Tit Turnšek, presidente della ZZB NOB

Il 4 luglio si è svolta a Lubiana una solenne celebrazione del 70° anniversario della costituzione dell’Unione dei Combattenti sloveni (ZZB NOB Slovenije), presso la Sala Vitez del Museo di Storia Contemporanea della Slovenia. All’iniziativa ha partecipato il vicepresidente nazionale dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo, direttore di questo periodico. In un clima di intesa e di solidarietà internazionale, dopo una presentazione del presidente della ZZB NOB Tit Turnšek, è intervenuta con una breve relazione la dottoressa Maca Jogan e successivamente Gianfranco Pagliarulo a nome dell’Anpi nazionale. All’iniziativa ha partecipato una delegazione di dirigenti dell’Anpi giuliana, fra cui il coordinatore regionale del Friuli Venezia Giulia, Dino Spanghero.

All’inizio di marzo di quest’anno era stato sottoscritto ad Aquileia un protocollo di collaborazione delle attività dell’Anpi-Vzpi e della ZZB NOB della Slovenia nell’area confinaria italo–slovena ed era intervenuta la Presidente nazionale Anpi Carla Nespolo, oltre che lo stesso Dino Spanghero. Si concludeva così un lungo percorso di avvicinamento fra le due associazioni come “esempio internazionale di cooperazione e collaborazione tra tre culture, slava, latina e germanica, che hanno gettato le basi per una prassi di buona democrazia e convivenza”.

Musica e canto durante la celebrazione

Va ricordato che la Slovenia nel 1941 fu invasa dalla Wermacht da nord e dalle truppe italiane da ovest. L’esito portò prima all’occupazione tedesca per una parte del territorio e a quella italiana per la zona confinante e la stessa città di Lubiana che fu addirittura annessa al territorio nazionale come provincia, e poi, dopo l’8 settembre 1943, alla formazione della “Zona d’operazioni del Litorale adriatico” comprendente le province italiane di Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Lubiana, sottoposta alla diretta amministrazione militare tedesca. Da ciò, fin dai tempi dell’occupazione fascista, l’organizzazione della Resistenza slovena che si coniugò via via con la Resistenza italiana.

Successivamente sorsero le complesse questioni di confine che si conclusero soltanto il 10 novembre 1975, col Trattato di Osimo, rendendo definitive le frontiere fra l’Italia e l’allora Jugoslavia.

Le complesse e drammatiche vicende del 900, quindi, hanno reso oggi essenziali i rapporti di amicizia fra Italia e Slovenia e fra le due organizzazioni combattentistiche che, proprio nel corso dell’iniziativa di Lubiana, hanno confermato profonde convergenze sui temi di maggiore attualità, come il contrasto verso ogni nazionalismo e razzismo.

L’intervento di Gianfranco Pagliarulo

“Per queste ragioni – ha affermato Gianfranco Pagliarulo durante il suo intervento – ci sembra urgente avviare la costruzione di una grande unità antifascista su scala europea; vogliamo riprendere così la lezione della Resistenza che, pur formata da persone e gruppi di orientamenti politici ed ideali diversi, vinse perché contrastò unita il nazismo e il fascismo.

A questo fine verso la fine del 2018 daremo vita a Roma ad un incontro europeo fra le più autorevoli forze dell’antico e del nuovo antifascismo, a cui proporremo una comune piattaforma politica, come ha detto Maca Jogan; vogliamo costruire una rete permanente ed un programma di iniziative per difendere e rilanciare nell’intero continente i principi condivisi a cui ci ispiriamo, a cominciare dalla democrazia politica e sociale. Abbiamo con voi, care compagne e compagni sloveni, un rapporto speciale per i vincoli di amicizia e per la prossimità che ci legano. Per questo voi siete i primi a conoscere questa nostra proposta politica ed i primi ad essere invitati all’incontro di Roma”.

L’intervento di un anziano partigiano

Ed ha aggiunto: “Voi, care compagne e cari compagni della ZZB NOB Slovenjie, siete i combattenti e gli eredi dei combattenti della più grande resistenza europea contro il nazifascismo. Con i nostri martiri, i martiri della Resistenza italiana, noi onoriamo i vostri martiri, i martiri della Resistenza slovena; ci sentiamo accomunati da un sentimento che pensiamo stia alla base di qualsiasi resistenza popolare; questo sentimento è in particolare oggi l’unica chiave per aprire il futuro di un mondo di pace e di benessere: la fratellanza. Per questo pensiamo che dobbiamo contrastare in ogni modo vecchi e nuovi nazionalismi che dividono i popoli, creano paure, rancori e odi, trasformano i fratelli in nemici, alimentano discriminazioni”.

Dunque un bell’incontro in una bella città. Lubiana è adagiata fra le sponde del fiume Ljubljanica, ove confluisce con la Sava, ed è caratterizzata da un rilevantissimo numero di ponti dai nomi suggestivi – ponte dei Calzolai, ponte dei Draghi, ponte dei Macellai – e da un ancor più rilevante numero di lapidi che ricordano il sacrificio di tanti suoi cittadini per la libertà e per l’indipendenza. L’iniziativa del 4 luglio presso Museo di Storia Contemporanea della Slovenia è stata, per qualche aspetto, la giornata dei ponti: i ponti per la cooperazione e la collaborazione fra etnie, storie e culture che si intrecciano e si arricchiscono l’una con l’altra.