le nuove competenze affidategli?». Ecco la risposta: «Solo la Camera potrà dare la fiducia e il Senato non sarà a elezione diretta, ma non escludiamo una dialettica».
La giornata prendeva così una brutta piega per De Vincenti che, dopo la proiezione di filmati talmente crudi e reali sui viaggi della speranza dal Sud al Nord, intrapresi da disperati genitori per curare i figli, è stato pure costretto a dire: «Con il nuovo assetto, non avremo la bacchetta magica».
E le ragioni del No erano assenti a un così equilibrato e ponderato appuntamento sulla riforma della Costituzione? Cancellate ogni sospetto: le voci del No c’erano, eccome. Affidate – udite udite! – a Maurizio Gasparri.
Pubblicato giovedì 13 Ottobre 2016
Stampato il 10/11/2024 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/big-pharma-si-al-referendum-costituzionale-perche-fa-bene-alla-salute/