martedì 9 Settembre 2025
Lo strano caso del generale Bellomo, che dopo l’armistizio combatté i tedeschi e fu fucilato. Dagli inglesi
L’11 settembre 1945, unico alto ufficiale italiano, venne condannato da un tribunale britannico e giustiziato per crimini di guerra. Non una voce si levò in sua difesa, nonostante il 9 settembre 1943 avesse salvato lo strategico porto di Bari dalla distruzione tedesca, senza aver ricevuto ordini superiori e sebbene esulasse dalle competenze assegnate. Durante il Primo conflitto sembra abbia evitato la corte marziale a Giuseppe Di Vittorio, che aveva abbandonato il reparto a Caporetto. E nel successivo era stato durissimo con i fascisti impenitenti. Una vicenda paradigmatica di un tempo di sconvolgimenti in cui era possibile compiere improvvisamente gesti che oggi si definirebbero eroici e, d’altra parte, restare impigliati nell’intreccio di episodi oscuri in cui l’errore o l’ingenuità confinano con la colpa e prestano l’occasione opportuna all’intrigo e alla vendetta